Estratto dell’articolo di Jacopo Iacoboni per www.lastampa.it
le citta europee possibili bersagli per i bombardamenti russi
L’annuncio, considerando che arriva dal primo canale dalla tv di stato russa, nello show politico serale della domenica alle 20, è solenne, e abbastanza dettagliato: «Bastano tre missili e questa civiltà crollerà».
Lo formula sul canale Rossiya1 l’anchorman Evgheny Popov, minacciando attacchi missilistici Iskander sulle capitali europee, e mentre dice «bastano tre missili e questa civiltà crollerà», alle sue spalle viene proiettato un video con i target segnati in rosso: Parigi, Berlino, Praga, Varsavia, Bucarest, Tallinn e Riga, e ovviamente il Regno Unito (Londra, Manchester, Birmingham, eccetera).
Evgheny Popov
Segue dibattito sulle distanze chilometriche e i range di lancio per «annientare le capitali». Il Cremlino era rimasto un po’ più sul vago, ma i suoi propagandisti l’hanno presto scavalcato a destra.
«Non è difficile indovinare la geografia della risposta, se un breve comunicato stampa della Casa Bianca diventa realtà», intima il conduttore tv. Una mappa dell’Europa con potenziali obiettivi russi chiarisce il senso non metaforico: «Quasi tutte le capitali europee sono minacciate». Poi Popov prosegue spiegando: «Attenzione speciale sarà per la Gran Bretagna, il nostro tradizionale nemico».
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VLADIMIR PUTIN
Già il Cremlino aveva neanche tanto velatamente alluso ad attacchi contro le capitali europee in risposta allo spiegamento di missili americani in Germania, ma si era tenuto abbastanza sulle generali: per la prima volta dalla Guerra Fredda, l’11 luglio è stato annunciato che gli Stati Uniti dal 2026 schiereranno in Germania missili Tomahawk e SM-6, con una gittata fino a 2,5mila km (in grado di colpire obiettivi all’interno della Russia).
Lo schieramento dei suoi missili da parte degli Stati Uniti in Europa fa rischiare attacchi russi sulle capitali degli stati in cui saranno posizionate le armi americane a lungo raggio, aveva a detto il portavoce del presidente russo, Dmitry Peskov: «L’Europa è nel mirino dei nostri missili, il nostro Paese è nel mirino dei missili americani localizzati in Europa (...) Abbiamo abbastanza potenziale per scoraggiare questi missili. Ma le vittime potenziali sono le capitali di questi stati», aveva spiegato Peskov […]
Evgheny Popov
Le armi americane a lungo raggio erano presenti sul territorio tedesco già durante la Guerra Fredda, e furono completamente ritirate dalla Germania negli anni '90. Un equilibrio est-ovest fondato sulla deterrenza che è stato uno dei cardini dell’epoca in cui esisteva ancorala cortina di ferro.
Il ritorno dei missili a lungo raggio statunitensi in Germania rientra in un piano di deterrenza se si vuole analogo, che naturalmente non prevede nessuna istigazione a lanciarli, tanto meno inviti o auspici della propaganda di stato. Mosca è meno attenta a queste sottigliezze, e è rispondendo a questa iniziativa Nato che l’anchorman Popov, anziché dire «pubblicità», ha mostrato la cartina geografica di dove potrebbero facilmente arrivare i missili russi per annientare la civiltà europea.
VLADIMIR PUTIN