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    LE SENTENZE NON SI CRITICANO, SI IGNORANO - COMUNE, SOPRINTENDENZA E ENTE PARCO DI AGRIGENTO SE NE FREGANO DELLE SENTENZE CHE HANNO STABILITO LA DEMOLIZIONE DELLE CASE ABUSIVE NELLA VALLE DEI TEMPLI - I PM: “O PROCEDETE O VI DENUNCIAMO”


     
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    Fabio Albanese per “la Stampa”

     

    CASE ABUSIVE NELLA VALLE DEI TEMPLI DI AGRIGENTO CASE ABUSIVE NELLA VALLE DEI TEMPLI DI AGRIGENTO

    Alla fine la Procura ha dovuto metterlo nero su bianco: «O cominciate le demolizioni delle case abusive nella Valle dei Templi o vi denunciamo». Non c’era evidentemente altra strada per bloccare un rimpallo di responsabilità tra il comune di Agrigento, con il suo Ufficio tecnico, la Sovrintendenza ai beni culturali e ambientali e l’Ente Parco archeologico e paesaggistico che da mesi, ognuno per sè, rispondono ai pm che la responsabilità delle demolizioni non è loro ma di qualcun altro.

     

    LA DIFFIDA

    CASE ABUSIVE NELLA VALLE DEI TEMPLI DI AGRIGENTO CASE ABUSIVE NELLA VALLE DEI TEMPLI DI AGRIGENTO

    Così la scorsa settimana il procuratore aggiunto Ignazio Fonzo ha inviato ai tre enti una lettera-ultimatum: «In assenza di precise, circostanziate e dettagliate risposte principalmente esecutive alle richieste provenienti da questa Autorità Giudiziaria, si dovrà procedere a carico dei responsabili di codesti uffici che, con perdurante ostinato ritardo, impediscono il ripristino della legalità nella zona del Parco Archeologico della Valle dei Templi, interessata dalla presenza di manufatti abusivi per i quali è stata disposta, con sentenza divenuta irrevocabile, la demolizione».

     

    O vi mettete d’accordo e agite subito o passate i guai, è insomma il messaggio. Che deve essere subito arrivato a destinazione se proprio ieri sia dal Comune sia dalla Sovrintendenza sono partite richieste di incontro con la procura già per la prossima settimana: «Conosco poco la vicenda e non ho ancora letto le carte - dice il neo sindaco Lillo Firetto, eletto domenica scorsa dopo un periodo di commissariamento del Comune - ma vogliamo collaborare». Firetto ha messo nella sua squadra di giunta Mimmo Fontana, presidente regionale di Legambiente che sull’abusivismo nella Valle dei Templi è stata sempre molto dura.

    VALLE DEI TEMPLI DI AGRIGENTO VALLE DEI TEMPLI DI AGRIGENTO

     

    LE RUSPE DELL’ESERCITO

    Nella «zona A», quella «intoccabile» della Valle dei Templi con i suoi 1300 ettari che custodiscono i resti di una delle più importanti colonie greche dell’intero Mediterrraneo e dal 1997 patrimonio dell’Umanità Unesco, ci sono ancora centinaia di costruzioni abusive sorte in varie epoche e molte, con sentenze oramai definitive, devono essere abbattute. Ci sono piccole seconde case degli agrigentini, ampliamenti di antiche costruzioni ma anche ville con piscina, alcune costruzioni sono recenti e non si può parlare di «abusivi per necessità». Ma finora le demolizioni sono state appena qualche decina; per alcune, una quindicina d’anni fa, ci vollero le ruspe dell’Esercito.

     

    ABUSIVISMO E ISTITUZIONI

    VALLE DEI TEMPLI DI AGRIGENTO VALLE DEI TEMPLI DI AGRIGENTO

    Da queste parti il tema dell’abusivismo è sempre stato molto delicato e trattato con molta «parsimonia» dalle istituzioni. Tutta la provincia di Agrigento, con Licata e Palma di Montechiaro in prima fila, e parte della limitrofa provincia di Caltanissetta, con Gela, sono alle prese con gravi problemi di abusivismo. Perfino un ex sindaco di Agrigento incappò in un «infortunio» con una villa in «zona A».

     

    Alla Procura stanno lavorando su circa duemila fascicoli; per la sola Valle dei Templi ci sono 197 provvedimenti ormai definitivi, con ingiunzioni di demolizione e ripristino dei luoghi finora rimaste sulla carta: 52 riguardano privati ma 145 sono di competenza del Comune. La Procura ha inviato solleciti sin dallo scorso ottobre, finora inutilmente.

     

    Adesso è arrivata la diffida per il continuo balletto di responsabilità: «Si rimane stupefatti in ordine al diniego di competenze che codesti Uffici disattendono nonostante i precisi obblighi provenienti dalle leggi vigenti», scrive il procuratore aggiunto nella lettera a Comune, Sovrintendenza e Ente Parco. «E’ un’attività intrapresa da tempo - precisa il pm Ignazio Fonzo - che ha una importanza rilevante sia dal punto di vista sociologico sia dal punto di vista ambientale, e speriamo che arrivi presto il ripristino dei luoghi come sancito da sentenze passate in giudicato».

     

     

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