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La Lazio fa la partita ma non tira in porta, la Roma è più stanca e si ferma ai pali: il derby finisce 0-0 e il risultato tiene le squadre appaiate al terzo posto, con il piccolo vantaggio da parte giallorossa legata allo scontro diretto favorevole. Il risultato è casuale, se è vero che la squadra di Inzaghi pare avere a lungo il controllo della gara, almeno fino a quando non resta in dieci. E dall’altra parte Di Francesco può recriminare per i due legni colpiti, l’ultimo al 46’ del secondo tempo da Dzeko.
PRIMO TEMPO — Le formazioni sono quelle annunciate, Inzaghi sceglie Felipe Anderson vicino a Immobile e lascia in panchina Luis Alberto, mentre Di Francesco se la gioca modello Barcellona, riproponendo lo stesso modulo e la stessa formazione, fatta eccezione per Bruno Peres al posto di Florenzi. La Lazio inizia meglio, prova a tenere alti i ritmi e a soffocare con un pressing asfissiante il gioco della Roma. Al 7’ la prima occasione è per Parolo: Jesus e Kolarov si addormentano su un pallone vagante in area, il centrocampista arriva in corsa e spara alto il destro. La linea difensiva della Roma gioca molto alta: in appena 15 minuti Manolas e compagni mettono in fuorigioco cinque volte gli attaccanti di Inzaghi.
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Così la gara si impantana a centrocampo, dove le due squadre provano a giocare massimo a due tocchi nella speranza di trovare un’imbucata vincente. Proprio questa è la giocata di Milinkovic al 29’: pallone dietro la linea giallorossa per Parolo che non capisce di essere solo - seppur in posizione defilata - e invece di controllare accelerare la conclusione sbagliandola.
L’ultimo quarto d’ora è invece di marca Roma, che al 37’ confeziona l’unico tiro nello specchio della porta del primo tempo: Nainggolan confezione un gioiello per Peres tagliando fuori Radu, il brasiliano controlla solo davanti a Strakosha spostato sulla destra e centra il palo con un diagonale. Un minuto dopo Dzeko non arriva in tempo al tap-in a pochi passi da Strakosha, dopo un cross di Kolarov. Il match è duro come non può non essere un derby, se è vero che Mazzoleni deve usare quattro volte il cartellino giallo.
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DUE VOLTI — Il secondo tempo comincia sulla falsariga del primo: è la Lazio a fare la partita, la Roma si abbassa e prova le ripartenze. Al 7’ un errato disimpegno di Manolas favorisce Immobile, che s’invola verso Alisson ma sbagla l’ultimo controllo e consente il recupero dei difensori della Roma. Il primo cambio è di Di Francesco, che sostituisce un evanescente Schick con Under. Proprio una ripartenza del turco porta alla conclusione Dzeko, al 13’: destro a giro, alto. Inzaghi risponde con un doppio cambio: minuto 14, fuori Felipe Anderson e Lulic, dentro Luis Alberto e Lukaku. Minuto 16, primo nello specchio della Lazio: sinistro di Marusic, Alisson blocca a terra. L’occasione più grande, per la Lazio, arriva all’inizio del minuto 21: Peres perde un pallone in uscita, Milinkovic dal limite scucchiaia per Immobile che allarga troppo l’esterno destro sul secondo palo.
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Al 29’ Manolas, colpito duro in precedenza da Immobile, lascia il campo a Florenzi: Di Francesco non cambia modulo, Kolarov scala a fare il terzo centrale, Peres va a sinistra, Florenzi a destra. Non passa neanche un minuto, la Lazio buca a sinistra, il pallone arriva a Luis Alberto che dal limite sfiora il palo con il destro. Minuto 35, la Lazio resta in dieci: Radu trattiene Under, Mazzoleni estrae il secondo giallo per il romeno. A quel punto Di Francesco toglie Peres inserendo El Shaarawy per un 4-2-3-1, mentre Inzaghi rinuncia a Immobile per Bastos. L’inerzia cambia totalmente, la Roma si riversa nella metà campo avversaria alla ricerca dei tre punti, anche se Milinkovic si mette a fare l’attaccante e proprio lui costruisce un’occasione d’oro per Marusic, sul quale è provvidenziale il recupero di El Shaarawy al momento del tiro. Poi Dzeko ha tre grandi occasioni in meno di un minuto, tra il 45 e il 46’: prima si vede parare da Strakosha il colpo di testa su cross di Under, poi stampa sulla traversa un’altra zuccata a Strakosha battuto, infine sfiora il palo con una conclusione dal limite. C’è ancora spazio per un recupero di Kolarov al 48’ su un contropiede Lazio e un tentativo da metà campo di Milinkovic che spaventa Alisson. Lo 0-0 sa di Champions, qualificazione che oggi sarebbe centrata da entrambe le squadre.
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2. CORI ANTISEMITI CONTRO ANNA FRANK
Come all'andata, un copione (della vergogna) che si ripete: quei cori antisemiti che offendono lo sport e la Memoria sono tornati a "macchiare" la sfida calcistica per eccellenza della capitale. Poco prima delle 18, nella zona di Ponte Milvio, centinaia di tifosi della Lazio – che qui si radunano prima dei big match – hanno intonato il coro «Anna Frank è della Roma», accompagnandolo anche a dei saluti romani. Il tutto è stato ripreso dai telefoni e condiviso sui social.
Stessa scena era stata immortalata lo scorso 18 novembre, in occasione della sfida di andata del derby. Non paghi delle polemiche scaturite dagli adesivi con il volto di Anna Frank, anche in quell'occasione i sostenitori della Lazio urlarono analoghi cori. «Per sempre biancazzurro io sarò», avevano gridato, insieme a quel «giallorosso ebreo» ripreso con i telefonini e subito dato in pasto ai social. Lo stesso coro della vergogna si era poi sentito anche nella Curva Nord durante il match.
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