MERIDIONE AFFAMATO: TIRA ARIA DI RIVOLTA
Carlo Tarallo per la Verità
sicilia bomba sociale a orologeria
Il coronavirus si combatte con il distanziamento sociale, ma la fame no: ci vuole il pane. Il rischio che sta correndo l' Italia è quello che all' epidemia si affianchi la violenza, la sopraffazione, perché ormai le famiglie più indigenti, quelle che «tirano avanti», sono allo stremo.
Manca tutto, e anche di più: non solo i lavoratori del sommerso (gli economisti stimano un Pil italiano non ufficiale di circa 540 miliardi di euro l' anno, il 35% di quello ufficiale) ma chiunque sia costretto in casa senza poter guadagnare un euro, ha il frigorifero vuoto.
Iniziano, inevitabilmente, episodi di scippi di buste della spesa, assalti ai supermercati, momenti di insofferenza come quello documentato da un video che ha fatto il giro dei social: a Bari una coppia chiede alla banca 50 euro di anticipo sulla pensione, riceve un rifiuto, inizia a dare in escandescenze.
A Palermo un gruppo di 15 persone tenta di assaltare un ipermercato e viene bloccato dalle forze dell' ordine. Sia nel capoluogo siciliano sia in provincia di Napoli volanti di carabinieri e polizia presidiano i supermercati; a Roma due persone vengono bloccate dopo aver scassinato una macelleria. La tensione è alle stelle, e i servizi segreti hanno avvertito il governo del pericolo di vere e proprie insurrezioni. Il Sud è osservato speciale: l' economia meridionale è estremamente più debole di quella del Centro-Nord, in pochi hanno la possibilità di attingere a capitali e riserve di liquidità, la criminalità organizzata, oltretutto, potrebbe soffiare sul fuoco delle rivolte.
Rivolte che, oltre ai problemi di ordine pubblico, costituirebbero anche una vera e propria bomba sanitaria: assembramenti incontrollati costituirebbero un rischio enorme di propagazione del virus in Meridione e di conseguenza un pericolo per l' intera Italia.
sicilia bomba sociale a orologeria
Gli 007 stanno monitorando in particolare Internet: l' assalto al supermercato di Palermo, infatti, è stato organizzato su Facebook da un gruppo chiamato «Rivoluzione razionale», che istiga i cittadini a saccheggiare alimentari e farmacie. La rete viene scandagliata 24 ore su 24 per individuare i focolai telematici delle rivolte.
Sulla pagina Facebook «Black Forces Private Security Contractors» è stato pubblicato un video nel quale una donna si rivolge con minacce pesantissime al sindaco di Benevento, Clemente Mastella, minacciando di prendere i bastoni e assaltare i supermercati se il 4 aprile non verrà permesso di aprire i negozi. Un video agghiacciante.
Per scongiurare disordini di piazza, si muovono i governatori meridionali. «Alle misure rigorose prese per combattere il contagio», ha scritto ieri il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, «è indispensabile aggiungere da subito misure di sostegno alle famiglie, di aiuto a singoli cittadini in difficoltà, e a quei settori su cui il prolungarsi della crisi pesa in maniera drammatica.
A tal fine la Regione intende definire una piattaforma, un programma di aiuti da sottoporre da subito, entro martedì, al governo nazionale. In alcuni casi si tratta davvero di garantire il pane alla povera gente». Il governatore ha dato mandato «agli assessorati al Bilancio e allo Sviluppo di individuare ogni iniziativa possibile per la sburocratizzazione radicale di ogni iter amministrativo e per fare arrivare da subito, le risorse ai soggetti beneficiari.
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Non sono consentiti tempi lunghi. Ognuno ci aiuti», ha sottolineato De Luca, «a individuare e a tagliare nodi burocratici persistenti».
E ancora: «Invito la gente che si trova nelle famiglie disagiate», ha sottolineato il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, intervenendo a Tgs, «a non perdere la testa e a mantenere la calma. Bisogna avere fiducia nelle istituzioni. Abbiamo stanziato 100 milioni di euro per le famiglie disagiate in attesa di accedere all' assistenza alimentare e per i primi necessari interventi».
L' imperativo è isolare i facinorosi: «Accanto a tanti, tantissimi», ha aggiunto il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, «che stanno vivendo questo momento di crisi gravissima certamente con angoscia per il futuro ma anche con dignità, vi sono alcuni gruppi organizzati, gruppi di sciacalli e professionisti del disagio, che promuovono azioni violente e che nei social network trovano una facile vetrina».
Un altro fronte torrido è quello dell' aumento dei prezzi dei generi alimentari segnalato in varie zone d' Italia. Per quanto riguarda gli ortaggi, in particolare finocchi, broccoli, cavolfiori, fagiolini e zucchine, ha fatto sapere la Regione Sicilia, che ha messo in campo un apposito monitoraggio, «i prezzi, in alcuni casi, sono risultati maggiorati anche più del 100%». Mentre l' Europa perde tempo e quel briciolo di credibilità che era rimasta alle istituzioni di Bruxelles, lo scenario che si prospetta in Italia, e in particolare nelle zone economicamente più depresse, è apocalittico. Occorrono interventi urgenti, sostegno a chi ha bisogno. Occorre fare, soprattutto, in fretta. L' Italia è una polveriera pronta a esplodere.
le file ai traghetti verso la sicilia coronavirus
SICILIA, BOMBA SOCIALE
Laura Anello per la Stampa
Adesso tacciono le bancarelle dell' Albergheria, a un passo da Ballarò, scomparse come se non fossero mai esistite. Luigi con un euro ti vendeva un vestito o un paio di scarpe spaiate, Giuseppe metteva sul suo tappeto un mazzo di carte da gioco, libri, giocattoli. Tiravano a campare, i "mercatari" dell' Albergheria, con l' obiettivo di rimediare dieci-venti euro al giorno. È rimasta, a svettare sul quartiere, la chiesa barocca di San Francesco Saverio, guidata dal coraggioso don Cosimo Scordato: «La Caritas ha distribuito in corsa cento sacchi di spesa, noi abbiamo ricevuto qualche offerta e siamo riusciti ad aiutare altre dodici famiglie. Proviamo a fare il possibile».
È una corsa contro il tempo per evitare l' esplosione della bomba sociale, una corsa febbrile di cui sembra di sentire il ticchettio, controcanto al silenzio irreale che domina sul centro storico deserto, sul Teatro Massimo muto, sulla via Maqueda che brulicava di turisti.
Una corsa contro il tempo per sostenere quelle famiglie che da un giorno all' altro si sono trovate senza i soldi in tasca per fare la spesa. Per isolare la tentazione dell' assalto ai supermercati che in questi giorni ha serpeggiato tra gruppi Facebook e Whatsapp, con un colpo sventato appena in tempo, un uomo denunciato a Catania, e i presidi delle forze dell' ordine davanti ai tre principali ipermercati della città.
PALERMO - UN GRUPPO DI PERSONE TENTA DI ASSALTARE UN SUPERMERCATO
In uno, al centro Conca d' oro, ieri hanno regalato buoni per tremila euro a 60 famiglie dello Zen «anche per far capire che i supermercati vanno difesi». Come dire, state buoni.
Il popolo degli affamati è fatto di 30mila lavoratori in nero (300mila in tutta la Sicilia, secondo gli ultimi dati): badanti, colf, manovali, posteggiatori abusivi, ambulanti. A questi si aggiunge ora la pattuglia di nuovi poveri, gente precipitata da un giorno all' altro dalla relativa sicurezza dell' esistenza fino allo sgomento della dispensa e del portafogli vuoto.
Carmela, tre figli e un centro estetico gestito con suo marito, ha dovuto chiedere aiuto per la spesa all' associazione San Giovanni Apostolo del Cep, uno dei quartieri popolari nati negli anni del boom edilizio: «Non abbiamo da mangiare». Alla Missione Speranza e Carità di Biagio Conte l' altra sera, sotto la pioggia, ha bussato un giovane che lavorava in nero in un locale della movida. «Non posso più pagare l' affitto, dormo in macchina, datemi un letto». Giovanni, una moglie e quattro figli, una delle quali ha avuto tre bambini prima di essere abbandonata dal marito, portava avanti la tribù con la sua bottega di falegname. Luigi faceva il sub, vita invidiabile e abbronzatura tutto l' anno. Lavorava da maggio a ottobre, si godeva i soldi guadagnati in inverno e poi ricominciava la stagione.
ignazio la russa nello musumeci (1)
«Mi ha chiamato e mi ha detto: posso fare domanda anch' io per avere qualche sacchetto della spesa?», racconta Pietro Galluccio, il consulente del sindaco che ogni giorno dà il bollettino di chi ha risposto all' iniziativa avviata dal Comune in collaborazione con la collaborazione della Caritas, dell' Associazione Banco alimentare e del Banco delle Opere di carità: 3500 adesioni in quattro giorni, un numero che si aggiunge ai 28 mila assistiti prima dell' emergenza. Nei 176 punti accreditati della città si distribuisce ogni settimana un sacchetto con riso, pasta, zucchero, biscotti, olio.
L' orologio corre, nella città dove gli unici manifesti pubblicitari rimasti sono quelli delle ditte di sanificazione degli uffici e di negozi di alimentari.
Sembrano di un' altra era le locandine degli spettacoli e i cartelli affissi sulle vetrine delle agenzie di viaggi: «Le nostre offerte di Pasqua». Il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha stanziato 100 milioni da distribuire ai Comuni per fare fronte alla fame - parola antica, ma così si chiama -; il Comune di Palermo ha grattato il fondo del barile del bilancio per trovare 400 mila euro. Il sindaco Leoluca Orlando invoca l' allargamento della platea del reddito di cittadinanza che finora a Palermo vale 80 mila assegni. Ne servirebbero altri 50 mila. Nella città residenziale, all' angolo tra viale Lazio e via Empedocle Restivo, è rimasto un immigrato, con tanto di mascherina, a fare l' elemosina.
Una signora lo fulmina con gli occhi: «Stai lontano».
LEOLUCA ORLANDO