Ilaria Sacchettoni per il “Corriere della Sera”
LANZALONE E RAGGI
Gli elementi raccolti nell' indagine sullo stadio della Roma e le conferme avute negli interrogatori disegnano per Luca Lanzalone un ruolo che sembra inequivocabile nella giunta Capitolina. Funzionario de facto con delega allo stadio oltre la scadenza del suo mandato con licenza di intervenire su altri fronti fino a influire sulle nomine di funzionari. Virginia Raggi, riascoltata lunedì come testimone, alla fine lo ammette.
«Lanzalone - si legge nella sintesi del suo verbale - interloquiva con le parti private (As Roma e Eurnova) dal versante pubblico. Non escludo che lui abbia avuto rapporti con Parnasi e Baldissoni anche oltre le occasioni cui io ho partecipato, così come è possibile che sia stato coinvolto in altre questioni di rilevanza amministrativa».
LANZALONE
La sindaca aggiunge: «Rivedendo gli articoli di stampa di questi giorni mi è venuto in mente che Lanzalone si è occupato di altri dossier, sempre come consulente a titolo gratuito. Tra essi ricordo Multiservizi e i Mercati Generali». Continua la Raggi: «La prima volta che ci vedemmo con Lanzalone, parlammo alla presenza di Colomban e Meleo (assessori a partecipate e trasporti, ndr) di Atac e altre controllate. Lì si stabilì un contatto tra Lanzalone e Colomban e so che tale contatto si è sviluppato nel tempo».
La pm Barbara Zuin, che affianca l' aggiunto Paolo Ielo e il procuratore Giuseppe Pignatone, domanda: «Chi le ha prospettato la possibilità di nominare Giampaoletti come direttore generale del Comune?». Risponde la sindaca: «Fu Lanzalone. Ero alla ricerca di un capo di gabinetto e tra le persone di cui ho vagliato il curriculum c'era Giampaoletti. Decisi che era lui il più adatto». Ancora: «Fu Lanzalone a presentare il commissario Ipa (istituto previdenziale dei dipendenti comunali, ndr) Serini?».
LUCA LANZALONE
«Sì, dopo aver vagliato i curricula». Serini ripagherà Lanzalone affidando una consulenza a un associato del suo studio. Depositati agli atti ulteriori elementi acquisiti dai carabinieri del Nucleo investigativo su «presunte erogazioni in favore di politici». Ne emerge che Luca Parnasi utilizzava per i versamenti le società Sogepa e Fingepa, intestate alla madre Maria Luisa Mangosi, così che non fossero a lui riconducibili. Al telefono con il suo commercialista Gianluca Talone, Parnasi vuole conferma su alcuni pagamenti.
Talone: «Eh... i dieci tavoli che mi avevi chiesto?».
Parnasi: «Sono cinquantamila euro».
Dal contesto, annotano gli investigatori, «è ragionevole ritenere» che si stesse parlando di tavoli elettorali. La conversazione va avanti.
LANZALONE E VIRGINIA RAGGI
Parnasi: «Lega erano 100 e 100 - riferendosi a due società del suo gruppo - ne facciamo 100 su Pentapigna e 100 qua».
Talone: «Loro faranno una sul giornale e un' altra su trasmissioni radiofoniche».
Talone ne parla in seguito con un consulente: «Eee...operazioni con Radio Padania... ehmmm... da parte di Luca...». Infine il commercialista contatta Paolo Centemero, tesoriere della Lega, al quale spiega di voler predisporre un contratto pubblicitario di tipo radiofonico. Centemero precisa di non conoscere le finalità dell' operazione e Talone rimarca: «Sarebbe meglio parlarne a voce su a Milano».
LUCA LANZALONE
Talone ha numerosi contatti telefonici anche con Domenico Petrolo del dipartimento cultura del Pd e responsabile della raccolta fondi della fondazione Eyu. Il 21 febbraio scorso i due parlano di contratti da visionare e Talone fa presente di non aver inserito l' Iva, per cui dovrà calcolare altri 50 mila euro e redigere due contratti, uno da 150 mila e l' altro da 50 mila euro. Petrolo spiega che in passato veniva utilizzata la donazione, dove l' Iva non andava calcolata. Dall' esame della documentazione bancaria sequestrata nel corso degli arresti emergono due bonifici da 100 mila euro (l' 1 marzo) e da 50 mila euro (il 5) entrambi da parte di Pentapigna a favore di Eyu.