Estratto del testo di Irena Cieliska per “Gazeta Wyborcza”, tradotto da Marco Valenti per “la Repubblica”
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Trentasei anni fa James Flynn, professore di filosofia presso la University of Otago in Nuova Zelanda, ha notato che in ogni Paese industrializzato dell' intero pianeta i risultati medi dei test del QI, il quoziente di intelligenza, stavano crescendo ininterrottamente di 0,3 punti all' anno.
In poche parole (…) gran parte della popolazione era sempre più intelligente. L' effetto Flynn ci ha consentito di guardare il futuro con ottimismo. Purtroppo sembra che il boom dell' intelligenza sia già alle nostre spalle.
(…) è ciò che emerge dall' ultima analisi di quasi 730.000 test del QI svolti tra il 1970 e il 2009, portata avanti da Brent Bratsberg e Ole Rogeberg del Centro di Studi Economici " Ragnar Frisch" in Norvegia.
james flynn
(…) Se fino al 1975 l’effetto Flynn era ancora percettibile, dopo questo periodo qualcosa è decisamente andato storto. Di anno in anno i risultati erano sempre peggiori. Cosa ci sta succedendo?
Ipotesi numero 1: gli stupidi sono di più perché si riproducono più rapidamente. A lungo è sembrato che la miglior spiegazione dell' effetto Flynn fosse la proporzionalità inversa, percettibile fin dalla metà del XIX secolo, tra il QI e il numero di figli. Le persone intelligenti hanno una prole meno numerosa.
cervello homer simpson
Non alimentano con sufficiente intensità il pool genetico del genere umano con quei geni che promuovono un alto livello intellettuale. Ma questa tendenza non riesce a spiegare del tutto la "caduta della ragione" osservata di recente.
Bratsberg e Rogeberg (…) hanno dimostrato che, purtroppo, stiamo diventando più stupidi in maniera indipendente dal materiale genetico. Ogni nuovo figlio degli stessi genitori ha ottenuto risultati peggiori nei testi rispetto ai propri fratelli e sorelle maggiori. Cos' è, precisamente, che ci nuoce?
bernt bratsberg ole rogeberg
Ipotesi numero 2: uno stile di vita non salutare. I sospetti ricadono di volta in volta su una cattiva alimentazione (…), su un'insufficiente quantità di sonno o, come da tradizione, sulla debolezza del sistema scolastico, il declino della lettura e il modo in cui i giovani passano il proprio tempo libero (sotto accusa i videogiochi e i video su internet). (…)
Ipotesi numero 3: domande tendenziose nei test. Osservando con più attenzione i risultati dei test, si può notare che le nuove generazioni se la cavano all' incirca come quelle precedenti per quanto riguarda i test linguistici e di cultura generale.
quoziente intellettivo
(…) I risultati dei test sono persino leggermente peggiorati dal 1978 nei testi in cui si prevede la necessità di svolgere calcoli aritmetici ( in genere si dà la colpa alla diffusione dei computer e delle calcolatrici).
Ciò in cui siamo stati sempre migliori a partire dall' inizio del XX secolo fino quell' infelice 1975, e che riusciva a bilanciare il peggioramento nelle abilità di calcolo, è stato il pensiero astratto e il pensiero per categorie.
mr bean
Sempre più spesso, dunque, alla domanda " cosa hanno in comune le mele e le arance" rispondevamo "sono entrambi frutti", invece di dire " le arance si possono mangiare, come anche le mele (e pure le salsicce)".
Oggi regnano le immagini, non le categorie. Ma la capacità di pensiero astratto costituisce effettivamente il parametro chiave dell' intelligenza? L' intelligenza è la capacità di osservare, di analizzare e di adattarsi ai cambiamenti dell' ambiente.
scemo e piu' scemo
L' utilizzo di un linguaggio, soprattutto in forma scritta, che per necessità non si riferisce a cose concrete, ma descrive una certa categoria di oggetti, favorisce la comprensione dell' astrazione.
Ma tutto ciò ora sta finendo. La televisione e internet hanno ricondotto l' uomo indietro nel mondo dei concetti concreti, cui fa sempre riferimento l' immagine. Fino al momento in cui l' essenza della comunicazione era costituita dalla parola, la capacità di categorizzare è cresciuta.
scemo
Nel momento in cui ha iniziato a prevalere la comunicazione per immagini, quest' abilità non è più stata essenziale e ha iniziato a essere dimenticata.
Ma ciò significa per forza che nell' era degli smartphone non siamo più intelligenti come una volta? Non è da escludere che i test del QI non corrispondano più alle attuali caratteristiche dell' intelligenza umana, e probabilmente quasi di sicuro non sono in grado di definirla.
sgarbi capra
È possibile sostituirli con altri test che corrispondano meglio a ciò che oggi consideriamo più indispensabile per il pensiero? O forse sarebbe meglio gettarli nella spazzatura e dimenticarsene? Perché quello che questi test effettivamente misurano, non è tanto l' intelligenza o la capacità di adattarsi ai cambiamenti, ma l' abilità nel risolvere i test del QI.
n Polonia.
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