Gustavo Bialetti per “la Verità”
BAMBINI STRANIERI
In tempi di buonismi e lotta alle fake news, bisogna riconoscere che la mamma delle notizie stupide è sempre incinta. C' è un tale bisogno di rassicurarci a vicenda del fatto che, grazie al pieno appoggio di ogni élite del pianeta, non torneranno né il nazismo, né il fascismo, né l' antisemitismo, che anche le normali notizie di costume vengono utilizzate per dimostrare che «il Paese reale» è più avanti di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni. E, nel caso si riprendesse dai suoi business, anche di Silvio Berlusconi.
L'ARTICOLO DE LA STAMPA SUI NOMI ITALIANI DATI AI BAMBINI STRANIERI
L' ultimo saggio di questo schema mediatico da sociologi del bar è la seguente fanta-notizia, che prendiamo dalla Stampa di ieri, ma che era riportata con la medesima gioia un po' ovunque: «Li chiameremo Leonardo e Sofia. Quando gli stranieri scelgono nomi italiani per i figli». Nell' articolo, gonfio di poesia, si parte da Giulietta e Romeo e si ricorda che il nome italiano «per i giovani genitori stranieri da poco arrivati in Italia è uno strumento potente per assicurare ai figli più accoglienza e integrazione».
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Come no. Anche noi potremmo chiamare un figlio Jeeg o Kyashan, in omaggio ai cartoni, ma questo non garantirebbe che parlasse giapponese. Ma prima di ricavare teorie sull' integrazione buone per la vigilia di Natale, bisognerebbe ricordare che se il fenomeno dei nomi italiani è vero per i cinesi, si tratta spesso di un doppio nome per non essere esclusi dal mondo degli affari.
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Mentre per i rumeni, che sono di ceppo latino, molti nomi sono comuni alle due lingue. Invece il fenomeno del nome italico è raro per gli islamici, molto gelosi (e giustamente) delle loro tradizioni. E alla fine, anche questo conferma che non si vogliono integrare davvero. Insomma, era la solita fake news dei cacciatori di fake news.
IUS CULTURAE - I DATI DEL SONDAGGIO DI NANDO PAGNONCELLI