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    ALESSANDRO IMPAGNATIELLO POTREBBE ESSERE LIBERO TRA 10 ANNI – SEBASTIANO ARDITA, PROCURATORE DI CATANIA, SPIEGA COME IL KILLER DI GIULIA TRAMONTANO POSSA USCIRE DI PRIGIONE DOPO AVER AMMAZZATO LA COMPAGNA INCINTA AL SETTIMO MESE PER COLPA (ANCHE) DELLA RIFORMA CARTABIA – OGGI L’AUTOPSIA CHIARIRÀ LA DINAMICA DELL’OMICIDIO - CONTINUANO LE RICERCHE PER TROVARE IL CELLULARE DI GIULIA, IMPAGNATIELLO AVEVA CERCATO SU INTERNET COME PROGRAMMARE MESSAGGI SU WHATSAPP PER CONTINUARE A SIMULARE LA FUGA DELLA COMPAGNA. AI CARABINIERI AVEVA DETTO: “È ANDATA A COMPRARE LE SIGARETTE”


     
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    1.OMICIDIO DI GIULIA TRAMONTANO, IL PROCURATORE: «ALESSANDRO IMPAGNATIELLO PUÒ ESSERE LIBERO TRA 10 ANNI»

    Estratto da www.open.online

     

    rilievi della scientifica a casa di alessandro impagnatiello rilievi della scientifica a casa di alessandro impagnatiello

    L’inchiesta nei confronti di Alessandro Impagnatiello per l’omicidio di Giulia Tramontano va verso la chiusura. L’ipotesi che il barman dell’Armani Bamboo abbia avuto dei complici è ormai residuale. Anche se rimangono alcuni dubbi sulla dinamica. Saranno gli esiti dell’autopsia, in programma per domani mattina, a sciogliere gli ultimi nodi.

     

    alessandro impagnatiello alessandro impagnatiello

    Ma il video che lo ritrae mentre pulisce le ultime macchie di sangue potrebbe aver chiuso il cerchio. Intanto però Sebastiano Ardita, ex consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura e procuratore aggiunto a Catania, lancia un allarme. Ardita sostiene che l’assassino di Giulia Tramontano potrebbe «uscire dal carcere dopo una decina di anni, come è accaduto ad altri». E potrà chiedere subito un percorso di giustizia riparativa. E questo grazie alla riforma Cartabia.

     

    rilievi della scientifica a casa di alessandro impagnatiello rilievi della scientifica a casa di alessandro impagnatiello

    […] Il magistrato sostiene nel colloquio con Antonella Mascali che il pronostico sui dieci anni di prigione non è campato in aria. «La riforma prevede che sin dal primo atto l’indagato deve essere informato della facoltà di accedere a percorsi di giustizia riparativa.

     

    Dal momento che la giustizia riparativa è una cosa seria e presupporrebbe una elaborazione della propria condotta, oltreché la certezza della responsabilità penale, ritengo che sia improponibile che immediatamente dopo l’arresto si possano avviare questi percorsi, anche per rispetto delle vittime dei reati.

    IL PORTAPACCHI USATO DA ALESSANDRO IMPAGNATIELLO SENZA E CON IL LUMINOL IL PORTAPACCHI USATO DA ALESSANDRO IMPAGNATIELLO SENZA E CON IL LUMINOL

     

    È offensivo, oltreché pericoloso, che un indagato per violenza sessuale o per omicidio possa chiedere di incontrare la vittima o i parenti prima ancora del processo», premette.

     

    Poi spiega: «Se sarà condannato e avrà attenuanti per la confessione o il beneficio per il percorso della giustizia riparativa, fra liberazione anticipata e misure alternative o libertà condizionale, potrebbe uscire dal carcere dopo una decina di anni. Come è già accaduto ad altri».  […]

     

     

     

    2.IL VIDEO IN CUI L’ASSASSINO PULISCE IL SANGUE SULLE SCALE CACCIA AL TELEFONINO DI GIULIA

    Estratto dell’articolo di Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”

     

    ALESSANDRO IMPAGNATIELLO PULISCE LE MACCHE DI SANGUE SULLE SCALE - FOTO ESCLUSIVA TELELOMBARDIA ALESSANDRO IMPAGNATIELLO PULISCE LE MACCHE DI SANGUE SULLE SCALE - FOTO ESCLUSIVA TELELOMBARDIA

    Quanto ha sofferto Giulia, come è morta e cosa ha fatto per ucciderla Alessandro Impagnatiello. A queste domande dovrà rispondere, a partire da oggi, un pool di medici legali con anche un tossicologo e un esperto di ginecologia e ostetricia forense. Il veleno e le ferite L’autopsia sul corpo della 29enne dovrà chiarire l’ipotesi che sia stata avvelenata con il topicida trovato nello zaino del compagno. Ma anche la dinamica del delitto.

     

    Se Giulia è stata colpita a freddo, in un agguato, come le ferite trovate al collo fanno ipotizzare agli inquirenti. E come e quando è morto il piccolo Thiago e se, in caso di avvelenamento, ci sono stati effetti sul feto. I carabinieri hanno acquisito le cartelle cliniche sulla gravidanza della donna.

    C’è il sospetto che la vittima sia stata accoltellata anche nella zona dell’addome, al pancione. Nel suo primo esame il medico legale non aveva evidenziato lesioni ma il corpo era in parte avvolto dal cellophane e da sacchetti della spesa.

    il ceppo di coltello da cui alessandro impagnatiello ha scelto l'arma per uccidere giulia tramontano il ceppo di coltello da cui alessandro impagnatiello ha scelto l'arma per uccidere giulia tramontano

     

    Chiarire la macabra dinamica del delitto è un aspetto fondamentale non solo per verificare la genuinità della confessione di Impagnatiello, ma anche per rivalutare le aggravanti del reato. Come quella della «crudeltà» che, al pari della premeditazione, è stata esclusa dal gip Angela Minerva.

     

    Le ricerche su Google effettuate giorni prima del delitto, come quella sugli effetti per l’uomo del veleno per topi, fanno pensare ai carabinieri e ai pm Letizia Mannella e Alessia Menegazzo che il 30enne volesse uccidere Giulia ben prima dell’incontro-verità con l’amante di sabato 27 maggio.

     

    Alle 4.44 della notte tra lunedì e martedì, due giorni dopo il delitto, Impagnatiello aveva cercato come effettuare un «invio programmato» di mail e messaggi Whatsapp. Il cellulare di Giulia non è ancora stato trovato, le ispezioni nei tombini del capolinea Comasina (dove l’avrebbe gettato) vane. Il sospetto è che Impagnatiello non si sia liberato subito del telefono, a differenza di quanto confessato. E che, anzi, volesse usarlo per inviare messaggi automatici per continuare a simulare la farsa di una fuga volontaria, come ha fatto dal primo istante.

     

    Il piano lucido In questi giorni frenetici di interrogatori, gli investigatori stanno ricostruendo anche la personalità di Impagnatiello. […]

     

    2.LA CARABINIERA CHE HA TROVATO IL CORPO DI GIULIA TRAMONTANO: «IMPAGNATIELLO CI HA DETTO CHE ERA USCITA PER COMPRARE LE SIGARETTE»

    Estratto da www.open.online

     

    GIULIA TRAMONTANO GIULIA TRAMONTANO

    La maggiore Daniela Nuzzo è comandante della compagnia di Rho. Il territorio di Senago è di sua competenza. Ha partecipato alle ricerche di Giulia Tramontano e alle indagini su Alessandro Impagnatiello. E ha scoperto il cadavere della ragazza nell’intercapedine di un locale box a 500 metri dalla casa del barman dell’Armani Bamboo.

     

    Oggi in un’intervista all’edizione milanese di Repubblica dice che su Impagnatiello «Sin da subito io e il comandante di stazione di Senago abbiamo avuto dei dubbi. L’indagato nella denuncia diceva che Giulia si era portata via dei soldi, il passaporto, effetti personali, poteva essere anche plausibile che se ne fosse andata dopo dei litigi di quel tenore. In cuore mio c’era l’ottimismo di pensarlo, di sperarlo.

     

    Ma io faccio questo lavoro da quando ho 19 anni, già da subito siamo formati per andare oltre le apparenze, e i segnali che avevamo hanno fatto traballare l’ipotesi messa in campo dall’indagato».

     

    ALESSANDRO IMPAGNATIELLO - GIULIA TRAMONTANO ALESSANDRO IMPAGNATIELLO - GIULIA TRAMONTANO

    Nuzzo spiega che Impagnatiello ha detto all’inizio ai carabinieri che Giulia Tramontano era uscita per comprare le sigarette: «Ci è parso strano. Come la precisione di quello che si fosse portata via, 500 euro, il passaporto, il bancomat, le carte di credito. E che dopo così poche ore fosse venuto a fare denuncia.

     

    La mattina seguente abbiamo subito sentito l’altra compagna, che è stata molto sincera e ci ha dato elementi per capire che dietro a quella personalità all’apparenza pulita, con un lavoro in un posto alla moda e una famiglia dietro all’apparenza come tante, c’era una mente machiavellica, con delle zone d’ombra.

    alessandro impagnatiello esce di casa dopo aver ucciso giulia tramontano alessandro impagnatiello esce di casa dopo aver ucciso giulia tramontano

     

    L’abbiamo capito quando lei ci ha messo davanti il test del Dna falso. E poi sono state cruciali le incongruenze tra quello che ci ha raccontato lei e il racconto di lui rispetto a quella notte: ha omesso di essere andato da lei». […]

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