Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
laura castelli foto di bacco
Laura Castelli, le dispiace che nel M5S qualcuno abbia brindato alla scissione?
«Auguro al M5S ogni successo, come ha detto Luigi».
Avete lasciato nel giorno in cui il M5S ha votato la risoluzione sulla politica estera di Draghi. Siete usciti per il potere, come accusa Fico?
«No. La votazione della risoluzione da parte del M5S dimostra che l'impuntatura sul testo era una questione elettorale e strumentale. Noi siamo usciti perché preoccupati per questo picconamento del governo, soprattutto sul sostegno all'Ucraina».
PEPPE MARICI LAURA CASTELLI
Lo strappo è stato causato dal limite del secondo mandato?
«Basta guardare chi sono le persone convinte, come me e Luigi, che il progetto del M5S non è più da due anni quello innovatore a cui avevamo dato vita. Due terzi sono al primo mandato e sono persone con profili importanti, che potevano essere valorizzate. Ma in questi due anni hanno messo da parte tutti coloro che hanno competenze».
Rimprovera a Conte di essersi rinchiuso in un fortino con pochi fedelissimi?
LAURA CASTELLI
«Ero al teatro Smeraldo quando abbiamo fondato il M5S, per me è una scelta sofferta. Per 15 anni quel progetto è stato capace di innovare e diventare la prima forza del Parlamento. Poi quel processo di cambiamento si è interrotto e il Movimento ha compiuto una inversione a U che ritengo discutibile».
E la colpa è tutta di Conte? Di Maio è stato leader del M5S fino al 2020...
«Da quando Luigi si è tolto la cravatta lasciando la carica di capo politico, l'inversione a U è stata palese».
La crisi del M5S era iniziata, altrimenti Di Maio non si sarebbe tolto la cravatta.
«Non è questione di sondaggi, ma di visione e di obiettivi che io non vedo. Con il Covid e la guerra il mondo è cambiato, si deve guardare avanti e non indietro».
Alberto Airola, Barbara Lezzi, Beppe Grillo, Giorgio Sorial, Laura Castelli - referendum contro l euro - 2014
Dire che «uno non vale l'altro» non è un'abiura?
«Credo che questa cosa fosse già superata quando nel 2018, con grande coraggio, Luigi decise di inserire nei collegi uninominali alte competenze della società civile».
A chi chiederete il simbolo per il gruppo al Senato?
«Martedì abbiamo costruito un gruppo parlamentare di 51 deputati e 10 senatori. Partiamo da qui. Insieme per il futuro non è un partito, ma un progetto in evoluzione per il 2023».
LAURA CASTELLI A PORTA A PORTA
Conte non ha capito il progetto. Come convincerete altri a venire con voi?
«Tanti hanno intuito che il progetto è ambizioso e di visione, perché guarda ai sindaci e agli amministratori locali. Da quattro anni come viceministra all'Economia ho la delega ai Comuni, il che mi ha permesso di fare importanti riforme».
Quali riforme?
«Almeno tre storiche sugli enti locali, come quella sulla spesa sociale e gli asili, un centinaio di norme attese da anni e oltre 50 miliardi investiti sugli enti territoriali. Cosa che il M5S avrebbe potuto raccontare».
GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO
A che punto è il progetto di nuovo centro con il sindaco Beppe Sala? E i contatti con Brugnaro e Giorgetti?
«Un passo alla volta. Questo è un progetto inclusivo e aperto al Paese, che guarda alla carne viva dell'Italia, ai territori e agli amministratori. Con noi ci sono persone che al governo sono maturate».
Il governo è più solido, o è destinato a cadere?
«I gruppi di Insieme per il futuro nascono per rafforzare la stabilità del governo e non far saltare un Paese importante come l'Italia. La situazione è complicata, dopo il Covid è arrivata la guerra, c'è un'inflazione galoppante e lo spread da tenere sotto controllo».
laura castelli
Ha paura che Conte porti il M5S fuori dal governo?
«Alcuni loro esponenti lo hanno detto chiaramente, dopodiché oggi solo un folle può pensare di destabilizzare il governo Draghi. In Parlamento stiamo discutendo un decreto di miliardi su imprese e famiglie e in Cdm abbiamo portato un decreto per tenere basse le bollette. Non è più accettabile banalizzare con soluzioni semplici a problemi complessi solo per prendere voti, come fa l'opposizione».
giancarlo giorgetti laura castelli
Di Maio dovrà dimettersi e Draghi sarà costretto a fare un rimpasto?
«Non credo che questo sia un tema in campo. Noi continuiamo a lavorare».
Grillo ha provato a fermare la scissione?
«Non lo so, sicuramente se ci ha provato non ci è riuscito eppure conosce bene le cose che non hanno funzionato».
Che fine farà il «campo largo» di Letta?
«Dobbiamo dare risposte ai bisogni e ai modelli economici che sono cambiati. Serve interpretarli con soluzioni efficaci, credibili e realizzabili».
BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO