Antonio Palma per “www.fanpage.it”
louis o'neill
Era giovane sano e in forma, addirittura allenava una piccola squadra di calco locale ma questo non è riuscito a prevenire una improvvisa trombosi che lo ha ucciso mentre trascorreva le sue giornate chiuso in casa per il lockdown, quasi sempre seduto davanti al computer giocando ai videogiochi.
È la drammatica storia di Louis O'Neill, 24enne britannico morto all’inizio di giugno per una trombosi venosa mentre era in casa coi genitori. Una vicenda che ha sconvolto la famiglia, come racconta il padre, il 56enne Stanley Greening, che ha deciso ora di avviare una campagna di informazione per ricordare l’importanza di muoversi soprattutto per chi sta molte ore seduto, anche per lavoro.
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“Quella di mio figlio è una delle tante morti nascoste di questo lockdown” ha dichiarato l’uomo ai giornali britannici, ricordando: “Era una cosa prevedibile. Questo è ciò che fa più male”. Dopo essere stato licenziato e costretto a restare chiuso in casa, Louis si era rifugiato nel gioco diventando sempre meno attivo. “Le ore volano quando vengono assorbite dallo schermo. L’ho visto innumerevoli volte anche su me stesso. Lo avevo spinto a uscire per andare a fare la spesa vendendolo molto giù ma mai avrei pensato a un coagulo di sangue” ha raccontato il genitore.
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“Come molti lo associo agli anziani e a qualcosa di cui siamo avvertiti sugli aerei. Se qualcuno di noi avesse saputo del rischio avremmo potuto salvarlo, ora continuerò a diffondere questo avvertimento a suo nome” ha dichiarato il 56enne. L’uomo si era reso conto che il figlio trascorreva molte ore al computer, talvolta tutta la notte.
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Lo aveva spinto a fare la spesa un paio di volte ma poi il 24enne si era risentito per quei rimproveri e lui aveva lasciato perdere. Due settimane prima della sua morte, Louis disse a suo padre che non si sentiva bene, si pensava a una intossicazione alimentare, ma le sue condizioni sono peggiorate, ha iniziato a lamentarsi per un dolore alla gamba e quando i genitori lo hanno ritrovato riverso a terra il 3 giugno era ormai troppo tardi.
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