roberto cicutto alberto barbera
Marco Giusti per Dagospia
Cosa vedremo a Venezia? Martedì 26 luglio in diretta streaming da Venezia, sono finiti i tempi delle grandi conferenze stampa romane ahimé anche se i buffet erano sempre più tristi, Alberto Barbera, Direttore della Biennale Cinema e Roberto Cicutto, Presidente della Biennale, riveleranno quali saranno i film della 79° Mostra del Cinema. Le date sono 30 agosto - 10 settembre. Intanto, inutile sperare, con tutti questi casi di Covid, in un ritorno al vecchio modello di visione, con i critici liberi, senza mascherine e senza posti prenotati. Pazienza. Gli alberghi e i b&b sono già strapieni lo stesso. Come a Cannes, sarà un delirio.
julianne moore
Alberto Barbera, che dopo le accuse di maschilismo di tre-quattro anni fa (ricordate quando mise in concorso il film di Roman Polanski?) si è dato parecchio da fare sia per riempire di donne la giuria, quest’anno, dopo la Cate Blanchett di un anno fa, il presidente sarà Julianne Moore, attrice intelligente, colta e finissima, sia per rispettare le quote rose nei film in concorso, avrà dovuto fare un bello slalom anche per cercare di proteggere il cinema italiano, mai così in crisi di incassi e di qualità.
E già si fanno delle liste di film più o meno possibili tra i siti che la sanno lunga, voci di corridoio, voci di amici. Vediamo se ci prendono.
bones & all 3
Vengono dati sicuri al 100% “Bones & All” di Luca Guadagnino con Taylor Russell e Timothée Chalamet, che è anche il film più in vista per premi e corsa all’Oscar, visto che la MGM, che lo ha acquistato, lo farà uscire in tutto il mondo il 23 novembre, pronto per le nominations. Formidabile avversario del film di Guadagnino sarà l’attesissimo “The Son” di Florian Zeller, il regista e drammaturgo francese che ha vinto l’Oscar con “The Father”, che riporta in scena Anthony Hopkins, aggiungendoci Hugh Jackman e Laura Dern e come per il primo film si è fatto riscrivere il suo testo teatrale da una star della sceneggiatura come Christopher Hampton.
hugh jackman in the son florian zeller
Ci sarà anche l’ultimo film di Darren Aronofsky, “The Whale” con Brendan Fraser nei panni di un professore d’inglese obeso che cerca di ristabilire un contatto con la figlia, Sadie Sink, la Max di “Stranger Things”. Sicuro anche “The Banshees of Inisherin" di Martin McDonagh con due attori meravigliosi come Colin Farrell e Brendan Gleeson che aveva già diretto nel suo film più bello, “In Bruges”.
ana de armas in blonde 2
Poi “Sparta” del documentarista austriaco Ulrich Seidl, reduce dallo scatenato “Rimini” appena presentato a Berlino. Ovviamente non può mancare l’ultimo film di Jafar Panahi, il regista iraniano appena chiuso in carcere dal regime, “No Bears”. Viene dato per sicuro anche “Tar” di Todd Field con Cate Blanchett nei panni della prima direttrice d’orchestra donna tedesca.
Vediamo se Julianne Moore, avrà il coraggio di premiare Cate Blanchett, che fu presidente di giuria un anno fa. Sicuro anche l’ultimo documentario di Frederick Wiseman. E con molta probabilità vedremo anche “Blonde” di Andrew Dominick con Ana de Armas in versione Marilyn, Bobby Cannavale, Adrian Brody (c’è qualche dubbio, però…).
il signore delle formiche 2
E i film italiani? Certo tutti i film italiani prodotti quest’anno, quelli che poi nessuno vede in sala durante l’anno (diciamo) causa covid, e che al massimo possono incassare 2 milioni di euro, sono più che pronti a entrare in concorso. Però, con Paola Malanga, fino a due mesi produttrice di film italiani a Rai Cinema e ora direttrice del rinnovato e de-mondizzato Festival di Roma, qualcosa in più degli altri anni scivolerà verso Roma. Ma non c’è regista italiano che non sogni Venezia, concorso/fuori concorso/Orizzonti.
penelope cruz in l immensita 1
Molti film sono già supersicuri. Se consideriamo “Bones&All” di Guadagnino come film americano (vabbé…), restano quattro posti per gli italiani in concorso. Si dicono sicuri “Il signore delle formiche” di Gianni Amelio con Elio Germano, Sara Serraiocco, Luigi Lo Cascio “Monica” di Andrea Pallaoro, “L’immensità” di Emanuele Crialese con Penelope Cruz che si lancia nell’imitazione di Raffaella Carrà, magari “Chiara” di Susanna Nicchiarelli dedicato alla vita di Santa Chiara con la Margherita Mazzucco di “L’amica geniale”, ma potrebbe passare anche una novità come “Princess”, opera seconda di Roberto De Paolis con Kevin Glory, Lino Musella, Salvatore Striano, storia di prostitute.
riprese di siccita di paolo virzi 2
Fuori concorso vedremo probabilmente i film di Paolo Virzì, “Siccità” e Francesca Archibugi “Il Colibrì” con Favino-Moretti-Bejo. Ci sarebbero anche “Il ritorno di Casanova” di Gabriele Salvatores con Toni Servillo, il Caravaggio di Michele Placido con Riccardo Scamarcio. Porteremo tutto a Venezia? Mah…
Questa è la lista, più o meno ripresa dal sito Ioncinema, dei film che dovrebbero essere in concorso. Ma non è che sempre ci si prenda…
bones & all 2
“Bones & All” di Luca Guadagnino. Drammatico-sentimentale, Guadagnino non vuole che si dica cannibal road movie, è una complessa e tenera storia d’amore tra due ragazzi, Taylor Russell, già una star, e Timothée Chalamet in giro per l’America di Ronald Reagan. Ci sono anche Mark Rylance, Michael Stuhlbarg, Chloe Sevigny. Presentato dalla MGM ma prodotto dalla Frenesy di Guadagnino e da The Apartment di Lorenzo Mieli. Uscita il 23 novembre in tutto il mondo in posizione da Oscar. Sarà il capolavoro di Guadagnino?, che intanto ha già finito un altro film con Zendaya protagonista destinazione Cannes. Ovviamente in concorso. Pronto per ogni premio.
il cast di monica di andrea pallaoro
“Monica” di Andrea Pallaoro con Trace Lysette, Patricia cLarkson, Anna Paquin e Adriana Barraza. Terzo film di un regista italiano che vive in America di grandi ambizioni ma di noia quasi attanagliante, anche se il precedente “Hannah” venne premiato proprio a Venezia con la Coppa Volpi a Charlotte Rampling come miglior attrice. Questo non sembra tanto dverso con il dramma di una donna che torna dalla madre che sta morendo. Allegrissimo. In concorso?
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“Chiara” di Susanna Nicchiarelli. Dopo “Nico” e “Miss Marx”, Susanna Nicchiarelli presenta un altro biopic al feminile, quello di Santa Chiara, interpretata dalla Margherita Mazzucco di “L’amica geniale”. Concorso o Orizzonti o Festival di Roma?
“Padre Pio” di Abel Ferrara. E che ci facciamo scappare il biopic di Ferrara su Padre Pio con Shia Labeouf che fa Padre Pio giovane? Doveva andare a Locarno, ma da lì è scomparso. Andrò in concorso?
profeti
“Profeti” di Alessio Cremonini. Secondo film di Cremonini dopo “Sulla mia pelle” con Alessandro Borghi sulla morte di Stefano Cucchi. In questo film ci sono Jasmine Trinca, Ziad Bakri, Mehdi Meskar. Incontro tra una giornalista italiana che scrive su una testata tipo “Il Manifesto” e venne rapita in Siria dall’Isis e una foreign fighter moglie di un soldato del Califfato che la tenne in custodia. In concorso?
il signore delle formiche 1
“Il signore delle formiche” di Gianni Amelio. Il tanto appeso biopic, ma lo dovevano girare almeno vent’anni fa perché avesse un senso, su Aldo Braibanti, il professore che venne meso in prigione, accusato di plagio dal padre del ragazzo con cui stava nell’Italia omofoba degli anni ’60. Una storia esemplare che nessuno voleva sapere sull’omosessualità vissuta non di nascosto ma apertamente che all’epoca fu un vero e proprio caso. Concorso?
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“L’immensità” di Emanuele Crialese. Lo aspettavamo a Cannes, ma o non era pronto o è stato rifiutato, e ora a Venezia sarà difficile non accettarlo. La Roma degli anni ’70, Penelope Cruz che si espone nel rifare Raffaella Carrà. Crialese alle prese con le passioni della sua generazione. Concorso?
“L’ombra di Caravaggio” di Michele Placido con Riccardo Scamarcio, Isabelle Huppert, Louis Garrel. Fuori concorso a Venezia o apertura al rinnovato Festival di Roma de-mondizzato?
il colibri 1
“Siccità” di Paolo Virzì. Commedia apocalittica in una Roma dove non piove da tre mesi (quasi ci siamo, eh?) con Monica Bellucci, Silvio Orlando, Sara Serraiocco, Sara Lazzaro. Fuori competizione.
“Colibrì” di Francesca Archibugi. Castone per il film dell’Archibugi tratto dal romanzo di Sandro Veronesi con Bérénice Bejo, Pierfrancesco Favino, Nanni Moretti. Di sicuro non è da concorso. Orizzonti? O Roma?
“Il ritorno di Casanova” di Gabriele Salvatores. Toni Servillo che fa Casanova da vecchio potrebbe far gola a Venezia, no? Fuori concorso?
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“Ti mangio il cuore” di Pippo Mezzapesa. Esordio di Elodie nel cinema, anzi nel cinema della Apulia Film Commission con la regia di Pippo Mezzapesa, che a Venezia portò qualche anno fa “Il bene mio”. Il concorso no, però non se lo lasceranno scappare. Elodie al suo esordio nel cinema… Fuori concorso?
“Bardo” di Alejandro Gonzales Inarritu. Commedia di Inarritu, che tornerebbe a Venezia dopo il trionfo di “ Birdman” con un film prodotto da Netflix con Daniel Giménez Cacho nei panni di un giornalista messicano. Concorso?
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“Blonde” di Andrew Dominick. Film del momento, Impossibile non prenderlo. Tratto dal romanzo sulla vita di Marilyn di Joyce Carol Oates con Ana de Armas protagonista. Prodotto da Netflix. Concorso sicuro.
“My Policeman” di Michael Grandage con Harry Styles. Secondo film di Grandage, che aveva presentato alla Brlinale del 2016 “Genius”. In questo film prodotto da Amazon , uscirà il 21 ottobre, Styles è un poliziotto che sulla Costa di Brighton si innamora di una maestra e di un curatore di museo. Ma nell’Inghilterra del 1950 l’omosessualità non è proprio legale. Fuori concorso?
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“Dead for a Dollar” di Walter Hill. Beh, ma un nuovo western di Walter Hill con Christoph Waltz, Rachel Brosnanhan, Willem Dafoe non lo prendi? Ovviamente fuori concorso.
“Lost in the Night” di Amat Escaliante. Ritorno del messicano Escaliante a Venzia dopo il premio alla regia per “The Untaned” nel 2016. Tutto si muove a causa della scomparsa dell’attivista e profesoressa Paloma, interpretata da Paulina Mendoza, che scompare dop aver protestato a fianco dei minatori contro i padroni della miniera. Cinque anni dopo il figlio cerca di scoprire la verità sulla fine della madre. Concorso?
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“Master Gardener” di Paul Schrader. Già preso fuori concorso, visto che verrà consegnato a Paul Schrader un Leone d’Oro alla carriera. Girato a febbraio e appena finito, con Joel Edgerton e Sigourney Weaver. Storia di un meticoloso orticultore e della sua potente padrona… Fuori concorso.
“Le lycéen” di Christophe Honoré. L’immancabile film francese da concorso a Venezia. Data già pronta d’uscita in Francia a ottobre. Con Paul Kircher, Vincent Lacoste, Xavier Giannoli e Juliette Binoche. Storia di un diciassettenne, liceale appunto. Concorso?
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“Les enfants des autres” di Rebecca Zlotowski. Non ci siamo scordato il noiosissimo primo film della Zlotowski presentato a Venezia, “Planetarium”. Questo non sarà meglio, ma ci sono Virginie Efira, Chiara Mastroianni e Roschly Zem. Concorso?
“Les pieds sur terre” di André Techiné. Difficile non prendere a Venezia un film di Techiné. Questo è un dramma su un tenente francese in Mali ferito seriamente quando la sua camionetta esplode. Prodotto da Olivier Delbosc, lo stesso di “Illusioni perduti” di Giannoli. Fuori concorso?
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“Sparta” di Ulrich Seidl. Cineasta e documentarista estremo, Seidl vinse un premio a Venezia già con “Dog Days” nel 2001, ma tornò con gli incredibili “In the Basement” e “Safari”. Questo dovrebbe essere una sorta di sequel di “Rimini”, da poco proiettato alla Berlinale. Concorso?
“Eileen” di William Oldroyd. Secondo film del regista di “Lady Macbeth”, girato in gran segreto con Thomasin Mckenzie, Anne Hathaway, Marin Ireland. Concorso?
“Eureka” di Lisandro Alonso. Filmone, con Viggo Mortensen in giro per il mondo per ritrovare la figlia rapitya da un bandito. Il personaggio di Viggo Mortensen si era già visto nel precedente film dell’argentino Lisandro Alonso a Cannes, “Jauja”. Ci sono anche José Maria Yazpik e Chiara Mastroianni. Si vedrà a Venezia in concorso o aspetterà Cannes l’anno prossimo?
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“Tar” di Todd Field. Biopic sulla prima direttrice d’orchestra donna in Germania, Lydia Tar, interpretata da Cate Blanchett, che fu presidente della giuria di venezia un anno fa. Concorso o fuori concorso?
“The Banshees of Iniresherin” di Martin McDonagh. Dopo aver spopolato a Venezia con “Tre manifesti a Ebbing Missouri”, torna il regista irlandese Martin McDonagh con un film dove riprende i suoi due protagonisti di “In Bruges”, Colin Farrel e Brendan Gleeson. Aggiunge altri due attori, Barry Keoghan e Kerry Condon. Si dice Orizzonti…
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“The Eternal Daughter” di Joanna Hogg. Prodotto dalla A24, la società che ci ha dato horror come quelli di Ti West, interpretato da Tilda Swinton, Carly-Sophia Davies e Joseph Mydell, è una storia di msteri e rancori tra una vecchia madred e una figlia di mezza età in un hotel. Concorso?
“Vazaha” di Robin Campillo. Quarto film di Campillo, ambiemtato in una base militare francese in Madagascar negli anni ’70. Non era pronto per Cannes. In concorso a Venezia?
“The Good Nurse” di Tobias Lindholm. Prodotto da Darren Aronofsky per Netflix con Jessica Chastain, Eddie Redmayne, Noah Emmerich e Kim Dickens. Storia di una infermiera che assiste alla cattura di un’alytra inferniera responsabile di 300 morti fra i pazienti. Concorso?
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“The Hanging Sun” di Francesco Carrozzini. Opera prima di fiction, un noir tratto da Jo nesbo, per il figlio di di Franca Sozzani, che già ci dette un documentario sulla madre presentato a Venezia. Qui ci sono Peter Mullan e Charles Dance. Il concorso non lo vedrò, però a Orizzonti potrebbe andare.
“The Mountain” di Rolf de Heer. Vecchia conoscenza del festival, Rolf de Heer è un australiano che presentò qui “Bad Boy Bubby” (vinse il Premio della Giuria e della Critica), “The Tracker”. Orizzonti?
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“The Wonder” di Sebastian Lelio. Thriller psicologico per il primo film Netflix di Sebastian Lelio con Florence Pugh protagonista. Concorso?
“Passages” di Ira Sachs. Non era pronto a Cannes, leggo, quindi dovrebbe arrivare a Venezia. Due uomini, Ben Whishaw e Franz Rogowski, e una ragazza, Adèle Exarchopoulos. Non si sa molto di più molto atteso. In concorso?
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“Saint Omer” di Alice Diop. Una giovane scrittrice segue il processo a una ragazza accusata di aver ucciso la figlia di 15 mesi abbandonandola su una spiaggia francese. Probabilmente per Orizzonti. Ma la Diop, dopo “Atlantique”, che venne premiato in concorso a Cannes, è una regista maggiore da concorso.
“Morrison” di Phuttiphong Aroonpheng. Secondo film di un regista tailandese che col primo film, “Manta Ray” vinse Orizzonti nel 2018. In concorso?
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“Nezouh” di Soudade Kaadan. Uno sguardo sul conflitto siriano a Damasco. Soudade Kaadan vinse il Leone del Futuro con “The Day I Lost My Shadow” presentato a Orizzonti. In concorso?
“No Bears” di Jafar Panahi. Dovrebbe esserci l’ultimo film di Panahi, che vinse il Leone d’Oro nel 200 con “The Circle”, ma non si sa come il suo arresto in patria possa modificare gli eventi.
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Sicurissima, invece, la lista dei classici restaurati, si va da “Canyon Passage” di Jacques Tourneur a “Branded to Kill” di Seijun Suzui, da “A Confucian Confusion” di Edward Yang a “Teorema” di Pier Paolo Pasolini, ma ci sono anche Yasujiro Ozu (“A Hen in the Wind”, Peter Greenaway (“Draughtman’s Contract”), Satyajit Ray (“Il giocatore di scacchi”), Jean Renoir (“Le caporal épinglé”). Più di culto le riscoperte di Jean Euastache (“Mes petites amoureuses”), Shoei Imamura (“Il profondo desiderio degli dei”), Dino Risi (“La marcia su Roma”), Luciano Salce (“La voglia matta”), Edgar G. Ulmer (“The Black Cat”) e il porno di Radley Metzger del 1968, davvero imperdibile, “Therese et Isabelle"
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