Fabio Licari per gazzetta.it
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Non c'erano molte alternative, sta ormai prevalendo la soluzione più “semplice” o comunque meno problematica. Spostamento dell’Euro a giugno 2021, campionati (e si spera coppe) da concludere entro l'estate. Per l'ok definitivo, comunque, la procedura prevede che si vada al voto.
UEFA E STAKEHOLDERS — Una visione condivisa in Europa, da mettere però in pratica con la “collaborazione” del maledetto virus: nessuno può infatti ipotecare il futuro, e si potrà tornare a giocare quando le condizioni sanitarie miglioreranno. La speranza è che la data sia i primi di maggio, ma non è possibile ora impegnarsi su un calendario definitivo. Intanto, si lavora su varie ipotesi per la ripresa: la più ottimistica vede la "ripartenza" il 14 aprile, la più pessimistica a inizio giugno (con fine della stagione a luglio inoltrato).
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DUE COMMISSIONI — Uefa, federazioni, leghe, club e calciatori – gli incontri video tra gli stakeholders intanto proseguono con Nyon campo centrale – sono d’accordo sull'obiettivo di finire le competizioni per club, non rimandabili, posticipando l'Europeo che è quadriennale e può essere recuperato con minori perdite. Ma le perdite saranno inevitabili. Per cui saranno create due commissioni, una delle quali si occuperà delle conseguenze finanziarie dell'effetto virus e l'altra di organizzare più ipotesi di calendario.
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RATIFICA — Nel pomeriggio l’Esecutivo si limiterà a ratificare le decisioni d’urgenza prese dall’assemblea delle 55 federazioni e da tutti i soggetti del calcio.
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