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    LA VENEZIA DEI GIUSTI - È FINITA COSÌ. TUTTO AL FEMMINILE. O QUASI. E ALL'ITALIA SOLO I DUE PREMI, PER LA MIGLIOR REGIA E PER LA MIGLIOR RIVELAZIONE ALLA PROTAGONISTA TAYLOR RUSSELL A "BONES AND ALL" DI LUCA GUADAGNINO - TRIONFANO CON IL LEONE D'ORO LAURA POITRAS E IL SUO DOCUMENTARIO SU NAN GOLDIN, "ALL THE BEAUTY AND THE BLOODSHED" E CON IL LEONE D'ARGENTO IL FILM PIÙ FEMMINISTA DEL MOMENTO, "SAINT OMER" DELLA DOCUMENTARISTA FRANCO-SENEGALESE ALICE DIOP. QUINDI SONO DUE DONNE DOCUMENTARISTE E MILITANTI. NON POSSIAMO CHE ESSERE FELICI….


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

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    È finita così. Tutto al femminile. O quasi. E all'Italia solo i due premi, per la miglior regia e per la miglior rivelazione alla protagonista Taylor Russell a "Bones and All" di Luca Guadagnino.

     

    leone doro a all the beauty and the bloodshed leone doro a all the beauty and the bloodshed

    Ammesso che sia proprio italiano. Ma va benissimo così. Con un cerimonia che si apre con un tango, "Historia de un amor"  suonato da un bel violoncellista barbuto e presentata da una impacciatissima ma simpatica Rocio Munoz Morales, ha ringraziato tutti compreso il marito Raoul Bova, trionfano con il Leone d'oro Laura Poitras e il suo documentario su Nan Goldin e la sua guerra contro la famiglia di miliardari responsabile di un oppiode omicida, "All the Beauty and the Bloodshed" e con il Leone d'Argento il film più femminista del momento che ragiona sul rapporto fra Africa e Europa reinventarsi il mito di Medea, "Saint Omer" della documentarista franco-senegalese Alice Diop che vince anche il premio Ooera prima con l'assegno di 50 mila euro firmato Aurelio De Laurentiis..

     

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    Quindi sono due donne documentariste e militanti  a stravincere Venezia. Non possiamo che essere felici.Anche se tra i due film preferisco il piuinnovativo "Saint Omer". Mettiamoci anche il premio a Cate Blanchett, che vince per la seconda volta la Coppa Volpi con "Tar", polpettone da Oscar ultra politicamente corretto con finale moralista diretto da Todd Fields.

     

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    Unica gloria italiana, abbiamo detto, il bellissimo film di Luca Guadagnino, "Bones and All", che riceve il Leone d'argento della Giuria e lancia la giovane Taylor Russell, fantastica, giada Oscar, premio Mastroianni come rivelazione. "Fare film e' sempre stato il sogno della mia vita da quando avevo otto anni", ha detto Guadagnino e ha dedicato il film alla sovversione e ai registi iraniani in carcere.

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    Per i maschi maschi irlandesi ci sono i premi di consolazione. Miglior attore, davvero a sorpresa  è infatti Colin Farrell per "The Banshees of Inershin" di Martin McDonagh che si è collegato da Los Angeles.

     

    Non se l'aspettava per niente. Soprattutto pensando alla potenza di Brendan Fraser in "The Whale".Martin McDonagh vince anche per la migliore sceneggiatura. Magari si aspettava di più, ma con due premi importanti può tornare a casa tranquillo. All' iraniano "No Bears" di Jafar Panahi va il Premio Speciale della Giuria, che molti volevano come Leone d'oro. Hanno ritirato il premio al posto del regista, ancora chiuso nelle carceri iraniane, i suoi due protagonisti.

     

    Per Orizzonti vincono come miglior film l'iraniano "World War III", Tizza Covi e Rainer Finmel come migliori registi per Vera"), Damian Kocur per "Bread and Salt" , premio speciale, l'iraniano Moshen Tanabanden come miglior attore per "World War III", come miglior attrice Vera Gemma per "Vera" il film a lei dedicato, cultissimo  che si è presentata vestita da cowgirl, "Blanquita" di Fernando Guzzoni per la sceneggiatura

     

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    Il miglior film restaurato è "La farfalla sul mirino" di Sejun Suzuki, che mi sarebbe piaciuto riveder su grande schermo.Lo vedemmo tanti anni fa a Pesaro in una grande retrospettiva sul cinema giapponese organizzata da Marco Muller. Il miglior documentario sul cinema al film su Jonas Mekas,  Frammenti of Paradise" di K.D. Davison. Batte sua il ricchissimo "Sergio Leone" di Francesco Zippel sia l'infinito doc "Franco Zeffirelli conformista ribelle" dj Anselma Dell'olio prodotto da Francesca Verdini, che è venuta accompagnata dal fidanzato Matteo Salvini.

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    Strepitoso il regista brasiliano Pedro Harris, premiato nella sezione Venice Immersive, che ricorda che non ci sono film brasiliani in concorso perché il governo Bolsonaro ha tagliato i fondi alla cultura e al cinema e ha chiuso con la frase "Siamo tutti antifascisti". O quasi.

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