Giampiero Mughini per Dagospia
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Caro Dago, c’è che tutti i giorni che ci separano dal prossimo 16 maggio – scadenza del primo rateo Iva da quando è stata introdotta la fattura elettronica – saranno giorni letali per i tanti contribuenti italiani quorum ego che traggono il loro pane da un lavoro fatturato con tanto di partita Iva.
Premesso che da questa introduzione il fisco italiano se ne avvantaggerà poco o niente, e che al contrario aumenterà il lavoro fatto in nero da chi non sa o non vuole assoggettarsi al supplizio della fattura elettronica, resta che il supplizio sopportato da noi contribuenti onesti è in questi giorni veramente al di là del bene e del male.
FATTURAZIONE ELETTRONICA
Passo mattinate a richiedere la fattura elettronica a chi fa lo gnorri; urlo al telefono ad amministrazioni particolarmente cialtronesche che sono riuscite a “perdersi” persino la fattura elettronica; ricomincio da zero fatture elettroniche che sto facendo e che a un certo punto si dileguano nell’etere; sono costretto a fare una seconda copia cartacea come “cortesia” a chi non è ancora organizzato a dovere; rinuncio a chiedere la fattura per piccoli importi che messi tutti assieme faranno una cifra cospicua di deduzioni fiscali che ci rimetto per sempre; pagherò il dovuto al mio commercialista che si batte come un leone per farmi avere una fattura elettronica da aziende importanti che per adesso si sottraggono al dovere di farla malgrado le tante mie telefonate di sollecito.
Mi chiama adesso il mio commercialista disperato, mi dice che potremmo fare una autofattura lì dove non ci hanno mandato una fattura elettronica, ma che a questo punto rischieremmo di pagare due volte l’Iva. Il 16 maggio prossimo venturo sarà per noi partite Iva un bagno di sangue. E’ l’Italia, bellezza
GIAMPIERO MUGHINI
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