Gaia Piccardi per il “Corriere della Sera”
paul riley
Cade la prima testa nello scandalo delle molestie nel calcio femminile americano: messa nell'angolo dalla rivolta delle fuoriclasse, intervenute via social a difesa di Sinead Farrelly e Mana Shim, le due ex calciatrici che accusano coach Paul Riley, si è dimessa Lisa Baird, commissioner della National Women's soccer League (Nwsl), accusata di aver saputo e taciuto.
lisa baird
Licenziato anche il segretario generale Lisa Levine. È stata Alex Morgan, campionessa del mondo e stella delle Orlando Pride, a pubblicare su Twitter la mail con cui Farrelly accusa Baird di aver promesso una giustizia che non è mai stata fatta, mentre la pantera lilla Megan Rapinoe e la veterana Abby Wambach rincaravano la dose scatenando un'indignazione social che negli Usa ha attraversato college e Università, dove il soccer delle ragazze è sport amatissimo e praticato.
sinead farrelly
Le dimissioni di Lisa Baird, che decapitano una lega che stava negoziando il primo contratto collettivo nazionale per le giocatrici, che ha venduto i diritti del campionato (nel frattempo sospeso a furor di popolo) alla Cbs e che si era resa quasi indipendente dai fondi della Federcalcio Usa diventando appetibile per i grandi marchi, sono l'onda lunga dell'inchiesta giornalistica firmata su The Athletic dalla reporter Meg Linehan, che ha raccolto lo sfogo delle calciatrici molestate da Riley (oltre una dozzina: il caso è destinato ad allargarsi), ex centrocampista inglese riciclato oltreoceano come allenatore delle donne.
Due volte vincitore del titolo al timone delle North Carolina Courage, è accusato di un largo spettro di condotte inappropriate, dal sesso con le giocatrici ai commenti sul loro peso e orientamento sessuale.
mana shim
Se il sospetto è che il club abbia avallato l'ambiente tossico in cui si svolgevano allenamenti, trasferte e match, al New York Times non è sfuggito il fatto che Riley (inseguito dai sospetti sin dal 2014, quando allenava a Portland) è il quarto tecnico allontanato in tre mesi con le stesse accuse: prima di lui Richie Burke, cacciato dalla panchina delle Washington Spirit (minacce, insulti e critiche personali alle giocatrici), Christy Holly delle Racing Louisville (ambiente tossico) e Farid Benstiti delle Reign di Tacoma, Stato di Washington, la squadra di Rose Lavelle e Megan Rapinoe, entrambe nazionali.
Decisiva, nel precipitare dei fatti, la videoconferenza che giovedì sera ha raccolto online centinaia di professioniste della Nwsl, molte con una storia personale di molestie, verbali o fisiche, da raccontare, unanimi nel voler bloccare la giornata di campionato del weekend (otto delle dieci panchine della National Women's soccer League sono occupate da uomini).
simone biles
«La lega non ha protetto le sue calciatrici, quindi ha fallito» scrive Morgan in un tweet che ben riassume la situazione. Il calcio femminile americano, insomma, sembra pronto per affrontare la spietata autoanalisi a cui fu costretta la ginnastica di Simone Biles nell'orrendo caso Nassar. I tempi sono maturi.
paul riley 1 alex morgan paul riley. 2 paul riley. nadia nadim contro paul riley sinead farrelly contro paul riley tweet morgan rapinoe