Marco Giusti per Dagospia
notte fantasma
Già un film ambientato in una Roma completamente notturna che inizia al Pigneto e chiude all’Isola Tiberina mi mette di buon umore. Mettiamoci anche un Edoardo Pesce magari già visto, ma sempre di grande tenuta come poliziotto fuori di testa che tiene in ostaggio una notte un minorenne mezzo egiziano e mezzo asiatico, Yothin Clavenzani, già visto nella serie “Skam Italia”, arrestato perché ha appena comprato 50 euro di fumo da portare agli amici.
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Insomma, anche con molti difetti e non poche ingenuità questo “Notte fantasma”, passato a Orizzonti, scritto e diretto dal trentenne Fulvio Risuleo, che con Pesce girò un altrettanto riuscito “Il colpo del cane”, è un film girato con garbo e scritto con attenzione su personaggi solo apparentemente scontati. Non si sa cosa effettivamente voglia il poliziotto suonato di Pesce dal giovane protagonista, buffo, simpatico e sovrappeso. Spaventarlo? Portarlo in giro per passare la nottata, usarlo per provocare risse e incidenti?
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Il fascino del film, soprattutto nella prima parte, è proprio nel non capire la natura del rapporto fra i due e il perché dei soprusi del poliziotto. Così spinge il ragazzo a ballare e poi baciare una ragazza ubriaca solo per arrivare a una rissa con i gestori di un bar e poter menare tranquillamente la gente. Poi lo porta al Verano dove finge di volerlo uccidere.
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Pesce, più controllato di altre volte, si cuce addosso un personaggio di violento, pronto a ogni tipo di eccessi e completamente fuori di testa. Ma il ragazzo, ostaggio, piano piano inizia a intravedere in lui una umanità e un dolore reali e inaspettati. Rispetto a altri film simili, mi sembra che ci sia qui un controllo maggiore della storia e della messa in scena, con un’ottima fotografia notturna di Guido Mazzoni.
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