Giulio Pinco Caracciolo per "il Messaggero" - Estratti
abusi sessuali
«Se la giustizia non farà il suo corso sicuramente ne risponderanno davanti a Dio». Si lascia andare ad uno sfogo di rabbia e delusione in aula la madre di Marta (nome di fantasia), vittima di ripetute violenze sessuali perpetrate nel tempo, dal 2009 al 2012, da quando aveva solo 14 anni. Sul banco degli imputati G. V. ex catechista della parrocchia di Santa Rita da Cascia, nel quartiere Casalotti di Roma.
L'accusa è di abusi aggravati dal ruolo svolto all'interno della comunità religiosa. «Nel 2013 un presbitero di cui non posso fare il nome mi riferì di alcune problematiche intime sorte all'interno del gruppo di giovani - racconta durante la sua testimonianza uno dei responsabili dei catechisti della parrocchia - mi disse che c'erano stati dei problemi tra un educatore e una ragazzina, ma senza farmi nomi e cognomi».
abusi sessuali in parrocchia
Eppure, anche senza i dettagli, il religioso individua subito chi possa essere coinvolto: «Ho guardato l'elenco, ho chiamato personalmente G. V. e l'ho invitato a casa mia fuori Roma per farmi raccontare cosa fosse realmente accaduto. Lui ha ammesso di essersi baciato con una ragazzina. Mi ha parlato solo di un bacio e quando ho chiesto a Marta di raccontarmi i fatti anche lei ha confermato». Solo qualche bacio in macchina, niente di più, stando alla testimonianza dell'ex catechista e la promessa di non raccontare nulla ai genitori per scongiurare una reazione sconsiderata da parte del padre poliziotto della ragazza.
abusi in parrocchia
«Così ho informato subito il parroco di Santa Rita da Cascia, ormai deceduto da diversi anni, che mi ha consigliato di non dire nulla a nessuno per non allarmare sia la famiglia della ragazza sia la famiglia dell'imputato, padre di quattro figli».
Tutto cambia nel 2018, quando crolla il muro di omertà costruito intorno a questa vicenda. Questa volta è la madre a chiamare il responsabile dei catechisti ed è molto arrabbiata.
«Ho ricevuto una telefonata dalla mamma di Marta prosegue l'uomo nella testimonianza - che diceva di aver parlato con la figlia». Marta si sfoga e racconta tutto, descrivendo le violenze sessuali subite in anni di catechismo da parte di quell'uomo del quale lei si fidava ciecamente.
abusi sessuali
«Mia figlia è viva per miracolo si sfoga la donna in aula non ho idea di come abbia fatto a proseguire con la sua vita tenendosi tutto dentro. Ha subito le violenza da quando aveva 14 anni e dopo essere diventata maggiorenne ha deciso di sfogarsi. Una vergogna quello che è accaduto. All'interno della chiesa ci sono persone che fanno del bene, ma non tutte purtroppo. E poi c'è anche la morale. Non mi interessa se il parroco, all'epoca delle violenze, ha detto di tacere. Loro dovevano raccontare tutto e invece non l'hanno fatto».
(...) Nel capo d'imputazione si legge un particolare che rende ancora più torbida una storia già difficile da raccontare: l'imputato avrebbe costretto la ragazzina ad avere rapporti sessuali non protetti, per via delle sue convinzioni religiose.
abusi sessuali