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— ?? (@rrtvln) July 5, 2022
Giampiero Mughini per Dagospia
giampiero mughini
Caro Dago, non sono mica sicuro che dopo queste tre ore e mezza di gran bel tennis tra il nostro Jannick Sinner e il Novak Djokovic vittorioso al quinto set, io sia meno stanco di quel dannato serbo. Anzi sono sicuro del contrario.
Così come dopo i primi due e sonanti set vinti dal nostro talentuosissimo ventenne, già alle prime battute del terzo set ho pensato che non ci sarebbe stato scampo per Jannick. Lo ha detto Paolo Bertolucci, che da giocatore di tennis era il dodicesimo al mondo ma che da commentatore televisivo è tra i massimi per intelligenza e garbo. (Ovviamente Gianni Clerici era fuori classifica, faceva un altro mestiere.).
jannik sinner a wimbledon durante la partita con djokovic 1
E cioè che già nelle prime battute del terzo set Djokovic era “entrato in automatico”, ossia faceva quello che sa fare allo stesso modo di come respira, ribatteva tutto il possibile, tutto l’esistente, e senza il minimo sforzo.
E dire che nei primi due set un Sinner alle prime armi in fatto di colpire la palla dopo che è rimbalzata sull’erba era stato all’altezza di Djokovic in ogni angolo del campo e in ogni movenza del gioco. E non che il gioco di Djokovic lui lo subisse, niente affatto.
jannik sinner novak djokovic wimbledon 1
Colpiva colpiva colpiva, e faceva male. Solo che in quei due primi set si trovava di fronte un essere umano, e dunque un parente alla lontana di Djokovic, voglio dire che si trovava di fronte uno che commetteva errori. Mi direte che li commetteva perché erano maligne le palle che gli scaraventava addosso Sinner. Certo che era per questo.
Resta che il vero Djokovic non è affatto un essere umano, perché di errori non ne fa. Lui la palla la rimanda e non è che la rimandi con un senso di affettuosità verso il suo avversario, gliela rimanda pur di rompergli le balle, pur di infastidirlo, pur di indurlo in errore. Nei primi due set questo non è accaduto, solo che io me lo aspettavo che questo finisse, che si interrompesse l’era in cui Djokovic commetteva degli errori.
E difatti s’è interrotta all’inizio del terzo set, e mentre nel frattempo andavano giù alcune delle qualità tennistiche di Sinner, ad esempio la prima di servizio. A quel punto non era possibile che ci fosse una gara, c’era solo che Djokovic rimandava la palla. Sempre, tutte.
novak djokovic a wimbledon durante la partita con sinner
Non ricordo più se nel quarto o nel quinto set Sinner s’era costruito magnificamente una violenta palla d’attacco che schizzava via angolata e carica di effetto sulla sinistra del serbo che per giunta era un tantino spiazzato. Ebbene lui è accorso sulla sua sinistra, mentre accorreva ha cominciato a preparare il rovescio a due mani, quando ha raggiunto la palla quel rovescio lo ha tirato pressoché in tuffo tanto a cadere lungo disteso di petto sul terreno di gioco.
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Nel frattempo la sua palla di difesa dopo aver fatto un suo percorso in diagonale era rimbalzata nell’angolino opposto del campo di Sinner, il quale ha alzato il capo verso il cielo come a lamentarsi che Iddio gli avesse messo contro un tale e impareggiabile energumeno.
No, a partire dal terzo set non c’era altra narrazione possibile. Solo Djokovic che rimandava e Sinner – un essere umano – che prima o poi sbagliava. Il mio amico Alessandro Panatta dice che Djokovic è il più grande “pallettaro” di tutti i tempi. Sì, e allora? Provateci a fare un punto contro di lui, provateci a mandargli contzro una palla che lui non ribatta.
jannik sinner a wimbledon durante la partita con djokovic
Quanto al Sinner che stava giocando non ricordo più se la quinta o la sesta partita di tennis sull’erba della sua vita ha innanzi a sé un viale che sarà illuminato delle sue vittorie. E non che quei due suoi primi set di oggi non fossero essi stessi luminosi. Luminosissimi.
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