Marco Giusti per Dagospia
sundown di michel franco 2
Esattamente come ne “Lo straniero” di Camus, di cui questo “Sundown”, forte opera del messicano Michel Franco sembra una ennesima variante, la storia si apre con la morte di una madre e con un figlio che si perde in una città che non è la sua precipitando sempre più in basso verso una sorta di rassicurante indifferenza. Il figlio, in questo caso, è Tim Roth, inglese finito con la sorella, Charlotte Gainsbourg, e due nipoti, in un ricco resort di Acapulco.
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Quando i fratelli ricevono la notizia della morte della madre, cercano di partire per Londra, ma Tim Roth non trova il suo passaporto. O forse finge di non trovarlo. Appena può, decide così scomparire nella città mentre la sorella e i nipoti partono per il funerale. Infatti non andrà né al resort a cercare il passaporto né al consolato per tornare a casa, come ha detto alla sorella, ma, a causa di un tassista poco rassicurante, finisce in un albergo malfamato, da dove potrà raggiungere la spiaggia e bere birra fino a stordirsi. Incontrerà una bella ragazza del posto, Iazua Larios, e inizierà una relazione composta di giornate sulla spiaggia a prendere il sole e bere birra e scopate chiusi nella stanza d’albergo.
tim roth a venezia
Ovviamente la sorella tornerà, con il loro avvocato, perché i due fratelli hanno ereditato una fortuna dai genitori, imperatori della carne di maiale. Forse è proprio da quello che Tim Roth vuole scappare. Le cose si complicheranno non poco via via che il film andrà avanti, ma non cambierà l’indifferenza del protagonista interessato solo al sole, al sesso, e a bere. Inizierà però a vedere maiali, vivi o morti, dove non dovrebbero esserci.
michel franco
Ottimo film, anche rispetto al complesso, più ricco e più politico film precedente, “New Order”, che vinse il Leone d’Argento proprio a Venezia lo scorso anno, viene invaso improvvisamente da una violenza che sembra allargarsi a macchia d’olio in un paese dove i rapporti di classe e la povertà sono problemi ben evidenti. C’è una scena bellissima di un uomo ucciso sulla spiaggia da un killer con il sangue che va ovunque in mezzo al mare.
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Ma non è che a Tim Roth, in fuga dai miliardi della famiglia, sembri un posto più pericoloso dell’Europa. Lorenzo Vigas, premiato qualche anno fa a Venezia con il Leone d’Oro per “From Afar” e presente quest’anno con il suo nuovo film, “La caja”, è qui produttore esecutivo.
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