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    LAGUNA AD ALTA TENSIONE – VISO COPERTO, CASCHI IN TESTA E OCCHIALI SCURI: SI SONO PRESENTATI CON L’INTENTO DI FORZARE IL BLOCCO DELLA POLIZIA I MANIFESTANTI CHE HANNO PROTESTATO AL G20 DI VENEZIA – UNO SFONDAMENTO CHE NON È RIUSCITO VISTO CHE DIGOS E QUESTURA SI SONO FATTI TROVARE PRONTI. UNA GUERRIGLIA BREVE E I RIVOLTOSI SONO STATI ARGINATI: IL QUESTORE MASCIOPINTO È RIMASTO ALTRI TRE MESI A VENEZIA, NONOSTANTE SIA STATO DESTINATO AD ALTRO INCARICO, PER FAR SÌ CHE L'EVENTO FUNZIONASSE E CHE NON SI RISCHIASSE UNA NUOVA GENOVA…


     
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    Cristiana Mangani per “Il Messaggero”

     

    Maurizio Masciopinto Maurizio Masciopinto

    Il viso coperto, i caschi in testa, gli occhiali neri: si sono presentati così i manifestanti al corteo di protesta durante il G20 economia a Venezia. Con la chiara volontà di vìolare le regole e forzare il blocco. La polizia era pronta ad attenderli: lo schieramento di forze è stato massiccio. Già da giorni si parlava di possibili aggressioni antagoniste, di anarcoinsurrezionalisti pronti a tornare sulla scena dopo un anno di silenzio, nei giorni in cui cade il ventennale del G8 di Genova, quello della distruzione della città, della vergogna, e della morte di Carlo Giuliani. Così nessuno si è meravigliato quando, parandosi dietro ombrellini arcobaleno, gli attivisti hanno cercato di forzare il blocco all'altezza del Ponte dell'Accademia.

     

    tensione al g20 tra manifestanti e polizia 16 tensione al g20 tra manifestanti e polizia 16

    Erano le 17,15 ed è partita una carica della Polizia. Qualche manganellata, diversi vasi rotti, petardi e fumogeni, arresti in diretta tv: una guerriglia breve e fortunatamente senza particolari strascichi. Segno che la Digos, la questura e tutto il personale, sono arrivati più che pronti. Il questore Maurizio Masciopinto è rimasto altri tre mesi a Venezia, nonostante sia stato destinato ad altro incarico, proprio per far sì che l'evento funzionasse e che non si rischiasse una nuova Genova. Nessuna deroga o violazione agli accordi per il corteo sarebbe stata ammessa.

     

    maurizio masciopinto – questore di venezia maurizio masciopinto – questore di venezia

    Gli agenti schierati erano oltre 250 su un totale di 1500 messi in campo per il grande vertice internazionale. Gli attivisti sono arrivati da ogni parte di Italia, ma soprattutto dal Veneto, nelle ore che hanno preceduto la ministeriale del G20. Circa 1500 persone tra centri sociali, antagonisti, No tav, riuniti sotto la sigla We are the tide, noi siamo la marea.

     

    Tra questi anche i Disubbidienti guidati da Tommaso Cacciari che, di recente, hanno avuto da ridire con la polizia durante un'altra manifestazione e che, ieri, aveva annunciato una presenza forte. Non sembrano essere mai sbarcati a Venezia il gruppo di black bloc svizzeri che avevano destato la maggiore preoccupazione anche all'Antiterrorismo.

     

    tensione al g20 tra manifestanti e polizia 14 tensione al g20 tra manifestanti e polizia 14

    ZONA BLINDATA All'Arsenale dove si è svolto il G20, tutto è filato liscio. La zona era totalmente blindata: pass nominativi, controlli a ogni varco, forze dell'ordine a garantire la sicurezza degli ospiti stranieri. Tanto che le agitazioni vissute dalla città alla Zattera o più verso il Centro, non si sono proprio sentite. A organizzare la manifestazione è stato il movimento No Grandi Navi. Tra gli striscioni esposti: «Oms: quante morti si potevano evitare». Alcuni esponenti di Animal Rebellion, movimento internazionale da poco approdato anche in Italia, hanno fatto un'azione in cui mostravano alcuni pannelli informativi rispetto agli effetti dello sfruttamento animale sulla crisi climatica ed ecologica e i rischi che la distruzione degli oceani comporta.

     

    maurizio masciopinto maurizio masciopinto

    POCHI FERITI Bilancio della giornata: un fermo e pochi feriti. I ministri e le loro delegazioni hanno potuto proseguire la serata secondo programma. Il responsabile dell'Economia Daniele Franco, nei giorni scorsi, aveva ipotizzato di programmare una visita al Mose con i colleghi degli altri Stati, ma i servizi segreti avevano fortemente sconsigliato la visita. Troppo rischioso, visto che sarebbe stato impossibile controllare tutti gli accessi dalla laguna. E qualche antagonista avrebbe potuto sbarcare travestito da turista.

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