Mario Sconcerti per corriere.it
Il Napoli, Spalletti e il gioco in verticale
SPALLETTI
La vera sorpresa è il Napoli, nessuno pensava fosse a questi livelli. È diverso per gioco e qualità individuale. Stupisce la tranquillità che riesce a mettere accanto all’ordine, è pieno di movimenti che aprono continui corridoi sul campo. Spalletti è bravo ma non è una novità, ha sbagliato pochissimo in carriera. Arrivava quarto all’Inter quando l’Inter era da quinta-sesta posizione. È stato vicino allo scudetto con una Roma non ancora all’altezza. La sua differenza naturale si accoppia oggi a giocatori di stili diversi che si completano a vicenda.
È una costruzione da vecchio calcio italiano intelligente. Il Napoli gioca soltanto in verticale e si muove con sincronia, ma in più ha giocatori fuori scala come Osimhen, Anguissa, Kvaratskhelia, Lobotka, l’ultimo Zielinski, diventato un 10 autentico, lo stesso Kim, Di Lorenzo. E pochi hanno riserve come Elmas, che sembra Insigne, o Raspadori.
leao dinamo zagabria milan
Il Milan e due problemi
Contro questo avversario il Milan ha fatto la sua strada. Ha solo due punti meno di un anno fa, è il Napoli che ne ha fatti troppi di più. Alla fine è arrivato stanco, più di nervi che di gioco. Segnare gli costa sempre fatica nonostante la crescita di Giroud e in parte Leao. Ha difficoltà in trasferta dove ha il decimo attacco, 9 reti, meno di Udinese e Torino. Costruisce con più affanno. Questo segnala un piccolo vuoto sul campo tra i centrocampisti e Diaz dove spesso comandano gli avversari. Diaz è uno scattista, quindi si allunga sul campo e non sempre diventa utile. Il Milan è però la squadra che può crescere di più. Se riesce a gestire il problema dei tanti soldi che Leao deve allo Sporting Lisbona e se De Ketelaere finirà per assomigliare a se stesso.
I gol subiti dall’Inter
marotta inzaghi
C’è una regolarità nella strana parabola dell’Inter: prendeva tanti gol quando giocava male, continua a prenderli oggi che gioca molto meglio. Se ci fermiamo con calma sul dato, capiremo che è molto importante. Con questa media lunga ormai 15 partite, a fine stagione l’Inter subirebbe tra i 56 e i 57 gol. Temo sia impossibile vincere qualcosa con questo handicap. Non solo, ma è lecito pensare che se una squadra ha questo limite, non è ancora una squadra completa. Subire gol è una conseguenza del gioco collettivo. Qualcosa deve per forza cambiare. Diversa la situazione della Juve che segna poco ma non subisce gol. Questa è una regolarità magra, ma è regolarità.
Le novità della giovane Juventus
adrien e veronique rabiot
Fagioli e Kean, più Miretti, sono tra le novità più importanti della stagione. Perché non hanno da soli trasformato la squadra, ma le hanno dato uno scopo. Quando un’onda lunga avanza alle spalle, anche i giocatori più stanchi ritrovano stimoli. Allegri non gioca il calcio che preferisce, gioca quello che sente più adatto. Oggi ha una squadra perfino moderna nel suo senso classico. Il salto è avvenuto quando Rabiot si è messo a dare quanto si cercava da Pogba, cioè classe, personalità, peso. E quando Cuadrado ha potuto accorciare il suo spazio sul campo. Ma pur nella rimonta, anche la Juve manifesta un limite poco credibile: segna pochissimo in trasferta, appena 4 gol, quanto Verona e Sampdoria, nessuno ha segnato meno.
mourinho
La Roma è la delusione
Forse la Roma, per il poco gioco. Mourinho dice che è mancato troppo Dybala. In questo ha ragione, ma carattere e qualità, senso del campo, si possono raggiungere in molti altri modi. Il Torino, per esempio, non ha Dybala, ma gioca bene. Fra le delusioni non aggiungerei l’Atalanta, che fa quello che può tra rinnovamento e infortuni. Come onestamente mi sembrava abbastanza scritto il cammino di Verona e Samp.
Si aggiunge un difensore, si segna meno
Sembra allontanarsi la necessità di palleggiare a ogni costo. Tra le prime quattro solo il Napoli gioca con il 4-3-3 e le sue piccole varianti. Juve, Inter, Roma si sono messe a tre in difesa, spesso anche il Milan. L’Atalanta c’è sempre stata. La ricerca inferiore di palleggio ha consentito di aggiungere un difensore, infatti si segna meno. È migliorato il livello del gioco, si ha anche meno paura di far giocare i giovani. Il Lecce ha il 21 per cento dei giocatori in rosa sotto i 21 anni, il Torino quasi il 16 per cento. Sempre poco, il Barcellona è al 29,5, l’Arsenal al 26,7. Ma stanno diventando buone percentuali anche le nostre. Mi ha colpito un giocatore, Sernicola della Cremonese.
LUCIANO SPALLETTI