DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Roberto D’Agostino per VanityFair.it
Si sa quali irreversibili guasti provochi il piccolo mondo coniugale: nervosismo sociale, torpore mentale, ottundimento fisico, vampirismo, bisogno di armi automatiche, insana sete di superalcolici; davanti al palcoscenico matrimoniale, i legami si sfasciano, i sederi si ingrossano, l'erotismo si paralizza. Giungla nefasta, con tutte le sue tentazioni e impazienze, la vita coniugale è diventata un'entità aleatoria come un pronostico del totocalcio: uno (vince lui), due (tocca a lei), ictus (divorzio).
Nella crisi dolorosa e bruciante dei rapporti amorosi, fin dai primi giorni della pandemia, terapisti e psicoanalisti avevano assicurato che il Covid-stress avrebbe ancor più devastato le relazioni di coppia (e in tanti casi l’hanno azzeccata). Ora, suonerà irreale nell'era delle mutande bucate e delle lenzuola ridicole, ma la ricerca di una università americana suggerisce ciò che poche persone avrebbero potuto prevedere: la pandemia potrebbe aver migliorato, raddrizzato, addirittura salvato quella "piccola comunità formata da un padrone, una padrona e due schiavi: in tutto, due persone" chiamata matrimonio.
"Le relazioni sono la nostra roccia, forniscono forza, stabilità e, in definitiva, una base per la resilienza, specialmente quando la vita sembra travolgerci", sottolinea la ricerca. In altre parole, le coppie non stanno insieme (e restano felici) a lungo perché la vita è facile. Sopravvivono e prosperano perché le avversità le rendono più forti, le spingono a crescere, a riscoprire quel ‘’pilastro di sostegno’’ che è la vita di coppia.
Prigionieri di Zoom e Skype, tra lockdown e smartworking, una volta ai ‘’domiciliari’’ ci è stata concessa più intimità con i nostri partner. Pertanto, un elemento chiave è l’attenzione del partner. O ti manda affanculo o comincia a prendersi cura di te e ti ascolta. Nel secondo caso, una svolta inaspettata è arrivata guardando le serie televisive preferite, con il conseguente “dibattito” sul divano.
E magari ti rendi conto che ti piace davvero parlare, discutere, spettegolare, ridere insieme a quello “stronzo/a”; una ritrovata confidenza che rende più facile per entrambi aprirsi a questioni difficili, a guarire vecchie ferite emotive, a confessare certe fantasie erotiche e chissà condividere gli stessi desideri: sesso in piedi, sesso vestiti, sesso bendati, etc.
E magari si scopre il lato positivo del Covid: aver creato un ambiente ideale per far fiorire un nuovo tipo di condivisione sentimentale, una nuova attrazione fisica, nuove sfide per la coppia. Ora sorge spontanea la domanda: questa intimità riguadagnata sopravvivrà alla transizione verso un mondo post-pandemia, e come? Ah, saperlo…
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