DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Giampiero Mughini per Dagospia
Caro Dago, ci mancherebbe altro che io non pianga la vita spezzata di Michela Murgia, contando niente che le sue idee fossero così diverse dalle mie. Mi pare sia stato Roberto Saviano a commemorarla vantandone il fatto che lei era una che "prendeva posizione", ossia che sceglieva una parte e la sosteneva col dare addosso alla parte o alle parti avverse. E a dar loro addosso coi controfiocchi, ossia menando duro e in pieno volto.
Ebbene pur appartenendo a una generazione che fin dagli anni Sessanta è fiorita menando colpi all'impazzata _ e su quegli anni non c'è nessuno che abbia a dirmi qualcosa che non so _, oggi non è più questa la latitudine cui mi colloco. Anche perché quelli che sostengono la primazia del "prender posizione" in realtà vogliono dire che la posizione che va presa è la loro, e guai a prendere una posizione diversa. Di certo è il caso di Saviano, al quale peraltro auguro ogni bene.
MICHELA MURGIA E LORENZO TERENZI
Io invece sono oggi uno che non ha una "parte", e che quando affronta un personaggio pubblico o un problema di rilievo o quello che volete voi, sa come inizierà il ragionamento ma non come lo finirà. Perché a me non interessa "prendere una posizione" e tatuarmi in fronte che razza di posizione è. A me interessa mettere a nudo tutti i lati della questione, la sua possibile ambiguità. A me non interessa arrivare a una sentenza e pronunciarla a voce alta mentre deambulo nella rete fognaria che ha nome "social", a pronunciarla a voce alta in uno scritto di poche righe eruttato in cinque o dieci minuti. Di tutte queste "prese di posizione" me ne strafotto altissimamente.
roberto saviano ai funerali di michela murgia 1
Essere antifascista? E' una tale ovvietà che mi vergognerei persino a pronunciarla. Resta il fatto che se c'è uno che con la storia del fascismo ha un rapporto diverso dal mio, io non cerco a tutta prima di azzannarlo, di dirgliene di tutti i colori, di ricordargli la morte di Matteotti e la cella di Gramsci. Cerco di capire che cosa lui intende col dirsi fascista, a quali valori esattamente fa riferimento, che cosa intende fare di reale nella società italiana del terzo millennio. Ne sto parlando in una casa romana sita a poche decine di metri dall'indirizzo di viale Trastevere dove i nazi bussarono alla mattina presto del 16 ottobre 1943 per poi asportarne un'intera e numerosa famiglia ebrea, ivi compresi due adolescenti, nessuno dei quali tornò vivo.
Ecco una cosa è sicura, che noi non siamo al 16 ottobre 1943 ma in tutt'altro anno e in tutt'altro millennio e che nessuna famiglia ebrea che abitasse a viale Trastevere avrebbe di che temere se qualcuno bussasse alla loro porta. Né mi pare che ci sia qualcuno che se lo augura di andare a bussare con intenti malevoli alla porta delle case dove abitano famiglie ebree E' semplice, no?
E' semplice che i nostri problemi oggi sono tutt'altri e richiedono dunque tutt'altre denominazioni e tutt'altre etimologie che non siano quelle adattabili ai fatti del secolo scorso. Tutt'altre "posizioni" che quelle prese durante la guerra civile tra italiani. O no?
A me sembra molto semplice. E poi c'è un altro fatto immane, e cioè che alla vita democratica sono necessarissimi quelli che prendono una posizione diversa dalla tua. Per me è un fatto acclarato che in Ucraina abbiano cominciato i russi a invadere e uccidere, però mi è necessarissima la posizione di quanti reputano che non è a forza di armi usate da una parte e dall'altra che si porrà fine alla tragedia, che bisogna trovare i termini di un compromesso che sia accettabile da entrambe le parti. Assolutamente bisogna trovarli. E perciò leggo con attenzione spasmodica quelli che "prendono posizione" sulle pagine del Fatto, un giornale di cui non condivido molte "posizioni" ma che mi mancherebbe molto se alla mattina non lo trovassi all'edicola. Tutto qui.
giuseppe valerio fioravanti e francesca mambro
Ps. mi metto i guanti bianchi prima di "prendere posizione" su chi davvero ha messo la bomba alla stazione. Non ne ho letto a sufficienza, due o tre libri dei dieci o quindici che dovrei conoscere. C'è che io sono persuaso che Valerio e Francesca quella bomba non l'abbiano messa loro, e questo perché non sta né in cielo né in terra con tutto quello che loro sono stati, le loro follie omicide ivi comprese. Follie che erano inscritte nel loro dna di ventenni. La bomba di Bologna no, quella non era inscritta affatto. Se prendo "posizione"? C'è che fra un paio di giorni verranno a cena da me, loro due e una giornalista radicale loro amica. Mi sembra una "posizione" del tutto pertinente.
valerio fioravanti francesca mambrovalerio fioravanti foto di bacco
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