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    LE CHAT EROTICHE TRA UNA RAGAZZINA DI 15 ANNI E VINCENZO LAMBERTO, 61ENNE TITOLARE DI UN’AGENZIA PER MODELLE (CONDANNATO A 9 ANNI E MEZZO PER VIOLENZA SESSUALE) CHE, IN CAMBIO DI SESSO, PROMETTEVA UNA CARRIERA NELLA MODA – LA RAGAZZINA, ABBINDOLATA, GLI SCRIVEVA MESSAGGINI PER COMPIACERLO: "HO SOGNATO CHE FACEVAMO L'AMORE" - E LUI, INVECE DI GLISSARE, INCORAGGIAVA: "I SOGNI SONO PREMONITORI" – LE NOTTI DI SESSO NEI LOCALI DELL’AGENZIA...


     
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    Giuliana Ubbiali per www.corriere.it

     

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    Lui 57 anni e lei 15, all’epoca dei fatti. Lui titolare di un’agenzia per modelle e lei fragile, con alle spalle problemi di anoressia e autolesionismo, e una mamma psichiatrica. Il divario è messo in evidenza nelle motivazioni con cui Vincenzo Lamberto, oggi 61 anni, allora titolare della Publistar 2000 a Gorlago, è stato condannato a 9 anni e mezzo (il pm Laura Cocucci ne aveva chiesti 8 ). Per un episodio di abusi su una ventenne, nel 2017, è stata riconosciuta l’attenuante della minore gravità (un repentino palpeggiamento).

     

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    Per altri tre episodi, nel 2018 con la quindicenne, il reato di violenza sessuale aggravata è stato riqualificato in atti sessuali con minorenne. Modifica che non riduce la gravità dei fatti; anzi, il collegio del presidente Giovanni Petillo (a latere Patrizia Ingrascì e Laura Garufi, estensore della sentenza) traccia un profilo preciso dell’imputato scrivendo di «lucida consapevolezza» e «particolare spregiudicatezza, rappresentata dalla consapevolezza della difficile situazione familiare della minore e della sua evidente fragilità».

     

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    I giudici si spingono a descrivere una «inclinazione» dell’imputato ad approfittare della ingenuità di ragazze molto giovani e «una subdola modalità seriale» nell’approccio, prospettando una carriera nella moda. Nel caso della ventenne si era fermato ai palpeggiamenti: lei aveva risposto ad un annuncio per fare le pulizie e lui le aveva detto che era «sprecata», proponendole degli scatti fotografici. Era il 21 novembre 2017, nella villa di Lamberto a San Paolo d’Argon.

     

    Fuori c’era il fidanzato della ragazza, insieme andarono dritti dai carabinieri per sporgere denuncia, poi ritirata per timore di non avere le prove. Gli episodi con la quindicenne, parte civile con l’avvocato Elisa Gabbi, risalgono all’8, 10 e 11 luglio 2018. L’imputato, difeso dall’avvocato Federico Viviani, li ha negati parlando di una vendetta per un book fotografico non consegnato.

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    Era un rapporto sbilanciato, quello con la ragazzina arrivata da fuori provincia e, per il suo vissuto familiare, «esposta ai comportamenti subdolamente affettivi dell’imputato». Pochi giorni prima del corso i due si scambiano messaggi a sfondo amoroso e sessuale, lei dice di aver creduto a una relazione seria. «Ho sognato che facevamo l’amore» gli scrive, anche se dirà di averlo fatto per compiacerlo. «I sogni sono premonitori», le risponde lui.

     

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    Una frase chiara, scrivono i giudici: «Ha palesato l’intenzione di concretizzare tali proponimenti», si compiace anziché «prendere le distanze». Infatti — ricostruisce la sentenza — quando la ragazzina come altre del corso si ferma a dormire nella sede, i due hanno rapporti sessuali per tre notti.

     

    La prima, lei ha bevuto del vino ad una cena di gruppo, lui la prende in braccio e la distende sul letto. Due notti dopo, lei è sobria, all’inzio dissente poi acconsente: «Sapevo che comunque non potevo tornare a casa e mi sono lasciata andare». Non aveva la ricarica sul telefono per chiamare. Lo stesso la notte successiva.

     

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    Due giorni dopo, torna a casa e lo dice alla madre, che la porta al Pronto soccorso dove viene riscontrato un arrossamento nelle parti intime senza evidenti altri segni «coerentemente con il dato temporale riferito», osservano i giudici. Che evidenziano come non servano altre prove oltre al racconto della vittima, se è coerente.

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