Filippo Di Giacomo per “il Venerdì - la Repubblica”
filippo di giacomo
In Italia esistono più di 1.200 "associazioni cattoliche" riconosciute dalle autorità centrali della Chiesa e da sempre considerate "strategiche". Spesso sono dotate di un patrimonio fatto di fondi e immobili e, in alcuni casi, anche di elargizioni ordinarie e straordinarie attinte dal "fondo discrezionale" della dirigenza della Conferenza episcopale.
Sulla carta sono tutte vive e vegete, con regolare rinnovo dell'"assistente ecclesiastico" incaricato di «accompagnarle nella loro testimonianza cattolica». In realtà, fatte poche eccezioni, sono scatole vuote dove un manipolo di prodi continua a rinnovare gli organi societari, più preoccupato della salvaguardia del patrimonio che della pratica religiosa.
Gualtiero Bassetti, presidente Cei
Non a caso la Cei non fornisce, quando richiesto, il numero degli iscritti (i "tesserati" di un tempo). Vista la quantità delle sigle e le finalità dichiarate dovrebbero coprire l' intero orizzonte socio culturale italiano: dalle parrocchie alle università, dal mondo educativo a quello del lavoro.
Eppure, tranne che per sporadiche manifestazioni di massa, i "cattolici impegnati" sembrano scomparsi. Da almeno un decennio nessuna associazione cattolica è stata in grado di interloquire nella costruzione di un vero dialogo sociale e politico. In questo deserto, l'unica realtà che regge, ma solo numericamente, sembra la Coldiretti, che dichiara ancora un milione e seicentomila associati.
coldiretti cibi
Ai tempi di papa Pacelli, era la sola ad essere ricevuta in Vaticano. Nel novembre del 2016, però, all'incontro mondiale dei movimenti popolari, papa Francesco decise che fosse un presidente della Confagricoltura, competitor storico della Coldiretti, a illustrare il modello di agricoltura sociale. Ci doveva pur essere un motivo.
CONFAGRICOLTURA