Downsizing di Alexander Payne
Marco Giusti per Dagospia
Downsizing di Alexander Payne
Parte in piccolo, anzi proprio in miniatura questa Venezia 74 col film di apertura di Alexander Payne, Downsizing, satira a metà tra medicin-fiction e ecologismo alla Oukja, anche se costruito col consueto tipo di messa in scena minimale e supersobria dal regista e dal suo cosceneggiatore Jim Taylor, e interpretato da un Matt Damon totalmente in parte.
Beh, diciamo che non è un’apertura esplosiva e acchiappona come Gravity o Birdman o La La Land. Anche se sulla carta quella di Payne è una scelta, d’autore, più che giusta, come film può lasciarci un po’ più indifferenti. Anche perché Payne e Jim Taylor si avventurano in un’invenzione, sulla quale hanno molto lavorato, che parrebbe più adatta a un Michel Gondry o a un film animato della Pixar (“a Pixar movie on acid” lo definisce Variety).
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Payne ha dichiarato di voler fare qualcosa magari più simile, come trovata, a un episodio di Black Mirror puntando però, come sempre, a avvicinarsi al cinema di Hal Ashby o Robert Altman. L’idea, un po’ alla Raggi, è pura fantascienza. In un futuro identico al nostro oggi un gruppo di scienziati norvegese sotto il controllo del dottor Asbjornse, il notevole Rolf Lassgard, scopre il modo di rimpicciolire gli esseri umani.
In questo modo, sostiene lo scienziato, si potrà salvare l’umanità soffocata dai rifiuti e dai cambiamenti climatici. Chi si rimpiccilirà contribuirà alla salvezza della specie sulla terra, anche se non potrà mai più ritornare come era prima. In America questo, però, significherà soprattutto cambiare vita radicalmente e diventare ricchi. Perché quello che una famiglia non si può permettere con lo stipendio, casa, assicurazione, divertimenti, diventa totalmente accessibile in un universo minuscolo.
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Così un everyman americano di Omaha Steaks, Paul Safranek, Matt Damon, e sua moglie Audrey, la comica Kristen Wiig, decidono di farsi miniaturizzare e andare a vivere a Leisure Land. Ma le cose non andranno, ovviamente, come sperava Paul. E il suo viaggio nell’altro mondo gli aprirà gli occhi su ciò che sta veramente accadendo.
Mettiamoci anche due buffi europei scatenati sui festini, Christoph Waltz e il grande Udo Kier, una profuga vietnamita ferita, Hong Chau, che ha parecchio da raccontare su quel che sta accadendo nel terzo mondo col progetto di rimpicciolimento globale, e la stessa squadra di ricercatori norvegesi.
Dalla satira sul mondo americano, sul suo sogno infranto e sulla noia della provincia, si passa a temi più globali che riguardano tutta l’umanità. Non è La La Land, ma non è neanche il capolavoro anni ’50 di Jack Arnold e Richard Matheson, The Incredible Shrinking Man, dove un uomo diminuiva di 10 centimetri al giorno, o una versione adulta di Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi.
Downsizing di Alexander Payne
Payne si costruisce, con la scenografa Stefania Cella, il direttore degli effetti speciali James Price, e la fotografia del fedele Phedon Papamichael, un suo modo di raccontare una storia, sulla carta così lontana dal suo tipo di realismo ironico e pieno di umanità, proprio senza perdere nulla del suo tipo di cinema.
Le cose funzionano meglio quando punta alla satira sul mondo di oggi, alla violenza degli scontri classisti, come dimostra lo scena con l’ubriaco (trumpiano?) che sostiene che il voto dei piccoletti non possa valere quanto quello dei normali, ma è divertente anche quando ci racconta il rimpicciolimento di Paul e la sua perdita di identità nel mondo di Leisureland che è totalmente identico a quello da dove veniva.
Downsizing di Alexander Payne
Purtroppo, niente ragni o gattoni giganti che possano terrorizzare i piccoletti come nel film di Jack Arnold. Il cinema di Payne, da Sideways a Nebraska, non è mai aggressivo o acchiappone, e questo da una parte può essere un problema nel confronto con gli altri film di apertura degli scorsi anni tutti diretti all’Oscar, ma dall’altra gli permette una distanza morale da quello che racconta che lo rende estremamente simpatico, soprattutto rispetto a favolette ecologiche per vegani come Oukja.
Downsizing non aggiunge granché alla filmografia di Payne, magari non è il suo film più riuscito, magari nell’America di Trump diventa anche troppo realistico, ma rimane un racconto girato con classe e ironia e benissimo interpretato da Matt Damon e da tutto il cast.
Alexander Payne