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    CAMPIONI IN CAMPO, PIPPE IN PANCHINA - SOLO AMAREZZE PER GLI AZZURRI CHE DOPO AVER IL MONDIALE 2006 HANNO PROVATO LA CARRIERA DA ALLENATORE. L’UNICA ECCEZIONE, AL MOMENTO, E’ FABIO GROSSO. IL SUO FROSINONE E’ IN TESTA AL CAMPIONATO DI SERIE B - DANIELE DE ROSSI, DOPO L’EUROPEO VINTO DA ASSISTENTE DI MANCINI, HA ESORDITO SULLA PANCHINA DELLA SPAL CON 5 PUNTI IN TRE PARTITE - LA CRISI DI FABIO CANNAVARO


     
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    Igor Traboni per “Avvenire”

     

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    Una bella storia del calcio di provincia, ma poi finirà come altre meteore Era questo il commento più gettonato quando nel 2015 il Frosinone approda per la prima volta nella sua storia in Serie A, suscitando un moto di simpatia in tutta Italia, sia per l'impresa sportiva (doppio salto dalla C, con Roberto Stellone in panchina) che per il contorno da pallone d'altri tempi, con lo stadio Matusa nel centro città e la gente assiepata sui balconi dei palazzi intorno.

     

    Da allora, però, altro che meteora: il Frosinone ha disputato un altro campionato in A e tutti tornei di vertice in B. Il Matusa intanto è stato trasformato nel secondo parco cittadino e il club, con il concorso del Comune, s' è fatto uno stadio di proprietà, intitolato a Benito Stirpe, papà del patron Maurizio, un gioiellino da 16mila posti al coperto; un centro sportivo per allenamenti e giovanili, un altro in rampa di lancio a Fiuggi. E per la prima volta due giocatori del Frosinone hanno esordito in Nazionale, visto che in effetti Gatti e Zerbin erano ancora tesserati con i ciociari al momento della chiamata di Mancini e prima di passare a Juve e Napoli.

     

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    Ma tutte queste sono già favole di ieri e dell'altro ieri, perché il Frosinone di oggi ne prepara già altre due, con i tifosi gialloazzurri legittimati a fare tutti gli scongiuri scaramantici del caso. La prima ha le sembianze del passo felpato di Fabio Grosso che batte e segna il rigore che consegna il Mondiale 2006 all'Italia, la seconda è l'immagine di un manipolo di ragazzini di Frosinone e dintorni, con appena qualche straniero che già senti chiamare palla in uno slang anglo-ciociaro: tra serie B e Primavera entrambe sono al vertice.

     

    Nei Cadetti i ciociari sono addirittura in fuga rispetto a mostri di squadre, dal Genoa al Cagliari al Parma , che sulla carta avrebbero dovuto ammazzare il campionato. Tra tutti i club professionistici d'Europa, insieme al Barcellona il Frosinone è l'unico a non aver ancora subito gol in casa: merito del portiere- ragazzino Stefano Turati, che dopo ogni partita si fa consegnare il megafono dai tifosi per guidare lui i cori, e di "zio" Lucioni, il vecchietto della compagnia con i suoi 35 anni e 200 partite in B, assieme alle solite scommesse che il direttore sportivo Guido Angelozzi è andato a prendere di qua e di là, come il gabonese Oyono dalla B francese o giocatori da rilanciare, come quel Frabotta che giovanissimo alla Juve aveva incantato e poi s' era un po' perso per via degli infortuni.

    pippo inzaghi grosso pippo inzaghi grosso

     

    Lo stesso mix che Grosso ha assemblato a centrocampo, tra il ragazzino Boloca pescato in D e l'esperto Mazzittelli arrivato dal Monza, con le chiavi dell'attacco consegnate a Moro (l'anno scorso capocannoniere in C, ma all'esordio in B) e Mulattieri, altro giovane di belle speranze su cui l'Inter punta molto.

     

    La squadra dello scorso anno, che pure aveva fatto bene, è stata stravolta, ma Fabio Grosso - arrivato due anni fa in punta di piedi dopo l'esperienza di Alessandro Nesta - ha subito ricomposto il puzzle e ha iniziato a far giocare questa banda terribile, che ora vince divertendosi e diverte vincendo. Basta chiedere ai calciatori, anche quelli che giocano poco: «Grosso mi ha dato fiducia».

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    Fabio Grosso si schernisce, ma senza falsa modestia, sempre consapevole del fatto che alla fine il lavoro paga: «Quando arrivano ragazzi nuovi tattila camente, tecnicamente ma anche caratterialmente, ci devi lavorare, scoprire i loro lati positivi per fargli tirare fuori le qualità che hanno. E io amo da pazzi fare l'allenatore, lavorare con i ragazzi ». Il resto lo sta facendo una perfetta integrazione con la città e l'ambiente: « Frosinone è una piazza importante con una società seria - rimarca Grosso - Abbiamo la fortuna di avere un presidente in gamba, che ha sempre fatto tanto per questa zona. Il suo obiettivo è quello di portare avanti il nome del Frosinone e per noi è un piacere lavorare con lui e con le sue idee».

     

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    Ogni tanto negli spogliatoi racconta di quel famoso rigore del 2006, «ma non lo fa per sottolineare che c'era o per presunzione, piuttosto per farti capire il senso del lavoro. Per arrivarci ha sacrificato molto ed è stato ripagato», racconta il centrocampista Ben Koné, altro punto di forza dei ciociari.

     

    E poi Grosso può guardare e pescare in quel Primavera (ha già fatto esordire in B Alessio Maestrelli, nipote dell'indimenticabile Tommaso) che in campionato ha già messo alle corde Napoli, Fiorentina, Sampdorra, Bologna, Empoli, Lecce, pur essendo neopromossa dalla Primavera 2.

     

    Quest' altra favola porta la firma dell'allenatore Giorgio Gorgone e di Alessandro Frara, responsabile del settore giovanile, che per adesso esclude voli pindarici: « Affrontiamo club che spendono milioni per i settori giovanili e noi puntiamo a restare in questo campionato, facendo crescere i ragazzi e trasmettendogli la cultura del lavoro». A proposito, Gorgone era il vice allenatore e Frara il capitano di quella squadra che al cantautore Calcutta faceva cantare: « Leggo il giornale, c'è papa Francesco e il Frosinone in serie A ». Perché poi le meteore passano, ma le stelle restano.

     

    2 - LE PANCHINE TRABALLANTI DEI CAMPIONI DEL MONDO

    Massimiliano Castellani per “Avvenire”

     

    Possiamo dirlo, la Serie B è diventata il circolo ricreativo dei campioni del mondo del 2006. Al Parma è tornato per chiudere la sua gloriosa carriera il portierone azzurro Gigi Buffon, unico campione del mondo della Nazionale di Marcello Lippi a scendere ancora in campo, alla veneranda età di 44 anni.

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    E Buffon minaccia di proseguire «fino a 50 anni », quindi improbabile che poi si avventuri in una seconda vita da allenatore. Quella del mister è la via battuta da molti dei suoi ex compagni, ora protagonisti nelle panchine cadette, a cominciare appunto da Fabio Grosso, capolista con il Frosinone. Pippo Inzaghi era partito dall'alto con il Milan che lo aveva promosso dalla Primavera alla prima squadra, ma è dovuto scendere in C, al Venezia per rifarsi l'immagine di Super Pippo, il bomber vincente.

     

    Promozione in B con i Lagunari e ritorno in A con il Bologna. Ma è la B la sua attuale dimensione: in tempo di pandemia ha stravinto un campionato con il Benevento e poi ha tentato il bis, fallito, nel Brescia di patron Cellino. Ora ci riprova con la Reggina grandi firme, ma per la promozione in A la strada è irta di ostacoli. Come è dura per Fabio Cannavaro al Benevento. Dopo i fasti della Cina, scudetto con il Guangzhou - ereditato da Lippi - il Pallone d'Oro del 2006, alle dipendenze del presidente Vigorito ha riscoperto il gusto amaro dei ritiri prepartita.

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    E il ritiro punitivo al suo Benevento ha sortito un punticino in casa con il Pisa, scontro diretto per non scivolare in Lega Pro, mentre il patron sannita chiede la A al suo campione del mondo. Quella massima serie in cui vuole tornare anche la Spal che ha scommesso sul debuttante Daniele De Rossi. L'ex "Capitan Futuro" della Roma è arrivato a Ferrara al posto di Roberto Venturato e stornellando allegramente in romanesco ha ottenuto 5 punti in tre partite: due pareggi con Cittadella e Sud Tirol e un 5-0 al Cosenza. Ma la sua Spal per ora è a meno 10 dal Frosinone di Grosso.

     

    Non se la passa bene neppure Andrea Pirlo che per dimenticare la breve parentesi con la Juventus (ha vinto una Coppa Italia e lasciato i bianconeri in Champions) è finito ad allenare nella serie A turca, al Fatih Karagümrük Spor Kulübü che attualmente galleggia al 13° posto. Si aspettano molto al Valencia da " Ringhio" Rino Gattuso che ha fatto tanta gavetta e pagato pure gli stipendi di tasca sua quando allenava i greci dell'Ofi Creta e poi il Pisa.

    DE ROSSI SPAL DE ROSSI SPAL

     

    Come Inzaghi, anche Gattuso ha avuto la grande chance di guidare il Milan e poi il Napoli di De Laurentiis, ma non ha lasciato il segno. Alla Fiorentina ha rotto con lo zio calabroamericano Rocco Commisso ancor prima di cominciare il campionato e così dopo un anno sabbatico ci riprova nella Liga affidandosi in attacco al vecchio Edinson Cavani. Non ha di questi problemi Marco Materazzi, l'uomo della testata di Zidane dopo l'esperienza indiana (ha allenato il Chennaiyin) si è messo a pedalare con l'amico Jovanotti e il calcio lo vede solo da spettatore allo stadio.

     

    DE ROSSI TACOPINA DE ROSSI TACOPINA

    Smaniano invece per tornare in panchina Mauro Camoranesi, ultima panchina in Slovenia al Maribor, Marco Amelia , esonerato dal Prato in serie D e Alessandro Nesta che ha lasciato il suo posto a Grosso al Frosinone e prima veniva da un'esperienza al Perugia senza infamia e senza lode. Non è mai diventato un tecnico di punta neppure Massimo Oddo nonostante gli inizi incoraggianti: promozione in A con il Pescara nel 2016. Poi una sequela di esoneri e finali perse come quella per la B lo scorso anno al Padova.

     

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    Meglio dedicarsi ai giovani, hanno pensato Alberto Gilardino che allena la Primavera del Genoa, Andrea Barzagli assistente delle giovanili della Nazionale e Vincenzo Iaquinta in attesa di vivaio da indottrinare. Simone Barone aiuta Nicola alla Salernitana, mentre Angelo Peruzzi ha chiuso la sua collaborazione alla Lazio. Meglio dirigente che allenatore, è il credo di Gianluca Zambrotta e Simone Perrotta (hanno ruoli nell'Assocalciatori), oppure andare alla ricerca di nuovi talenti, come stanno facendo Alessandro Zaccardo e Francesco Totti che ha creato una sua società di scouting. La strada più semplice e diretta per un ex campione del mondo resta q uella dell'opinionista televisivo. Mestiere che Luca Toni svolge alla Rai e Alessandro Del Piero per Sky.

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