1 - BORSA: MILANO SOFFRE (-2,3%) CON BANCHE E FIAT, BENE CAMFIN
(ANSA) - Piazza Affari pesante a metà seduta anche se in recupero rispetto ai minimi della mattinata. Il Ftse Mib cede il 2,32% appesantito dalle banche, che segnano cali superiori al 3% anche a causa dello spread, da Prysmian (-4,21%) e Fiat (-3,32%), allineata al calo del comparto auto in Europa. In controtendenza Parmalat (+0,5%) e Camfin (+1,5%) mentre resta alto lo scontro tra i soci della holding di Pirelli (-2,44%). Telecom cede l'1,74% dopo il taglio del rating da parte di S&P.
2 - LE BORSE EUROPEE PROSEGUONO IN FORTE RIBASSO
Borsainside - Le borse europee registrano a metà seduta delle forti perdite. Zurigo scende del 2,8% ed è la peggiore. Dalle minute della Fed è emerso che la Banca Centrale degli USA potrebbe ridurre gli stimoli monetari prima di quanto previsto dagli investitori. HSBC ha comunicato inoltre che in base alle sue stime preliminari il suo indice relativo al settore manifatturiero cinese è sceso a maggio per la prima volta da sette mesi al di sotto di 50 punti.
La notizia ha fatto aumentare drammaticamente i timori dei mercati relativi alle prospettive dell'economia globale. Le vendite colpiscono tutti i settori. Tra i bancari Deutsche Bank perde il 4,5% e Crédit Agricole il 4%. Tra i minerari Anglo American perde il 4,5% e BHP Billiton il 2,9%. Tra i titoli high-tech Alcatel-Lucent scende del 4,6% e Infineon del 4%. Nel settore dell'auto Daimler perde il 4,1% e Peugeot il 5,1%.
SBM Offshore sale del 3,4%. Il gruppo olandese ha annunciato dei convincenti dati di bilancio per il primo trimestre.
Merck KGaA guadagna lo 0,1%. Morgan Stanley ha avviato la copertura sul titolo del gruppo tedesco con "Overweight".
3 - SQUINZI, 'ITALIA SULL' ORLO BARATRO, ORA OBIETTIVO SIA CRESCITA'
ANSA - Allarme di Confindustria sulla situazione economica del Paese: ''Il nord -dice il presidente, Giorgio Squinzi, all'Assemblea annuale dell'associazione - è sull'orlo di un baratro che trascinerebbe tutto il nostro Paese indietro di mezzo secolo, escludendolo dal contesto europeo che conta". Squinzi ha sottolineato le "debolezza strutturali" del Mezzogiorno, "una parte del Paese in cui lo sforzo per la crescita, lo sviluppo e l'occupazione assume le caratteristiche di una vera e propria sfida per la sopravvivenza".
Secondo Squinzi, ora l'obiettivo deve ora essere uno solo: tornare a crescere. Per tornare a produrre piu' benessere l'Italia - ha aggiunto - deve fare leva sulla sua risorsa piu' importante: la vocazione industriale in tutte le sue declinazioni. manifatturiero e' il motore del nostro sistema''.
"Ci aspetta un grande impegno comune: fare una nuova Italia, europea, moderna aperta", dice al governo Squinzi. Le "riforme non sono più rinviabili" a partire dalla legge elettorale, avverte. E garantisce: "Se questo sarà il governo della crescita noi lo sosterremo con tutte le nostre forze".
Negli ultimi 18 mesi lo stock di prestiti erogati alle imprese "é calato di 50 miliardi: un taglio senza precedenti nel dopoguerra", rileva Squinzi che aggiunge: "Quasi un terzo delle imprese ha liquidità insufficiente rispetto alle esigenze operative. Dobbiamo contrastare la terza ondata di credit crunch".
"Ci aspetta un grande impegno comune: fare una nuova Italia, europea, moderna aperta - dice al governo il presidente di Confindustria - le riforme non sono più rinviabili" a partire dalla legge elettorale, avverte. E garantisce: "Se questo sarà il governo della crescita noi lo sosterremo con tutte le nostre forze".
ENRICO LETTASquinzi si e' quindi soffermato sul tema del fisco. Oltre ad essere "punitivo", ha rilevato, il fisco italiano è "opaco, complicato, e incerto nella norma". Un fisco che è "quanto di peggio si possa immaginare" e che "scoraggia gli investimenti e la crescita".
Squinzi ha chiesto la riduzione del ''cuneo fiscale, al 53% nel 2012, eliminando il costo del lavoro dalla base imponibile Irap e tagliando di almeno 11 punti gli oneri sociali che gravano sulle imprese manifatturiere". "Più della metà di quello che le imprese pagano ai lavoratori va nelle casse dello Stato".
"La mancanza del lavoro è la madre di ogni male sociale": dice Squinzi, aggiungendo: "Va affrontata in maniera strutturale e con equilibrio, intervenendo sul costo, produttività e regole". Le imprese "sono pronte a supportare l'azione del governo con investimenti e occupazione".
LETTA AGLI INDUSTRIALI, COMPITO DIFFICILISSIMO MA CE LA METTERO'TUTTA - "Io so solo una cosa: la missione è difficile e il compito anche e sento sulle mie spalle tutta la responsabilità e le tante aspettative; sarà difficilissimo, non so se ce la faremo ma ce la metteremo tutta". Lo ha il premier Enrico Letta parlando all'assemblea degli industriali.
FLAVIO ZANONATO4 - RCS: CUCCHIANI, ORA VICINI A GRUPPO, POI TROVI SUA STRADA
Radiocor - 'La nostra funzione e' momentanea e di grande rilevanza per aiutare questo gruppo. Dopo dovra' trovare la sua strada per la crescita e lo sviluppo'. Lo ha detto Enrico Cucchiani, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo parlando della situazione di Rcs.
'Noi abbiamo dato grande disponibilita', siamo vicini a un gruppo importante in un passaggio molto delicato. E' importante passare questa boa, cioe' l'aumento di capitale, dopo di che Rcs dovra' considerare tutte le opzioni disponibili'. Cucchiani ha ricordato di essere un 'grande ammiratore di Guido Carli ma, una delle sue massime e' che le banche non devono occuparsi di editoria'. Negli ultimi giorni Cucchiani ha assunto la responsabilita' diretta delle partecipazioni strategiche dell'istituto.
Enrico Cucchiani Giovanni Bazoli Banca Intesa5 - ZANONATO: CONFERMATO SGRAVIO 55% EFFICIENZA ENERGETICA PER TUTTO 2013
Radiocor - 'Con il ministro dell'Economia ho concordato la conferma, almeno per tutto il 2013, della detrazione fiscale del 55% per gli interventi di efficienza energetica negli edifici che scadra' il prossimo 30 giugno'. Lo ha annunciato il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, nel suo intervento all'assemblea di Confindustria.
6 - L'OPZIONE SVIZZERA? TASSI NEGATIVI CONTRO IL SUPERFRANCO
G.Str. per il "Corriere della Sera" - Povero franco svizzero. Fino a qualche tempo fa era uno dei pochi eroi di questa lunga crisi, mentre oggi viene spinto al ribasso da un corposo concorso di fattori. Non che valga poco, per carità. Ieri, a 1,26 franchi per un euro, la valuta quotava sicuramente ben al di sopra della media storica. Eppure, nonostante questo, il franco sta perdendo colpi.
Dopo essere stato schiacciato per mesi e mesi a quota 1,20 - il soffitto imposto dalla Banca nazionale svizzera contro le eccessive rivalutazioni - ora il franco è di nuovo sceso in valore fino a toccare il minimo degli ultimi due anni contro la moneta unica. I motivi?
BANCHE SVIZZEREAlmeno tre: un allentamento delle tensioni finanziarie internazionali, lo stesso soffitto «a 1,20» che - almeno per il momento - mette un tetto al ritorno degli investimenti in franchi e, ieri, le parole rilasciate del presidente della Bns, Thomas Jordan: il governatore svizzero non ha escluso anche tassi negativi, se la mossa diventasse necessaria. Alla domanda «la banca centrale potrà considerare un ritocco al rialzo del "tetto 1,20"?», il banchiere centrale ha risposto che «l'adeguamento del tasso minimo è qualcosa che è possibile, in linea di principio, proprio come l'introduzione di tassi di interesse negativi».
E ancora: «Se uno ha bisogno di un ulteriore allentamento monetario e altri strumenti non sono efficaci, si deve pensare a un tasso sui depositi negativo. E questo noi non lo abbiamo mai escluso». Novità alpine anche sul fronte fiscale: dopo che l'Austria si è detta disponibile a rinunciare al segreto bancario, ora l'attenzione del Consiglio europeo è rivolta alla Svizzera. Che sia, anche questo, uno dei motivi di un franco finanziariamente meno affascinante?
8 - CABLE &WIRELESS LASCIA LONDRA. PER LA FLORIDA
Giu.Fer. per il "Corriere della Sera" - Molte aziende decidono di delocalizzare, cambiando Paese di residenza, per motivi fiscali, questa volta però la ragione è strategica: l'inglese Cable & Wireless Communication lascerà il quartier generale vicino a Londra dopo oltre 140 anni. Il gruppo di telecomunicazioni sposterà la sede nel sud della Florida, dove di solito si trasferiscono gli americani facoltosi per pagare meno tasse e godere di inverni più miti. Per i cittadini britannici il trasloco è la fine di un'era. L'operatore dice di voler restare una società inglese, ma la necessità di trasferirsi più vicino ai mercati in cui opera, i Caraibi.
9 - IL PEGGIORE INVESTITORE? È IL PIÙ GRANDE: LA CINA
Giu.Fer. per il "Corriere della Sera" - La Cina si prepara a diversificare le sue riserve, stimate in 3.400 miliardi di dollari: meno titoli del Tesoro americano, più asset non convenzionali, quindi azioni, private equity, immobili, e così via. Con questo obiettivo Safe, l'istituzione statale che amministra le riserve straniere, ha già aperto un ufficio a New York, ha scritto l'altro giorno il Wall Street Journal. Ma la decisione potrebbe essere un azzardo, visti i risultati finora fallimentare proprio del tentativo di spostarsi dai Treasuries bond attraverso i due bracci operativi Sic e Cic.
A fare i conti è stato il giornale South China Morning Post: gli investimenti, nel 2008, da un miliardo di dollari per l'1% in Bp e del 2% di Total (costato 3 miliardi) sono scesi rispettivamente del 16% e del 20%. Ancora: la quota in Barclays è giù del 27%, quella in Royal Bank of Scotland dell'88% e la partecipazione in Aviva del 46%. Ma se si considera il cambio con lo yuan la perdita è ancora più pesante. I titoli del Tesoro Usa, invece, hanno garantito nello stesso periodo un ritorno in dollari del 29% agli investitori americani.
10 - HERA SALE E I COMUNI SCENDONO
Da "Il Sole 24 Ore" - In un mese ha guadagnato il 12,8% in Borsa, in sei mesi il 37,5 e in un anno il 51,9%. Il momento per le utility è buono, ed Hera - che in più ha portato a casa la fusione con Acegas-Aps - si sta avvicinando ai massimi degli ultimi cinque anni a Piazza affari.
Un buon momento per vendere, soprattutto se ci si trova alla canna del gas come buona parte dei comuni italiani: così si spiega la scelta prima di Cesena e poi di Ferrara di alleggerire la propria partecipazione nel gruppo: nel primo caso, la quota del 2,08% è stata inserita tra gli asset «alienabili» dal Comune in nome del patto di stabilità; a Ferrara, invece, nei giorni scorsi la giunta guidata da Tiziano Tagliani ha deciso di disfarsi di cinque milioni di azioni (meno di un quinto del 2,74% di cui dispone), tutte svincolate dal patto di sindacato dei comuni, da cui dovrebbe incassare una cifra intorno agli 8 milioni.
GRUPPO HERALa delibera dovrebbe finire sul tavolo della giunta tra due settimane, ai primi di giugno: se, come probabile, arriverà il via libera ci sarà giusto il tempo di incassare il dividendo 2012 (lo stacco della cedola è fissato per il 3 giugno) e poi di preparare, con calma, il percorso di uscita. (Ma.Fe.)
11 - CARIMONTE E L'IPOTESI SEPARAZIONE DEI BENI
Da "Il Sole 24 Ore" - Potevano lasciare (ma la Vigilanza ha detto di no), ora probabilmente raddoppieranno. Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e Fondazione del Monte di Bologna e di Ravenna, socie al 60 e al 40% di Carimonte, hanno deciso di darsi un anno di tempo per valutare il riassetto della loro holding.
L'idea, discussa nei giorni scorsi in assemblea e rivelata ieri da Radiocor, è quella di costituire due divisioni distinte facenti capo ai due soci, in cui concentrare gli asset che fanno capo alle due Fondazioni. Per l'ente, costituito nel 1991 ai tempi della fusione tra la Banca del Monte di Bologna e Ravenna e CrModena e incaricato della gestione delle partecipazioni - in primis di UniCredit, di cui oggi dispone del 2,26% - le due Fondazioni starebbero valutando la possibilità di assegnare anche gli altri asset attualmente gestiti in proprio.
TORRE UNICREDIT«L'ipotesi allo studio - spiega a Il Sole 24 Ore il presidente di Carimonte, Gianluigi Serafini - è quella di un consolidamento e di un rilancio della società, che potrebbe diventare il principale strumento di gestione del patrimonio dei due enti». Non prima, però, di aver costituito due "scatole" in cui isolare gli asset facenti capo ai soci: «L'idea è quella di valorizzare gli asset mettendoli insieme, ma al tempo stesso di consentirne una gestione diversificata». (Ma.Fe.)