Alberto Simoni per “la Stampa”
Putin Lavrov
Mosca vuole annettere nuovi territori in Ucraina, installare le sue banche e diffondere il rublo. Il presidente Vladimir Putin è stato chiaro nelle sue intenzioni: vogliamo liberare il Donbass. Un piano che rientra - ha detto - nella missione «per combattere il mondo unipolare» voluto dall'Occidente, che ha conquistato la «posizione di leader saccheggiando le altre nazioni».
Ma se le parole del capo del Cremlino rientrano ormai nella categoria «cose note», sono quelle del ministro degli Esteri Sergei Lavrov a squarciare il velo sulle ambizioni attuali russe: estendere il controllo alle province di Kherson e Zaporizhzhia.
VOLODYMYR ZELENSKY IN COLLEGAMENTO CON L'ISPI
Quindi ben oltre i territori orientali. «Ora la geografia è cambiata», ha detto il capo della diplomazia russa. Che poi in modo abrasivo alla Ria Novosti ha aggiunto: «Ci allunghiamo verso occidente fintanto che l'Ucraina viene aiutata dalle armi americane». Lavrov ritiene che la Russia non possa permettersi di accettare che nella parte di Ucraina che sarà controllata da Zelensky «o da chi lo sostituirà», «ci siano armi che rappresentano una minaccia per il nostro territorio e per le Repubbliche che hanno dichiarato la loro indipendenza», ovvero il Donbass.
JOHN KIRBY
Ha citato gli Himars in un riferimento al sistema di difesa di artiglieria mobile che sta effettivamente creando più di un problema ai russi. E infatti, da Kiev è giunta la risposta alle lezioni di geografia: «Insegneremo noi a Lavrov» quali sono in confini. L'uscita del capo della diplomazia russa non ha colto Washington di sorpresa. Martedì pomeriggio John Kirby, portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, aveva reso pubbliche le informazioni di intelligence che dettagliavano le intenzioni russe di annettere intere zone dell'Ucraina. Ieri il Dipartimento di Stato ha replicato direttamente: «Risponderemo ai tentativi di annessione da parte russa».
sistemi anti missile himars
La risposta l'hanno però fornita dal Pentagono il segretario alla Difesa, Lloyd Austin e il capo degli Stati Maggiori Riuniti Mark Milley. Hanno avuto un incontro virtuale con il gruppo di contatto per l'Ucraina. Il capo del Pentagono ha detto che il sistema Himars e altri elementi di artiglieria stanno tenendo a bada i russi, impedendone l'avanzata e che la strategia di far giungere le armi agli ucraini proseguirà.
MARK MILLEY
Ad ora Kiev può contare su 12 piattaforme mobili Himars, 4 sono in procinto di giungere e altre ancora potrebbero essere attivate nelle prossime settimane. Effettivamente l'artiglieria a lunga gittata (un Himar può sparare sino a 80 chilometri) sta cambiando la dinamica del conflitto. Non è un caso che Sergei Shoigu, ministro della Difesa russo, pochi giorni fa abbia dato ordine ai suoi di andare a scovare e colpire i sistemi di lancio americani. Mark Milley ha spiegato che l'avanzata dei russi a Est è contenuta, una decina di miglia in alcune zone in diverse settimane e che gli ucraini sono riusciti a colpire depositi e catena logistica russa, almeno 30 sono stati distrutti. «Il Donbass - ha sottolineato - non è assolutamente perso». Quello però che ci si aspetta è «una lunga guerra d'attrito».
centrale nucleare zaporizhzhia
Con gli alleati si è ragionato quindi di armi, addestramento, logistica, pezzi di ricambio per prepararsi a questo scenario. L'addestramento ha un valore essenziale, ha rimarcato Austin; finora sono stati addestrati 200 ucraini all'uso degli Himars. Non serve solo però il personale capace di caricare e usare l'arma, fondamentale è la manutenzione di ogni singolo pezzo. E anche su questo l'America lavora con gli alleati per migliorare la celerità nella consegna dei pezzi di ricambio e delle munizioni.
lanciarazzi himars
Da quando c'è il via libera in 72 ore il materiale è in Ucraina seguendo una catena di approvvigionamento oliata e collaudata. Quel che il Pentagono ha evidenziato è che più che la quantità di armi da recapitare agli ucraini, è l'adeguatezza a quel che serve a fare la differenza. E oggi gli Himars e altri sistemi lanciarazzi sono «tagliati su misura per la battaglia», ha detto Austin. Entro la fine della settimana dovrebbe arrivare un altro rifornimento che porterà a 17 i prelievi compiuti dal Pentagono su indicazione della Casa Bianca di fondi e armi Usa da destinare a Kiev: ad oggi sono stati spesi 8 miliardi di dollari, 2,2 miliardi solo nell'ultimo mese.