Luca Talotta per il Giornale
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C' era una volta Rita Pavone, che cantava lamentandosi di essere sempre sola la domenica a causa del pallone. Ora, invece, c' è chi nel calcio ci sguazza e, anzi, da donna cocciuta e forzuta tiene in scacco una squadra intera. Lei è Wanda Nara, al secolo la signora Icardi. È lei la donna nel e del pallone nostrano, che muove i fili della trattativa del marito: «Sono la sola in un mondo di uomini - ricorda in un' intervista a Caras - all' inizio è stato difficile per me inserirmi, apprezzo la fiducia che Mauro ha riposto nelle mie qualità».
Qualità che non saranno sfuggite nemmeno al nuovo ad dell' Inter, Beppe Marotta: che nei giorni scorsi ha parlato con la signora Icardi del rinnovo del contratto del marito, in scadenza nel 2021; un incontro positivo, che ha confermato la volontà di andare avanti insieme. Si incontreranno nuovamente nei prossimi giorni per entrare più nello specifico della trattativa, visto che ancora l' accordo (naturalmente) non c' è perché manca intesa sull' ingaggio: dai cinque attuali l' Inter sarebbe pronta a salire a sette milioni annui, ma Wanda ne chiede nove; e poi c' è la clausola rescissoria, che l' Inter vorrebbe portare a 180 milioni:
icardi wanda nara
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«Nell' ultimo rinnovo con i nerazzurri siamo riusciti a ottenere un contratto molto vantaggioso, allungando l' accordo di cinque anni e aggiungendo la clausola da 110 milioni - ha ricordato ancora Wanda Nara nell' intervista - grazie a me, Mauro ha aumentato i suoi contratti dell' 85%: alcuni sono validi per 10 anni e altri per la vita». E mentre si ragiona sul rinnovo del capitano, prosegue il lavoro della dirigenza nerazzurra su De Paul, visto come il sostituto ideale di Perisic. In difesa convince poco Vrsaljko, per questo ieri c' è stata un' accelerata su Soares del Southampton, che potrebbe arrivare in prestito con diritto di riscatto.
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In casa Juventus si punta a far cassa: risolta la grana Higuain, c' è da sistemare Benatia. L' incontro con l' agente del giocatore è servito per fare chiarezza, il marocchino vuole essere ceduto. La Juve ha risposto con freddezza ai sondaggi di Schalke 04 e Marsiglia ma potrebbe aprire alla proposta dei qatarioti dell' Al Duhail (10 milioni di euro e cessione a titolo definitivo); il Genoa, dopo Sanabria, punta deciso su Pjaca: l' incontro di ieri con l' agente del giocatore è servito per comprendere come tutto dipenda proprio da quest' ultimo. Genoa che ha chiuso per Schafer, centrocampista ungherese classe '99 del MTK Budapest, mentre è saltato all' ultimo l' ingaggio di Ehizibue, che dopo le visite mediche ha avuto un ripensamento ed è tornato in Olanda al PEC Zwolle. Il Cagliari ha preso Christian Oliva, 22enne mediano del Nacional (5 milioni il costo), Trotta lascia il Sassuolo e riparte dal Frosinone, che ha ceduto a sua volta Crisetig al Benevento; mentre la Lazio ha salutato Lukaku, andato in Premier League al Newcastle (prestito oneroso a 500mila euro con diritto di riscatto fissato a 6 milioni).
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2. ARBITRI, ALLENATRICI, PERSINO ABILI MANAGER QUANDO LE DONNE HANNO POTERE NEL CALCIO
Giorgio Coluccia per il Giornale
Ballano pregiudizi e posizioni apicali. Ma anche visioni ancestrali delimitanti un muro eretto nei secoli, che sembra impossibile da buttare giù. In campo o al potere, la partita di una donna nel calcio resta sempre quella più difficile da vincere. Gli avversari si chiamano preclusioni e luoghi comuni, nell' estate 2014 Sepp Blatter era ancora nel suo periodo di maggior fulgore e sulla scarsità di quote rosa in seno alla Fifa disse: «Il calcio è macho, difficile accettare donne al comando».
La prima nel comitato esecutivo della federazione internazionale era arrivata soltanto un anno prima, Lydia Nsekera, già presidente della Federcalcio del Burundi. La prima europea, anche grazie all' Italia, ce l' ha fatta poco più di due anni fa ed Evelina Christillin è diventata la prima europea a mettere piede nell' Olimpo del calcio mondiale.
SARRI MARINA GRANOVSKAIA
Sempre nel 2014 il candidato alla Figc, poi divenuto presidente, Carlo Tavecchio a proposito del calcio femminile se ne uscì così: «Nel giocare pensavo che le donne fossero handicappate rispetto agli uomini, non solo tecnicamente». Sono passati ormai alcuni anni, qualche eccezione si è imposta nei ruoli più disparati, ma sotto questo aspetto il mondo del pallone è ancora indietro.
Oltre alla convivenza tra Barbara Berlusconi e Adriano Galliani alla guida del Milan, nel nostro calcio l' ultimo esempio a livello dirigenziale tra i top team è ancora fermo al 2011, quando Rosella Sensi lasciò la Roma ereditata dal padre Franco, dopo esser stata anche la prima vicepresidente della Lega di A. Da qualche mese invece Cristiana Capotondi è vicepresidente della Lega Pro, mentre sono diverse stagioni che la vera regina delle cronache calcistiche italiane è Wanda Nara, moglie dell' interista Icardi, ma allo stesso tempo mamma, agente, soubrette, influencer e anche imprenditrice. Non è chiaro quale sia il limite tra i suoi tanti ruoli, ha più follower del marito goleador. Sposta sempre l' asticella un po' più in alto, ha ripensato il ruolo del procuratore traslandolo dalle segrete stanze alle piazze virtuali chiamate social. Tanto che dall' anno prossimo arriveranno norme più stringenti per gli agenti dei calciatori, una mossa già ribattezzata anti-Wanda.
capotondi
Impossibile creare un argine invece per Marina Granovskaia, temutissima longa manus di Abramovich nella conduzione del Chelsea. Ne sanno qualcosa Mourinho e Conte, non certo due signorsì, ora sotto le grinfie della zarina c' è Maurizio Sarri, ma il modo di lavorare e di rapportarsi con i sottoposti non è mai cambiato di una virgola. È così dal 1997, quando Granovskaia entrò alla corte del magnate russo, contribuendo poi dal 2003 alla ricca gestione del club inglese, senza mai concedersi ai microfoni ed evitando qualsiasi occasione per intaccare l' aura di mistero e imperio che la circonda. Si fa come dice lei, i margini di trattativa spesso sono labilissimi e l' esempio più lampante resta il modo con cui è stato liquidato un simbolo del calibro di John Terry, ventidue stagioni al servizio dei Blues e messo di fronte a un aut aut come fosse l' ultimo arrivato.
BIBIANA STEINHAUS
Un altro pezzetto di quel muro all' apparenza incrollabile è caduto nel settembre 2017 in Germania. Il match di Bundesliga tra Hertha Berlino e Werder Brema fu diretto per la prima volta da una donna, la bionda Bibiana Steinhaus. Poliziotta di Hannover, compagna dell' ex arbitro Webb e con l' Hertha nel destino: nel 2010 in un match di seconda serie Niemeyer le palpò il seno, a partita in corso, come se nulla fosse. Sempre in Germania c' è il recente approdo di Imke Wübbenhorst sulla panchina del Vp Cloppenburg, una squadra tedesca di calcio professionistico maschile. Uno dei vice ha reagito lasciando la squadra («non raccolgo i coni in allenamento per una donna...») alla quale Imke ha chiesto: «Chiamatemi mister, io sono il vostro allenatore».
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Al suo arrivo, la risposta ironica che ha fatto il giro del mondo: «Volete sapere se ai miei giocatori ho chiesto di indossare i pantaloncini prima del mio ingresso nello spogliatoio? Certo che no, sono una professionista. Scelgo i miei calciatori in base alle dimensioni del loro pene...». Il potere femminile nel calcio non sembra ancora sexy. Eppur si muove.
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