1. COSÌ PUTIN STA PERDENDO L’AFRICA
Estratto dell’articolo di Federico Rampini per www.corriere.it
vladimir putin summit russia africa 2023
L’ultima «mossa del grano» di Vladimir Putin, cioè la promessa di fornirlo gratis all’Africa, nasce da una paura: quel continente gli sta voltando le spalle. Il campanello di allarme è suonato in occasione del summit Russia-Africa che si sta svolgendo […] a San Pietroburgo, proprio nella città di Putin. A questo importante summit […] si sono presentati solo 16 capi di Stato africani, cioè meno della metà rispetto ai 43 che parteciparono al primo vertice con questo formato che si tenne a Sochi nel 2019.
Altri dieci paesi hanno declassato la propria partecipazione mandando a San Pietroburgo i loro primi ministri; ma anche aggiungendovi questi il totale rimane molto al di sotto rispetto a quattro anni fa.
I numeri deludenti sono una bocciatura per l’attivismo della diplomazia russa, a cominciare dal ministro degli Esteri Sergei Lavrov. Quest’ultimo aveva moltiplicato gli sforzi (incluse molte visite sul continente nero) per mobilitare la partecipazione degli statisti africani.
FEDERICO RAMPINI
[…] Il calo dei partecipanti al summit Russia-Africa sembra dimostrare che a qualcosa sono servite le pressioni americane ed europee, pur senza determinare svolte clamorose.
Il grosso del danno all’influenza russa in Africa in realtà lo ha inflitto lo stesso Putin. I governi del Grande Sud sono sensibili alla propaganda russo-cinese che denuncia i vizi neo-colonialisti e imperialisti dell’Occidente; però sono anche sensibili ai numeri. E i numeri dicono che la Russia in Africa è un partner economico marginale, pressoché irrilevante.
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Inoltre Putin ha accumulato le promesse tradite e la sua credibilità ne risente. Come documentano i dati raccolti in un servizio del Washington Post, al summit del 2019 Putin si impegnò a espandere il commercio con l’Africa fino a raggiungere più del doppio del livello di partenza, portandolo in cinque anni da 16,8 a quasi 40 miliardi di dollari.
Secondo i dati dell’agenzia di stampa ufficiale Tass, che attinge al ministero del commercio estero russo, nel 2021 l’interscambio con l’Africa era salito pochissimo, a 17,7 miliardi, per lo più concentrato su armi e grano. Per capire la modesta entità di queste cifre bisogna paragonarle all’interscambio tra l’Unione europea e l’Africa che è di 295 miliardi di dollari annui, a quello tra Cina e Africa a quota 254 miliardi, infine a quello degli Stati Uniti pari a 83,7 miliardi.
vladimir putin summit russia africa 2023
Quando Putin annuncia che fornirà grano gratis ai paesi dell’emisfero Sud, anche questa promessa viene accolta con scetticismo alla luce dei precedenti. Come donatore di aiuti umanitari la Russia è tra i più avari del mondo. Riesce ad essere perfino meno generosa di paesi molto più poveri. Le donazioni fatte da Mosca al World Food Program, l’agenzia Onu che combatte la fame nel mondo, sono state di soli 6,5 milioni di dollari quest’anno cioè inferiori a quanto hanno donato l’Honduras, la Guinea Bissau e il Sud Sudan.
Può darsi che stavolta sul grano Putin voglia mantenere la promessa, ma in tal caso si tratta di una mossa tattica a fini commerciali: l’agricoltura russa soffre di sovrapproduzione. […]
[…] Dato che la Russia ha un peso economico minuscolo, sia nel commercio che negli investimenti, in passato aveva compensato quella debolezza con la sua presenza militare. Come security provider, cioè come fornitore di sicurezza armata a questo o quel governo africano, Putin ha offerto i propri servizi di protezione prevalentemente attraverso il Gruppo Wagner.
soldati mercenari russi in africa
Il recente tentativo di insubordinazione della milizia di mercenari contro le forze armate regolari di Mosca, ha gettato un’ombra anche sull’effettivo peso militare della Russia. Questo si aggiunge al bilancio fallimentare della «operazione speciale» che doveva conquistare l’Ucraina in pochi giorni e invece ne ha già consumati 500 senza veri successi.
Sarebbe prematuro concludere che l’Africa è pronta a uscire dal suo non allineamento. I consensi verso l’Occidente non aumentano in modo molto visibile. Il calo d’influenza della Russia può andare a beneficio della Cina, dell’Arabia Saudita, dell’India, della Turchia, gli altri attori geopolitici interessati alla posta in gioco. Resta da registrare che le batoste subite da Putin non passano inosservate neanche in quei paesi africani dove lui pensava di avere ancora una sponda benevola.
al sisi con vladimir putin summit russia africa 2023
2. IL VERTICE E IL CONTROVERTICE DI PUTIN E PRIGOZHIN CON L'AFRICA
Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio”
Dal tavolone, Vladimir Putin è passato al tavolino per radunare a San Pietroburgo i capi di stato e di governo dei paesi africani. Se si confrontano le foto del summit Russia-Africa del 2019 con quelle del summit cominciato oggi, si notano le defezioni e il restringimento del tavolo rotondo attorno al quale si sono seduti i leader del continente su cui Putin sta puntando da anni e che vuole allontanare dall’occidente.
EVGENIJ PRIGOZHIN CON UN RAPPRESENTANTE DELLA REPUBBLICA CENTRAFRICANA A SAN PIETROBURGO
E per creare e rafforzare la presenza russa in Africa, Putin ha contato sempre sull’aiuto di Evgeni Prigozhin, il “traditore” che a fine giugno ha organizzato la marcia “della giustizia” della compagnia Wagner arrivando quasi alle porte di Mosca. A sorpresa, Prigozhin oggi era proprio a San Pietroburgo, dove ha accolto alcuni leader africani all’hotel Dvorets Trezzini (Trezzini Palace Hotel), in centro, e aveva molta voglia di far notare la sua presenza.
[…] Poi Prigozhin avrebbe incontrato anche diplomatici del Mali e del Niger: proprio nelle ore in cui comparivano le prime bandiere russe nella capitale Niamey, il capo della Wagner ha definito il colpo di stato contro il presidente Bazoum una “battaglia contro i colonizzatori”.
Prigozhin si è fatto anche fotografare davanti a un’enorme cartina geografica dell’Africa in compagnia del capo dell’emittente filorussa Afrique Media. Putin al Palazzo Konstantinovsky ha svolto il suo vertice, Prigozhin al Trezzini Palace Hotel il suo controvertice. Quanto fossero consapevoli delle manovre che si svolgevano a venti chilometri di distanza l’uno dall’altro non si sa, ma Prigozhin sembra muoversi con sufficiente libertà per la sua città e anche per gli affari del Cremlino.
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Tra entusiasti, grati, scettici e tifosi – come chi si è presentato con il volto del presidente russo impresso sulla maglia – Putin ha cercato accordi e appoggi. Ha voluto incontrare tutti separatamente, ha atteso il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, ha stretto mani, ha detto di avere un piano per costruire un nuovo mondo multipolare, ha ringraziato per la presenza e la pazienza e soprattutto ha promesso grano gratis a sei paesi africani: “Nei prossimi mesi saremo in grado di garantire forniture gratuite da 25.000 a 50.000 tonnellate di grano a Burkina Faso, Zimbabwe, Mali, Somalia, Repubblica centrafricana ed Eritrea”.
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La Russia è un paese che esporta grano e alla sua capacità produttiva adesso aggiunge quella dei territori ucraini che ha occupato, ma con il Mar Nero che è tornato inaccessibile comunque avrà difficoltà a trasportare i cereali. Quando Putin ha deciso di non estendere gli accordi sul grano, lo ha fatto sostenendo che l’iniziativa siglata separatamente da Kyiv e da Mosca aiutava l’Ucraina e riforniva di cereali i paesi ricchi.
Invece sono gli stati africani i più colpiti non soltanto dalla mancanza di grano, ma anche dall’aumento dei prezzi causato dal blocco del Mar Nero. Alcuni leader hanno boicottato il summit proprio per la decisione di porre fine all’accordo, altri hanno deciso di partecipare ugualmente ma inviando diplomatici, viceministri e non capi di stato. Putin sta cercando di costruire una nuova alleanza attraverso il grano, promettendo tonnellate in dono.
Alla forza militare della Wagner, che in Africa già presidia gli affari russi, ora sta unendo il ricatto alimentare e questo è uno dei motivi per cui non può fare a meno del “traditore” Prigozhin. […]
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