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    LA TV LOGORA CHI NON CI VA: 9 “AVANGUARDISTI” M5S A LEZIONE DA GRILLO & CASALEGGIO


     
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    Jacopo Iacoboni per La Stampa

    GIANROBERTO CASALEGGIO E BEPPE GRILLO FOTO LAPRESSEGIANROBERTO CASALEGGIO E BEPPE GRILLO FOTO LAPRESSE

    Quella del «corso di formazione» fa sorridere, c'erano nove parlamentari e, a quanto qui risulta, due sole altre persone, Grillo e Casaleggio: due che ne sanno, in maniere diverse, di comunicazione, ma sono un po' distanti da ciò che uno s'immaginerebbe di solito come personal trainer.

    La realtà è che incontri come questi avvengono periodicamente, con lo staff di Milano del movimento cinque stelle. In certi periodi anche una volta al mese. Ieri però c'erano due differenze. La prima è che il gruppetto dei presenti era piccolo; per dirla un po' all'antica, un'avanguardia.

    OGNUNO VALE UNO - CASALEGGIO COME V PER VENDETTAOGNUNO VALE UNO - CASALEGGIO COME V PER VENDETTA

    La seconda è che c'era un tema di cui si parlava con maggiore insistenza: come comunicare. A fronte di due molto forti in materia, i fondatori, il gruppo dei parlamentari non è stato un granché, in questo periodo. Se lamenti un assedio interessato dei media devi anche essere un po' capace nel dribblarlo. Condurre tu il gioco. Se ti vogliono far dire qualcosa, portali tu sulle tue cose. Non ci sono riusciti.

    È quello che è mancato, e Casaleggio ha dato la sua lettura della cosa. «Noi non dobbiamo sfuggire affatto, dobbiamo semmai spiegare e far emergere con più forza i nostri temi». Si è parlato - anche Grillo lo ha fatto - della tecnica che hanno molti anchormen di cercare di portarti dove vogliono loro: chi si trova in quella situazione, che fa parte del gioco, anziché seccarsi o andare in bambola deve però saperla leggere, e avere chiaro invece quello che vuole dire lui.

    grillo casaleggiogrillo casaleggio casaleggiocasaleggio

    O della tecnica di ripetere cinquanta volte la stessa domanda, finché poi uno non scivola, sfinito. Gli eletti nei talk show non ci andranno, in linea di massima. Molto meglio fare delle interviste televisive. Preparandole. È già successo che Laura Castelli andasse al Tg1, o che Vito Crimi fosse dalla Annunziata. Il risultato è piaciuto, a Milano: Crimi rilanciò sull'Imu - sfidando il Pd - e le domande non erano agguati. Verrà ripetuto domenica: da Annunziata ci sarà Roberto Fico.

    Il fatto che ieri fossero relativamente in pochi - i senatori Crimi, Giovanni Endrizzi, Paola Taverna e Laura Bottici, e i deputati Roberto Fico, Laura Castelli, Paola Carinelli, Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio - non significa che possano andare in tv solo loro. Ma è innegabile che loro siano quelli che si sono dimostrati un po' più accorti, fin qui. Senza però esagerare coi protagonismi.

    Grillo uscendo fuori dopo le due ore dell'incontro ha sussurrato ai giornalisti che «ci sarà un clima distensivo, sarà meraviglioso anche per voi». Durante la riunione aveva anche parlato di piccoli trucchi da esperto del piccolo schermo (molto più che di Internet). Tenete d'occhio l'inquadratura, se riuscite.

    grillo casaleggiogrillo casaleggio GRILLO E CASALEGGIOGRILLO E CASALEGGIO

    State attenti a controllare le espressioni. Oppure: non annuite inutilmente. Al limite siate sorridenti quando parlate. Occhio ai primi piani. «La tv è solo immagine. Un'immagine conterà sempre più, lì, di quello che dite». Chi vuole, se fa interviste tv può benissimo riprenderle anche da sé. È un principio cardine da sempre, nel M5S, e smaschera le manipolazioni (parlare un'ora e essere etichettato per una boiata detta in nove secondi).

    «Se non state attenti i media vi faranno odiare le persone che vengono oppresse e amare quelle che opprimono». Ieri, sul blog, si citava Malcolm X.

     

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