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    LE BREAKING NEWS CHE CI MANCANO - ''SUORE SI DENUNCIANO PER COLPA DI NOVE ASINI'' - PROTAGONISTE DELLA STORIA DUE RELIGIOSE DI RITO ORDOSSO CHE NEL CUNEESE AVEVANO FONDATO UN EREMO. UNA ACCUSA L'ALTRA DI ESSERSI INTESTATA GLI EQUIDI E DI ESSERSELI PORTATI VIA. DOPO UNA LUNGA BATTAGLIA IN TRIBUNALE, LA DIATRIBA VEDE FORSE UNA SOLUZIONE


     
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    Costanza Cavalli per ''Libero Quotidiano - Cronaca di Milano''

     

    Truffa, falso ideologico e materiale: così parla la giustizia terrena. Quella divina direbbe che non sono stati rispettati almeno due comandamenti, Non rubare e Non dire falsa testimonianza. I protagonisti di questa vicenda giudiziaria sono due suore di rito ortodosso e nove asini. La storia è cominciata nel febbraio 2018, quando andò a fuoco l'eremo di Santa Mirofora Maria Maddalena a Fedio, a Demonte, nel Cuneese: lì erano residenti le due suore, Maria Laura Cazzaniga, cioè suor Laura, 59 anni, una vita a Brugherio prima che la fede la spingesse in Piemonte; e Maria Luisa Cordera, cioè madre Scolastica, 67enne.

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    Le due religiose avevano fondato l'eremo e facevano parte dell'associazione culturale Monteluce, istituita nel 2001, di cui madre Scolastica è presidente. La brianzola invece era stata vicepresidente dell'associazione dal 2001 al 2016, poi ne era stata espulsa dalle consorelle per motivi "dottrinali", con tanto di sentenza del Tribunale civile. Questa volta la lite tra le due è più materiale: Suor Laura è stata denunciata da madre Scolastica perché - e dopo le indagini lo sostiene anche la Procura di Cuneo - avrebbe usato la vecchia qualifica che aveva all'interno dell'associazione per impadronirsi degli asini e portarseli via indicando la cessione come una donazione da parte della Monteluce.

     

    SUORA ORTODOSSA SUORA ORTODOSSA

    La donna sarebbe responsabile di falso e truffa per essersi fatta intestare dall'anagrafe Equidi i nove asini che in realtà erano di proprietà dell'associazione, ingannando anche il funzionario pubblico che certificò il cambio di proprietà. La condotta di suor Laura, sempre secondo il Tribunale, avrebbe procurato a se stessa «un ingiusto profitto», il valore degli asini, «recando un danno all'associazione».

     

    «Mi sono accorta che gli asinelli non erano più in carico all'associazione ma di proprietà dell'imputata dopo aver cercato di recuperare i loro libretti sanitari», ha spiegato al giudice madre Scolastica, parte civile. «Abbiamo cominciato le indagini dopo la querela di un'associazione di allevatori», ha aggiunto un brigadiere dei carabinieri sentito come testimone, «Nei documenti analizzati c'era un'anomalia: l'imputata firmava sia come venditore che come acquirente».

     

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    Le bestie dopo il rogo dell'eremo erano state trasferite in parte a Magenta, nell'hinterland nord ovest di Milano e in parte a Roccavione, centro montano in provincia di Cuneo dove suor Laura ha trovato casa e ha avviato una nuova attività di allevamento e pet therapy. La prossima udienza è fissata per il 12 gennaio; ma intanto in questa querelle sembra stia intervenendo qualche fattore nuovo, forse solo un prosaico buon senso, dal momento che i legali delle due donne hanno fatto sapere che le loro clienti hanno «raggiunto un complessivo accordo riguardo le loro divergenze e sono ritornate tra loro armonia e pace come si addice a delle religiose», hanno scritto gli avvocati Gabriella Giunzioni ed Enrico Gaveglio che assistono Maria Luisa Cordera ovvero suor Scolastica e il collega Alberto Summa per Maria Laura Cazzaniga, alias suor Laura.

     

    Suor Scolastica ha ritirato la costituzione di parte civile nel processo, ma la giustizia andrà avanti per conto suo, perché alcuni reati di cui è accusata la ex suor Laura sono perseguibili d'ufficio, per cui il procedimento andrà avanti indipendentemente dall'accordo raggiunto; però il giudice potrà tenere conto della ritrovata armonia tra le parti.

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