Camilla Palladino per il “Corriere della Sera – ed. Roma”
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«Chiediamo alle istituzioni di venire qui e vedere la situazione con i loro occhi, aiutarci a tenere la città pulita». Mark ha 28 anni ed è di origine siriana. Insieme a Bakr, 25enne iracheno, lavora nel chiosco Hummus Town, che si affaccia su piazza della Repubblica, preso in gestione tre settimane fa dall'omonima cooperativa che aiuta e dà un lavoro a 15 rifugiati. Ogni giorno Mark e Bakr lottano contro il degrado che attanaglia l'area intorno alla stazione Termini e a piazza Esedra: i rifiuti abbandonati per la strada, la vegetazione dell'area verde secca e incolta, le strade e i marciapiedi dissestati, gli escrementi di ogni genere, gli accampamenti di persone che vivono in una totale emergenza igienico-sanitaria.
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«Lavoriamo più fuori che dentro il bar, per tenere pulito il più possibile», scherza Mark, ma la situazione è seria. Lo è per lui e per Bakr, che vogliono «fare il meglio per noi stessi e per la città che ci ha accolto». E per chi è senza fissa dimora e dorme in quei giacigli di fortuna. «Sono persone innocue, gentili, e anche per questo non meritano di vivere così. Il problema è che i bagni pubblici qui vicino sono a pagamento, quindi preferiscono lavarsi in questa fontanella», dice ancora Mark, indicando il «nasone» a un passo dall'ingresso del chiosco. «I turisti - racconta - ci chiedono spesso perché sia così sporco qui. L'altro giorno un uomo ha scattato una foto e poi è venuto a mostrarmela: mi sono dispiaciuto».
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Mark chiarisce anche che i camion dell'Ama «passano per raccogliere i rifiuti nei cassonetti», ma di non aver «mai visto degli spazzini» pulire la strada o l'area verde. «È un peccato, perché - sottolinea ancora - questa è la prima cosa che vedono le migliaia di turisti che arrivano ogni giorno a Termini. Una piazza così importante e bella, rovinata in questo modo...».
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La situazione è al limite, e l'amministrazione capitolina ne è a conoscenza. Tanto da aver chiesto in passato a Ferrovie dello Stato la disponibilità degli spazi inutilizzati situati sul lato sinistro del binario 1 della stazione, aumentando così il numero dei posti letto e l'area adibita a dormitorio: un modo per offrire docce, abiti puliti, bevande calde e supporto psicologico a chi rifiuta le soluzioni residenziali. Una proposta, tuttavia, giudicata «inadatta per qualsiasi forma di accoglienza» dagli esponenti di Fratelli d'Italia Federico Mollicone e Lavinia Mennuni. «Se questo è il modo con cui ci si prepara ad accogliere i milioni di turisti che verranno per il Giubileo - sostengono i due candidati in quota FdI - è il momento di cambiare strategia».
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Fatto sta che urge trovare una soluzione, anche perché le tendopoli non sono una rarità a Roma. Solo a pochi metri da Termini, in viale Pretoriano, c'è un altro accampamento.
Persone a cui non vengono offerte altre possibilità che vivere nel disagio sanitario e sociale, visto che i posti letto per l'accoglienza non sono abbastanza.
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