Elena G. Polidori per “La Nazione”
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«Il M5s è un’esperienza finita. Varrebbe la pena che si prendesse atto serenamente di questa realtà. È inutile l’idea di poter risollevare qualcosa che ormai è rifiutato dall’elettorato. Persino il simbolo è ormai un brand svuotato di tutti i contenuti positivi, che evoca solo un tradimento e smuove solo rancorosità. Insomma, sarebbe meglio prendere quel che resta del Movimento, metterlo in una bottiglia e buttarla nell’Oceano…».
Chi parla è lei, Lady Rousseau, Enrica Sabatini, moglie di Davide Casaleggio e madre dei suoi due gemelli che davanti allo scontro che si sta consumando nel partito di maggioranza relativa tra il leader Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, alza lo sguardo al cielo: «Io però l’avevo detto che sarebbe finita così, cioè male…».
Peggio di così…
I problemi sono cominciati quando il potere si è accentrato nelle mani di alcune persone, ma in particolare con Conte che non è uomo che nasce nel Movimento, è un estraneo e anche oggi dice e fa cose che connotano chiaramente questa estraneità. È stato bravo nel suo ruolo istituzione ed ha saputo gestire il governo in pandemia, ma un conto è essere un soggetto di garanzia, un altro è essere un leader. E per essere un leader devi avere la tua visione».
davide casaleggio enrica sabatini
Invece?
«Invece lui non ce l’ha, è incastrato nella ricerca del consenso personale, mentre sul Movimento ha problemi politici, organizzativi ed elettorali e prima delle amministrative hanno pensato di risolverli prendendo il bacino di elettori di Conte. I risultati parlano da soli ed è emerso chiaramente che Conte non è il Movimento e gli elettori non lo votano. Sarebbe meglio che si facesse il suo partito, un partito personale anziché personalizzare il movimento».
E Di Maio, invece? Che farà?
ENRICA SABATINI - LADY ROUSSEAU
«Luigi combatterà sino alla fine. Per come lo conosco, penso che difficilmente mollerà il Movimento, ma poi alla fine anche lui si dovrà rendere conto che il M5s è ormai una bad company e che sarà meglio mettere in naftalina questo soggetto politico per costruire qualcosa di nuovo, con un simbolo diverso e con una visione diversa da quella che ha contrassegnato i 5 stelle degli esordi. Non credo si siano altre possibilità».
Che senso ha allora votare per il vincolo del secondo mandato?
«Ci sono dei capisaldi che potrebbero, e dovrebbero, resistere anche in un n uovo soggetto come l’idea che la politica non deve essere un lavoro. In Gianroberto c’era questo, la necessità di garantire un rinnovamento sempre, altrimenti la politica diventa lavoro: uno dei problemi che ha distrutto il M5s».
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