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    IL CINEMA DEI GIUSTI - “LADY BIRD” FORSE NON HA LA FORZA DI TANTI DEI SUOI RIVALI, DA “LA FORMA DELL’ACQUA” A “TRE MANIFESTI A EBBING, MISSOURI” MA È UN DELICATO, INTELLIGENTE RITRATTO DI UNA RAGAZZA CHE HA CERCATO UNA VIA DI FUGA E NEL CERCARLA SI È SCONTRATA CON UNA SOCIETÀ CLASSISTA


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

    LADY BIRD LADY BIRD

    Che barba, che noia. Non deve essere proprio piacevole crescere a Sacramento in una scuola cattolica. Specialmente se non hai ancora 18 anni, non sei né davvero bella né tantomeno ricca e sogni solo di non essere te stessa, di essere un’altra e l’unico piano è scappare il più presto possibile in una grande città a fare la tua vita. Anche se siamo in America nel 2002 non è che l’eroina di Lady Bird, opera prima scritta e diretta da Greta Gerwig, già star del cinema indie, sia così diversa da una ragazza italiana di provincia di oggi in cerca di fuga dalla realtà della sua famiglia e della sua città.

     

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    Certo, Christine, la protagonista del film, interpretata da una strepitosa Saorsie Ronan coi capelli rossi e il brufolo a vista per sembrare più ragazzina, ascolta le canzoni di Alanis Morissette e di Ani Di Franco, non usa i cellulari, non è una millenial, ma il suo desiderio di mascherarsi da “Lady Bird”, di essere un’altra ragazza, più ricca e diversa da quello che è, rimane lo stesso di tante ragazze di oggi di ogni parte del mondo.

     

    Forte di quattro nomination agli Oscar, miglior film, miglior regia, migliore attrice protagonista e non protagonista, cioè Laurie Metcalf che interpreta la madre di Cristine, e forte di due Golden Globe vinti, migliore commedia e migliore protagonista, Lady Bird forse non ha la forza di tanti dei suoi rivali, da La forma dell’acqua a Tre manifesti a Ebbing, Missouri, ma è un delicato, intelligente ritratto di una ragazza che, come la regista, anche lei nata a Sacramento, ha cercato una via di fuga.

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    E nel cercarla si è scontrata con una società classista, la famiglia di Lady Bird ci mostra un padre che ha perso il lavoro, il grande commediografo Tracy Letts, una madre dura, Laurie Metcalf, che cerca di far tornare i conti realisticamente, e si scontra con i sogni della figlia. Poi ci sono le compagne di scuola, la buzzicona fedele, e la fighetta dell’alta società, Jenna, interpretata dalla notevole Odeya Rush, e i primi maschietti, Danny, Lucas Hedges, che forse ha altri interessi, e Kyle, Thimothée Chalamet, proprio il protagonista di Chiamami col tuo nome, più intellettuale, ma interessato solo a se stesso.

     

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    Nella corsa ai 18 anni e a un’altra vita, Lady Bird si renderà conto di quanto le persone che ha intorno, come la madre badessa Lois Smith, non siano esattamente come lei le ha pensate. Nemmeno la madre è alla fine così dura. Bello e commovente. Se avete amato i film di Noah Baumbach interpretati e scritti da Greta Gerwig, da Frances Ha a Mistress America, è meglio che non lo perdiate. In sala da giovedì 1 marzo.

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