Marco Giusti per Dagospia
les enfants des autres.
Polpettone sentimentale dove ogni momento importante è compensato da un violino o un pianoforte o una vecchia canzone fascinosa, deve molto della sua riuscita superficiale ai suoi protagonisti, una intensa e generosa Virginie Efira, ha pure grandi scene di nudo frontale che i fan apprezzeranno, il duro Roschy Zem in versione sexy star ("Fai la doccia con me?" - "No preferisco guardarti fa lei"), "Les enfants des autres" di Rebecca Zlotowski, specializzata in filmoni da vedere il sabato pomeriggio con le amiche nei quartieri alti, è una commedia borghese con punte drammatiche sulle quarantenni che si accorgono un filo in ritardo di non poter più fare figli.
virginie efira.
E si ritrovano così a crescere o a osservare i figli degli altri come da titolo. La bella Rachel, la Efira, professoressa quarantenne della scuola Maurice Ravel, dopo aver perso tempo con un giornalista di successo e aver risposto a una gravidanza con un aborto, si innamora di Ali, Roschdy Zem, disegnatore di auto con figlioletta e un'ex moglie un po' triste, Chiara Mastroianni.
Presto Rachel si rende conto che vorrebbe anche lei avere un figlio e una famiglia sua, ma il suo vecchio ginecologo, addirittura Frederick Wiseman, le dice che non ha più né molto tempo né molte chanches. Si deve sbrigare. E magari accettare una vita senza figli con maschi che sono spesso delle delusioni sentimentali.
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Ma la vita è lunga, come le dice il vecchio e saggio Frederick Wiseman. E pure crescere o formare i figli degli altri può essere importante. Virginie Efira è bella e brava, il film più adatto alle serate autunnali a casa che in concorso a Venezia. Meglio del terribile "Plametarium" visto a Venezia qualche anno fa, più seguibile, ma di scarso interesse cinematografico.
In sala dal 22 settembre in Italia.
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