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    LA VENEZIA DEI GIUSTI - LA 73ESIMA EDIZIONE DELLA MOSTRA DEL CINEMA E’ INIZIATA BENE CON THIERRY FREMAUX CHE REGALA ALLA MOSTRA I FILM DEI FRATELLI LUMIERE SU VENEZIA - CON UN OMAGGIO AL LUIGI COMENCINI DI “TUTTI A CASA” E CON UN BEL FILM D'APERTURA, UN MUSICAL, “LA LA LAND”


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

    la la land la la land

    Alla fine, dopo i salamelecchi di Natalia Aspesi novantenne a paron Baratta, che non venne salvato 'a furor di popolo' ma dalla caduta del governo Berlusconi e dall'arrivo del governo Monti (un sincero democratico...), dopo le paginate di Bernardo Valli per celebrare Gillo Pontecorvo (ricordatevi la carrellata di Kapo' odiata da Jacques Rivette, please), e un film, La battaglia d'Algeri, che non e' un capolavoro.

     

    Thierry Fremaux Thierry Fremaux

    Dopo le toppe di The Hollywood Reporter per rassicurare che e' Toronto che rosica rispetto a Venezia e non viceversa, questa 73esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia inizia. E inizia sinceramente bene. Con Thierry Fremaux, Dio è Pippo Baudo di Cannes, che regala alla Mostra i film dei fratelli Lumiere su Venezia. Con un omaggio al Luigi Comencini di Tutti a casa, applauditissima la figlia Francesca che ha commosso la platea, con tanto di tagli di Dino De Laurentiis, e non della censura, restaurati.

    luigi comencini luigi comencini

     

    E con un bel film d'apertura, un musical, La La Land, diretto dal trentenne regista di Whiplash, Damien Chazelle, e interpretato dagli incantevoli Ryan Gosling e Emma Stone, tutti pronti per l'Oscar. Come lo saranno il direttore della fotografia Linus Sandgram, le musiche di Juston Huwitz, le coreografie di Mandy Moore. Lo schermo si apre nella prima scena in una voglia di panavision, di Donen e Minnelli, di MGM, di musical.

     

    ryan gosling ryan gosling

    Una scena di ingorgo a Los Angeles, neanche godardiana,  quasi risiana, che spinge gli automobilisti a un numero da grande musical anni 50. La storia, poi, seguira' i sogni i desideri le cadute di una barista degli Studios che vuol far l"attrice, Mia, cioe' Emma Stone, e di un pianista che vuol suonare solo jazz e aprire un locale, Seb, Ryan Gosling. Si incontreranno, scontreranno, ameranno, pensando di essere in un vero film degli anni 50 realizzato a Hollywood, mentre siamo nel 2016 e la produzione e' di Hong Kong. Anche se per acchiappare un po' di pubblico, Chazelle spinge Seb a lasciar perdere i sui sogni e suonare la tastiera per John Legend. Quello che non voleva fare. Perche'? 

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    Una prima risposta a Seb gliela da' proprio John Legend, se vuoi fare il rivoluzionario oggi non puoi fare il tradizionalista. Un'altra gliela da' il mercato. Il jazz piace solo ai vecchi, perfino Mia gli dice: Io odio il jazz. E allora? A Hollywood, come a Venezia, si fa quello che si puo'. Non ci sono piu' i Pietro Bianchi, i Morandini, i Grazzini. I generi, odiati dalla vecchia Venezia rondiana, vengono usati solo perche' sono recuperati dal cinema internazionale piu' artisticoide. Fanno moda.

     

    ryan gosling ryan gosling

    Cosi' Chazelle fa un musical non con Gene Kelly e Leslie Caron, ma con due attori di oggi, pur bravissim-, che cantano e ballano come sanno fare. I numeri complessi, alla fine, sono due o tre, e come subentra il melodramma tra i due fidanzati, la storia perde colpi. Romane un film pieno di nostalgia, di amore per Nicholas Ray e Gioventu' bruciata, per il Griffith Observatory di Los Angeles, dove Mia è Seb andranno a consolidare ballando il loro amore. Sullo schermo funziona, e' un film, un filo lungo, ma gli attori sono strepitosi. Sulla terra, si resta male, come di fornte al cinema Rialto chiuso per sempre. Con la pellicola che brucia.

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