Anna Maria Liguori per "la Repubblica"-Roma
Pino Pelosi«Vieni avanti Pino, anche se non ci conosciamo ti chiedo una cosa. Sono stato amico di Pierpaolo e non ho mai creduto alla tua versione dei fatti. Hai mentito per paura, perché eri minacciato. Ora dicci cos´è successo». L´ex sindaco di Roma Walter Veltroni incalza Pino Pelosi, reo confesso della morte di Pierpaolo Pasolini, arrivato a sorpresa nella libreria Mondadori in via Piave, durante la presentazione del libro "Nessuno pietà per Pasolini" di Stefano Maccioni, D. Valter Rizzo e Simona Ruffini.
PasoliniL´ex "ragazzo di vita" era un minuto prima in fondo alla sala, aveva battibeccato con gli autori, aveva sottolineato di «essere una vittima e non un carnefice», di non voler «essere chiamato Giuda» perché era stato «aggredito e minacciato». È stato allora che Veltroni, seduto tra i relatori, lo ha invitato a parlare e poi, una domanda dopo l´altra, gli ha cavato fuori una sorta di confessione, certo l´ennesima versione, ma pur sempre una confessione. «Hai parlato di tanta gente coinvolta nell´omicidio - ha sottolineato Veltroni - tutti morti. Anche l´assassino è morto? O vive e non ha mai pagato?». Pelosi è titubante ma cede: «Sì - ammette - è ancora vivo».
1974 walter veltroni p p pasolini manifestantiUna verità che arriva dopo un´intervista a tutti gli effetti nata a braccio, l´ex leader del Pd fa domande e lui risponde, come forse non ha fatto mai. «Chi ti minacciava?», chiede Veltroni. «I fratelli Borsellino», risponde Pelosi (morti entrambi di Aids, ndr). «Dicci di quella sera», chiede Veltroni. E lui racconta: «Pasolini mi ha fatto salire in macchina a Termini. Siamo andati a cena al Biondo Tevere. Poi siamo andati all´Idroscalo e abbiano avuto un rapporto sessuale. Io sono sceso dall´auto per fare pipì. Dopo qualche secondo ho visto arrivare una moto con due persone a bordo e un´auto, forse una 1300 o una 1500, con quattro uomini.
In seguito ho ricordato che ci seguivano dalla stazione. Un paio di loro hanno tirato Pierpaolo fuori dall´abitacolo e hanno cominciato a picchiarlo, era a terra già mezzo morto quando gli sono passati addosso con l´auto». Veltroni torna a capo: «È stato allora che hanno cominciato a minacciarti?». Pelosi annuisce: «Uno di oro è venuto da me, me le avevano già date, e mi ha detto "inventati qualcosa, se dici qualcosa famo fuori te e tutta la famiglia tua".
Pasolini mortoE pure in galera me lo ricordavano, erano detenuti questi, quando mentivo mi dicevano "bene così". Non mi hanno mai mollato». E Veltroni. «Pure il tuo anello nella sua macchina era un bluff?». Ancora una volta dice sì: «Ce l´hanno buttato loro per incastrami. Era tutta una trappola per farlo fuori. Una cosa pensata». Poi Pino Pelosi tace di botto, va verso Veltroni gli stringe la mano e se ne va.