suspiria guadagnino
Marco Giusti per Dagospia
First Man di Damien Chazelle con Ryan Gosling e Claire Foy aprirà il Festival il 29 agosto. Questo è sicuro. E poi, con tutta probabilità, vedremo l’attesissimo Suspiria di Luca Guadagnino con Dakota Johnson e le musiche di Thom York, Roma di Alfonso Cuaron, non un peplum, ma un dramma familiare ambientato nella Città del Messico dei primi anni ’70, il western di Jacques Audiard The Sisters Brothers con Joaquin Phoenix, Jake Gyllenhall, John C. Reilly, Norway di Paul Greengrass, thrillerone ambientato appunto in Norvegia, Capri-Batterie di Mario Martone con Marianna Fontana, una delle gemelle di Indivisibili, storia di una primissima comunità naturista in quel di Capri, The Favorite, primo film in costume di Yorgos Lanthimos con Rachel Weisz, Emma Stone e Olivia Colman, le prime due puntate di L’amica geniale di Saverio Costanzo prodotte da Wildside e HBO.
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Insomma. Venezia si prepara quest’anno a una grande edizione. Lo sapevamo. Anche perché con una Cannes così moscia che ha rifiutato le anteprime della Hbo e di Netflix, con gli Oscar che, negli ultimi anni, sono sempre andati ai film presentati al Lido, con un presidente di giuria così forte e cinefilo come Guillermo Del Toro, i giochi sono presto fatti. Alberto Barbera ha avuto solo l’imbarazzo di togliere e, soprattutto, di dire dei no ai tanti film italiani che spesso inutilmente produciamo.
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Secondo l’informatissimo sito The Playlist i titoli che ho fatto sono pressoché sicuri. Potrebbero esserci anche A Star Is Born con la coppia Lady Gaga e Bradley Cooper, ennesimo remake del celebre film di George Cukor diretto dallo stesso Cooper, che in un primo tempo si pensava potesse aprire la competizione, Beautiful Boy di Felix von Groeningen con Thimothy Chamelet e Steve Carell, tratto dal memoir di David Schoff, Vision di Naomi Kawase, HighLife di Claire Denis con Robert Pattinson e Juliette Binoche, The Beach Bum di Harmony Korine con Matthew McConaghuey, Sunset di Laszlo Nemes, il regista dell’applauditissimo Son of Saul, Peterloo di Mike Leigh.
alfonso cuaron roma
Magari anche l’ultimo di Xavier Dolan, La mia vita con John F. Donovan con Kit Harrington e Natalie Portman. Non dovrebbero invece esserci né il secondo film di Barry Jenkins, If Beale Street Could Take, tratto dal romanzo di James Baldwin, né Boy Erased di Joel Edgerton.
a star is born lady gaga e bradley cooper
Tra gli italiani, oltre alla coppia data per supersicura, Suspiria-Capri, dovremmo trovarci anche Una storia senza nome di Roberto Andò con un castone che va da Alessandro Gassman a Renato Carpentieri, da Micaela Ramazzotti a Laura Morante, Sulla mia pelle di Alessandro Cremonini con Alessandro Borghi e Jasmine Trinca, sulla tragica fine di Stefano Cucchi, un film davvero difficile da escludere, anche non in concorso, Ricordi? di Valerio Mieli con Luca Marinelli, sicuramente in qualche rassegna collaterale. Come Ride, opera prima di Valerio Mastandrea, che potrebbe forse finire in concorso. Nulla sappiamo de La profezia dell’armadillo, opera prima di Emanuele Scaringi, tratto dalla graphic novel di Zerocalcare con Simone Liberati e Pietro Castellitto protagonisti. Ma sarebbero bei colpi da non farsi scappare anche Freaks Out, il nuovo film di Gabriele Mainetti col circo di freaks in giro per l’Italia in guerra, interpretato da Pietro Castellitto, Claudio Santamaria e la new entry Aurora Giovinazzo, e il Romolo e Remo di Matteo Rovere con Alessandro Borghi e Alessio Lapice, Braveheart in salsa ostia-coatta tutto parlato in latino. Vediamo se Salvini ci capisce qualcosa. Ci aspettiamo anche The Other Side of the Wind, il film inedito di Orson Welles con John Huston che Cannes rifiutò nell’assurda guerra con Netflix. Ma sapremo tutto il 25 luglio, dopo la conferenza stampa di Barbera&Baratta.
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