Giovanni Viafora per il “Corriere della Sera”
laura marzadori
Tra i suoi nobili predecessori c’è Franco Fantini, che nel 1946 suonò con il frac prestatogli da Toscanini. Ma oggi il primo violino della Scala è lei: Laura Marzadori, 34 anni, bolognese, un’epifania su quel palco glorioso. Giovane, talentuosissima. E social: 120 mila follower sulla sua pagina Instagram, dove ci sono la musica, certo; ma anche la moda e la bellezza. Generosa, esibita. «È il mio diario, autentico — ci dice, seduta in uno degli studi del Teatro, prima di un concerto, e alla vigilia dell’apparizione a Sanremo (duetterà con Lazza e Emma) —. Perché io mi racconto così, a 360 gradi. Infatti con me tante ragazze hanno imparato a non vergognarsi. Mi scrivono: siamo più libere».
Qui alla Scala questo suo lato da influencer come l’hanno preso?
«All’inizio non è stato capito».
Si dice che l’ex presidente della Fondazione fosse praticamente sotto choc.
LAURA MARZADORI
«Nomi non ne farò, ma parliamo di critiche fini a sé stesse. Ci sono mondi aperti; altri in cui raccontarsi è ancora ingiustificabile, volgare. Ma negli ultimi tempi è cambiato molto. In altre orchestre europee ci sono già giovani con profili vivaci. C’è una fetta di pubblico che va a vedere i Berliner anche per quello...».
Lei è primo violino alla Scala da quando aveva 25 anni: un ruolo così importante...
«Arrivavo dai concorsi solistici: altre tensioni. Qui se qualcosa non va ne rispondi in prima persona, anche se le colpe non sono tue. Non basta esibirsi bene, devi anche correggere gli altri, guidarli».
(...)
Ha lavorato con direttori di altissimo livello. Qualche nome: Chailly.
«C’è voluto un po’ perché ci trovassimo. Non che non ci fosse sintonia: forse non si aspettava di trovare in quel ruolo una ragazza così giovane. Ma ora si è aperto, c’è affetto».
Barenboim? Fu lui a volerla alla Scala.
«Un genio».
laura marzadori cover
Qualche anno fa c’è chi lo accusò di essere «un tiranno». È cambiata la sensibilità nelle orchestre su questi temi o c’è un problema irrisolto?
«Oggi bisogna stare attentissimi a tutto ciò che si dice.
Da una parte è un bene, ma a volte c’è troppa ipocrisia. Le orchestre però vanno tenute in mano, anche se ho visto direttori dall’emotività prorompente».
Tipo?
«Chung. Molto diretto. Alla fine di un concerto lo raggiunsi nel camerino. Ripeteva “Qui non funziona niente”».
Gatti?
«Un signore. Dopo una prova piangeva per la commozione».
È mai stata diretta da una donna?
«Non ricordo i nomi».
In Italia c’è Beatrice Venezi.
«Mai conosciuta. Quando nel 2021 andò a Sanremo, si soffermò su un dettaglio: farsi chiamare direttore o direttrice. C’era il Covid, mi lasciò perplessa».
Oggi Venezi è consulente del ministro della Cultura.
«Non sono prevenuta, vediamo cosa farà».
(...)
Laura Marzadori con Barenboim
Le hanno detto che fa pubblicità.
«Ho letto su di me cose al limite della diffamazione. Oggi i social sono anche marketing, che uno rimanga colpito è assurdo».
È vero che le foto gliele fa il suo ragazzo?
«Sì.Musicista anche lui, una viola. La cosa ci diverte».
I meglio e i peggio vestiti.
«Oddio. Tipo?».
Facciamo i politici.
«Beh, Giorgia Meloni alla prima della Scala mi è piaciuta tantissimo, proprio una grande eleganza: Armani, d’altronde. Ma politici con stile ce ne sono pochini in giro, diciamo...».
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