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    ERA SCRITTO NELLE STELLE - LA VITTORIA DELL'ITALIA ERA NELL'ARIA E LO RIVELA ANCHE CHIELLINI: "DA FINE MAGGIO SENTIVAMO  DI POTER FARE QUALCOSA DI SPECIALE. LA CHIAVE PER QUESTA SQUADRA È SEMPRE STATA GIOCARE AL CALCIO E DIVERTIRSI" - L'ESULTANZA DI BERNARDESCHI: "SARÀ FORSE CHE QUI CON L’ITALIA NON SMETTIAMO MAI DI CREDERE DI POTER ARRIVARE A QUALSIASI RISULTATO. E ANCHE IN QUESTA FINALE NON CI SIAMO MAI ABBATTUTI"


     
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    Marco Evangelisti per il "Corriere dello Sport"

     

    Wembley è una pozzanghera. Lacrime sotto la pioggia. Piangono tutti, vincitori e vinti. Felicità e disperazione, dopo una storia così lunga e così intensa non si può essere tanto retorici da non capire quanto valga un successo come questo. Da pensare che una partita non valga sentimenti profondi.

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    Basta guardarli in faccia, questi ragazzi che si sono consumati a giocare la finale. Qualsiasi maglia abbiano addosso. La vita è tutta lì, nella sua profondità. Giorgio Chiellini, capitano, leader e tutto il resto, è vecchio abbastanza da sentirlo. «Piango anch’io, nonostante l’età. Godiamocela. Abbiamo vinto meritatamente. Sentivamo che nell’aria c’era qualcosa di magico. Ce lo ripetevamo da fine maggio. Lo meritiamo noi, se lo merita l’Italia. Grazie a tutti, è stato un grande viaggio durato tre anni. La dedica è per tutti quelli che c’erano allora, per tutti quelli che hanno cominciato quest’avventura, per noi che siamo qui, per il Paese».

    CHIELLINI ABBRACCIA JORDI ALBA CHIELLINI ABBRACCIA JORDI ALBA

     

    Gli Azzurri hanno vinto come in molti non si aspettavano fosse possibile: giocando, attaccando, mostrando un’Italia lontana dai luoghi comuni. «La chiave per questa squadra è sempre stata giocare al calcio e divertirsi - continua Chiellini - Volevamo comandare noi la partita e ci siamo riusciti, nonostante il cazzotto incassato dopo due minuti. Abbiamo fatto la storia. E, sì, il portiere è stato determinante. Avevamo Buffon, abbiamo Donnarumma, siamo passati da Gigio a Gigio, è giusto così. Adesso siamo felici, pazzamente felici,e non vediamo l’ora di festeggiare a casa con tutti gli italiani».

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    La gioia immensa di Federico Bernardeschi, determinante quando ha dovuto tirare i rigori, efficace entrando sempre nei momenti più difficili delle partite: «Ho sofferto tanto quest’anno. Non è stata una stagione semplice per me. E a volte le cose si complicano. Io conosco solo un modo di uscire da situazioni del genere: lavorare, mettersi sotto. Ringrazio tutti i miei compagni, tutti quelli che hanno creduto in me, tutti quelli che hanno lavorato con me fino a raggiungere questo risultato. Siamo sul tetto d’Europa, non potevo chiedere di meglio».

     

    Poco considerato nella Juventus dei tempi recenti, sempre visto come indispensabile agli equilibri del gruppo in Nazionale. Bernardeschi glissa: «Parleremo in futuro della differenza di rendimento, delle ragioni e delle conseguenze. Ci rifletterò. Oggi voglio solo ringraziare tutti quelli che mi hanno aiutato. Sarà forse che qui con l’Italia non smettiamo mai di credere di poter arrivare a qualsiasi risultato. E anche in questa finale non ci siamo mai abbattuti, neppure al secondo minuto quando ci siamo trovati sotto. Perché Il cuore vince sempre, viene sempre ricompensato».

     

     

    bernardeschi bernardeschi

    Finisce così, nel modo giusto. Con Alessandro Florenzi che mostra la medaglia d’oro alla telecamera e grida: «Guarda, mamma. guarda qua». Quasi un simbolo, il suo Europeo: aveva giocato il primo tempo della prima partita, è entrato negli ultimi minuti della finale. Cominciare, finire, non fermarsi, è così che si vince. E’ così che si vive. 

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