Chiara Sandrucci per il "Corriere della Sera"
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«Sono arrivata con le intenzioni più pacifiche, avevo portato persino i gessetti per colorare per terra». Giulia ha 18 anni e frequenta lo storico liceo classico Gioberti di Torino, che da due giorni è occupato proprio «in risposta alla forte repressione subita in Piazza Arbarello».
Venerdì scorso c'era anche lei a mani-festare per la morte di Lorenzo Parelli, quando il tentativo di corteo degli studenti è stato subito fermato dalle forze dell'ordine. Lei, rimasta coinvolta negli scontri, è svenuta in mezzo alla folla. Cosa è successo?
«Eravamo circa 400 e abbiamo tentato di dirigerci verso corso Siccardi, ma la celere era già schierata con i caschi e gli scudi. Ci siamo avvicinati con lo striscione e abbiamo chiesto di dialogare. C'è stato rifiutato, noi abbiamo insistito e sono arrivate le prime manganellate»
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Tu eri in prima fila?
«Ero tra le organizzatrici, insieme al collettivo del mio liceo. Era una manifestazione spontanea, nata dagli studenti e non certo dai centri sociali. Volevamo esprimere in modo pacifico cordoglio e dolore, ma anche quanto le istituzioni stiano abbandonando la scuola».
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Come mai sei stata colpita?
«Gridavamo "protestare è un nostro diritto", quando sono ricominciate le manganellate. Ho aiutato un ragazzo che era caduto, tirandolo su mi sono girata di lato e ho ricevuto una manganellata all'anca, mi sono allontanata e mi hanno portato del ghiaccio».
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Poi cosa è successo?
«Sentivo delle urla, cercavamo una via di fuga, ma tutta la piazza era stata bloccata. Ma così la paura è aumentata, tra i miei amici ci sono stati attacchi di panico. L'anca mi faceva molto male, ho provato così tanta rabbia e disagio che alla fine sono svenuta e mi ha portato via l'ambulanza».
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