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    “LASCIO SUBITO MIO MARITO, QUANTI FIGLI VOGLIAMO FARE?” - LE CHAT TRA L’INFERMIERA DI PRATO E IL SUO AMANTE 14ENNE SONO PIENE DI PRESSIONI PSICOLOGICHE E RICATTI - LA TITOLARE DELLA PALESTRA FREQUENTATA DAL RAGAZZINO: “HO VISTO QUELLA DONNA CHE PARLAVA CON IL QUINDICENNE, MENTRE LUI SI FACEVA LA DOCCIA. NON DISTOGLIEVA LO SGUARDO DAL SUO CORPO…” - IL RAGAZZINO HA RACCONTATO LA SUA PRIMA VOLTA CON LA DONNA: “AVEVO MAL DI TESTA E MI ERO STESO SUL LETTO IN MUTANDE. POI…” - IL MARITO CORNUTO E INNAMORATO: “NONOSTANTE TUTTO STO CON LEI”


     
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    1 - LA PROF E GLI SMS AL 14ENNE: «LASCIO SUBITO MIO MARITO QUANTI FIGLI VOGLIAMO FARE?»

    Michela Allegri per “il Messaggero”

     

    Diceva di avere un progetto per il futuro - «oggi stesso andrò dall' avvocato per avviare le pratiche di separazione, sei contento?» -, parlava di quando sarebbero stati «più grandi» e di un futuro insieme: «Quanti figli pensi di volere?».

     

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    Emergono nuovi dettagli dalle 175 pagine di chat depositate agli atti dell' inchiesta che ha portato ai domiciliari l' infermiera trentunenne di Prato, accusata di atti sessuali con un minore di 14 anni e violenza sessuale per induzione. Dal 2017 fino a poco più di un mese fa ha avuto una relazione con un ragazzino che, all' inizio della storia, aveva solo 13 anni. Hanno avuto anche un figlio. Nell' ordinanza si legge che la donna avrebbe «soggiogato» l' adolescente, ricattandolo e costringendolo a portare avanti quella storia morbosa. Lo ha anche minacciato, per mesi, dicendo che in caso di rifiuto si sarebbe suicidata: «Non ce la faccio ad amare a senso unico», gli scrive il 14 febbraio.

     

    «MI SEPARO»

    A incastrare l'indagata, oltre al test del Dna che ha confermato che il bimbo nato 7 mesi è figlio del quindicenne, sono proprio le chat acquisite dalla procura. Quando il ragazzo, dopo giorni di pressioni estenuanti e di fronte alla minaccia della donna - «mi uccido» -, dice di amarla, lei sostiene che si separerà subito dal marito. Lo stesso marito che è stato indagato per avere alterato lo stato di nascita del neonato, dichiarando che fosse suo figlio, nonostante sapesse che il vero padre era l'adolescente, oggi quindicenne.

     

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    «Sto meglio perché so che mi ami», scrive la donna al ragazzino. E commentando il progetto del divorzio chiede: «Sei contento?». Lui tentenna, «forse è più intrigante se resti con tuo marito», scrive. L'infermiera lo accusa di volerla solo come amante. È delusa perché durante il loro ultimo incontro lui aveva detto «che si vedrebbe insieme a lei nel futuro». L' adolescente replica che non sa «come si evolveranno le cose», non sa se avranno «una relazione stabile». La donna si arrabbia e il giovane, allarmato, si giustifica: «Era solo una riflessione». Alle 22.08, l' infermiera dice di avere «ripreso lo Xanax» e di aver «paura di morire durante la notte».

     

    IL MARITO

    Ieri, convocato dai pm Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli e dalla Squadra Mobile per essere interrogato, il marito della donna non si è presentato e, tramite il suo legale, ha fatto sapere di volersi avvalere della facoltà di non rispondere. Gli avvocati Mattia Alfano e Lorenzo Nistri, che assistono la donna, hanno già presentato al riesame istanza di revoca della misura. Prima, però, ci sarà l' interrogatorio di garanzia dell' infermiera, fissato per il 2 aprile.

     

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    Intanto i risultati del test del Dna disposto sull'altro figlio della coppia, che ha 11 anni, hanno confermato che il padre è il marito della donna. La verifica è stata effettuata perché la procura ritiene che l'indagata abbia avuto contatti - e forse rapporti - anche con altri minori. Un sospetto che sembra trovare conferme dalle verifiche effettuate sul computer e sul cellulare della trentunenne: gli inquirenti hanno trovato scambi con un altro adolescente, mentre nella cronologia delle ricerche internet sono stati recuperati siti pedopornografici.

     

    Riscontri arrivano anche dalle dichiarazioni di alcuni testimoni. La titolare della palestra frequentata sia dal ragazzino che dal figlio maggiore della donna ha raccontato ai pm di avere notato «comportamenti sospetti: una sera sono entrata nello spogliatoio dei bambini, utilizzato sia da maschietti che da femminucce accompagnati dai genitori, ho visto quella donna appoggiata alla colonna del muro delle docce, che parlava con il quindicenne, mentre lui si faceva la doccia. Non distoglieva lo sguardo dal suo corpo. Dopo quell' episodio dissi a lui di trasferirsi nello spogliatoio degli uomini». Non è tutto: «All' uscita, dopo che suo figlio si era cambiato, lei aveva l' abitudine di rientrare nello spogliatoio, lasciando il piccolo sulla panca. Puntualmente, andava via quando usciva anche il quindicenne».

     

    2 - LE PORCHERIE NASCEVANO IN PALESTRA

    Simona Pletto per “Libero quotidiano”

     

    «Lei era quella che arrivava sempre con largo anticipo in palestra ed era l' ultima a uscire. Stava spesso lì, seduta sulle panche davanti allo spogliatoio dei piccoli atleti. E anche quando suo figlio era ormai cambiato, lei era l' unica a rientrare spesso nello spogliatoio.

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    Una volta l' ho vista in piedi, appoggiata a una colonna, mentre parlava con che faceva la doccia.  Non distoglieva gli occhi da lui. In effetti, ripensandoci, qualcosa di strano c' era».

     

    È uno dei racconti resi agli inquirenti dalla direttrice della palestra di Prato, una tra le prime, insieme alla madre della vittima e alla sua istruttrice di karate, a raccogliere la confessione del ragazzino abusato sessualmente dall' infermiera 31enne che gli dava anche ripetizione di inglese a casa, finita ieri agli arresti domiciliari per violenza sessuale verso l' adolescente.

     

    Un ragazzino conosciuto proprio qui, nella struttura sportiva frequentata dal figlioletto di sette anni, diventata per mesi teatro di questa insospettabile relazione dai contorni torbidi che ha fatto scalpore non solo per il fatto che la donna, accusata di atti con minore e violenza sessuale per induzione, ha tenuto sotto scacco sessualmente l' allora tredicenne, ma anche perché da lui la scorsa estate ha avuto un bambino, un secondogenito riconosciuto poi dal marito. Per questo motivo l'uomo ora è indagato per "alterazione di stato", un reato che si applica a chi altera lo stato civile di un neonato.

     

    LE MINACCE

    «Quindici giorni fa la mamma di (...) ha chiesto aiuto a me e alla direttrice della palestra perché aveva notato un comportamento anomalo nel figlio», confessa l' istruttrice di karate che allena il ragazzino da quando aveva appena cinque anni. «In particolare aveva notato che chattava con frequenza assidua con (...) che è la mamma di un altro mio allievo. Ci siamo incontrati con la madre e la direttrice nell' ufficio della palestra: lui disse all' inizio che la sentiva con frequenza perché lei minacciava di suicidarsi e quindi cercava di sostenerla».

     

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    Prosegue l'istruttrice: «Era nervoso, alla fine è scoppiato a piangere e ha confessato la loro relazione. Gli ho chiesto allora di chi era il figlio più piccolo di (...), visto che lei in palestra l' infermiera non faceva mistero che il padre non fosse il marito e lui ha detto di essere il papà di quel bambino.

     

    Ha iniziato a urlare, dicendo che quella donna gli aveva rovinato la vita e la carriera atletica. Ha anche detto di avere iniziato ad avere rapporti con lei a 13 anni, nel novembre 2017, di nascosto dai genitori, quando le dava lezioni di inglese a casa per l' esame di terza media».

     

    Nell' ordinanza di 40 pagine, emergono altri dettagli: «Ha raccontato la sua prima volta: diceva che quel giorno aveva mal di testa e che si era steso sul letto in mutande», aggiunge l' istruttrice. «Poi si era trovato questa donna nuda addosso ed avevano avuto il primo rapporto sessuale. Ha raccontato che non si era neppure reso conto di quello che strava succedendo, e ricordo che ha detto testuali parole: "Avevo l' ormone del tredicenne ma non sapevo neanche che stavo venendo perché era la prima volta". Solo alla luce di quanto accaduto posso capire come mai ad ottobre ho dovuto riprendere (...) perché aveva iniziato a non controllare i colpi e a ferire i compagni. Prima era gioioso, poi è diventato un ragazzo triste e angosciato».

     

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    La donna lo teneva sotto scacco: quando si è accorta che l' adolescente non voleva più avere rapporti sessuali con lei, lo ha iniziato a minacciare tramite centinaia di messaggi WhatsApp, dicendogli che si sarebbe tolta la vita o che avrebbe portato il loro figlio a scuola o nella palestra che frequenta. «Ha notato se la (...) avesse particolare confidenze con qualcuno in palestra?».

     

    Chiedono gli inquirenti all' istruttrice. «Lei ha confidenza con tutti», risponde. «In palestra era di dominio pubblico il fatto che il secondogenito non fosse figlio del marito». nessun mistero Lo scorso settembre l' infermiera aveva iscritto il figlio, che oggi ha dieci anni, in un' altra palestra, spiegando di averlo fatto perché il marito non aveva piacere che andasse nella stessa palestra frequentata dal padre biologico del neonato. «Gli chiesi chi era il vero padre e non mi rispose», prosegue il racconto l' istruttrice, «salvo dirmi che il marito era al corrente di tutto». Per tre mesi l'operatrice socio-sanitaria non si era vista, salvo poi ripresentarsi, con suo ultimo nato in braccio, in palestra. «Mi chiese di iscrivere di nuovo il primogenito», afferma la direttrice.

     

    Non solo: per rimanere più vicina al 14enne che nel frattempo le aveva bloccato ogni contatto, la donna ha chiesto alla dirigente di iscriversi nella stessa palestra: «Non le ho rateizzato l' importo», spiega agli inquirenti, «per cercare di renderle l' iscrizione il più onerosa possibile, visto che in tanti anni non aveva mai palesato alcun interesse per l' attività fisica e visto quanto accaduto. Voglio aggiungere che quando il ragazzino ha confessato tutto, ho consigliato alla madre di fare denuncia per cercare di tenerla lontana dal figlio, perché la palestra non era in grado di farlo». Il procuratore di Prato, Giuseppe Nicolosi, non ha escluso la possibilità che la donna frequentasse altri ragazzini anche in base alla «frequentazione di certi siti internet» da parte della 31enne.

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    3 - IL MARITO: “NONOSTANTE TUTTO STO CON LEI”

    Brunella Bolloli per “Libero quotidiano”

     

    Ancora con lei, nonostante tutto. «La amo, la sostengo, non la lascio sola in questo momento». Il marito della 31enne al centro dello scandalo di Prato non ha sbattuto la porta quando ha saputo di quel bimbo non suo, concepito dalla moglie con un ragazzino che frequentava la loro casa per le ripetizioni d' inglese. Non ha ripudiato la consorte infedele ma si è presentato con lei in procura quando è scoppiato il caso. Lei sentita dai magistrati, lui nella stanza accanto con gli occhi bassi e il terrore di perdere la prole.

     

    Insieme la coppia ha affrontato la prova del Dna sul piccolo di 7 mesi, insieme ha affrontato il medesimo test anche sul primogenito di 11 anni dopo i dubbi sulla paternità scaturiti nelle ultime ore: «È figlio nostro. Nato dalla nostra unione, sono io il padre», ha sempre dichiarato. E ieri sera il Dna ha confermato che nessuno potrà portargli via il figlio nato nel 2008.

     

    sesso a scuola 1 sesso a scuola 1

    In questa storia di amor fou tra una lei più grande, sposata e ossessionata da un giovanissimo allievo da cui ha avuto un bimbo che tanto gli somiglia, si conosce quasi tutto dell' impianto accusatorio e poco o nulla della difesa. Si sa, ad esempio, che se la donna è finita ai domiciliari (i legali hanno chiesto ieri la revoca della misura), il marito risulta indagato per alterazione dello stato in quanto ha registrato il bebé del "peccato" come fosse suo e invece non lo è. Il coniuge dell' operatrice socio-sanitaria, che ieri si è avvalso della facoltà di non rispondere, avrebbe dichiarato il falso pur sapendo che quella creatura era stata concepita da un altro.

     

    Perché l' ha fatto? Per coprire la moglie in difficoltà? Perché innamorato pazzo anche lui? O perché vittima, egli stesso, come l' adolescente che per un anno e mezzo ha preso il suo posto nel letto coniugale, di una donna che nell' ordinanza viene definita capace di una «subdola attività di persuasione», avvezza a «ricattare moralmente» il minore con la sua «penetrante attività di condizionamento?».

     

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    Chi è questo marito così devoto da sembrare finto? Trentadue anni, impiegato in una grande azienda, dopo gli studi al liceo, si è messo a lavorare e ha fatto diverse esperienze in ditte di livello, ma al centro del suo mondo c' è sempre stata la famiglia, quel nucleo d' amore che da almeno undici anni lo lega alla compagna, conosciuta quando era ancora un teenager. Tanto lavoro e poi il weekend di relax tra le braccia dei suoi cari, ligio alla frase condivisa con gli amici: «La domenica sera la vivo sempre con una sensazione di morte imminente perché so che dovrò affrontare un' altra settimana di merda».

     

    La passione per lo sport, il ricordo del capitano Davide Astori scomparso prematuramente, e poi la spasmodica ricerca della giustizia (proprio lui che ha una denuncia per omissione di soccorso per avere investito una persona nel centro di Prato), l' appassionarsi a tanti casi di cronaca giudiziaria dove gli arrestati continuano a professarsi innocenti, nonostante le prove del Dna, i processi subìti, le sentenze della Cassazione.

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    «Ingiustizia è fatta. Io sto con Bossetti», dice l' operaio 32enne. E su Marco Vannini, il ventenne ucciso a Ladispoli a casa della fidanzata su cui c' è stata polemica perché in Appello sono state ridotte le pene ai responsabili: «Non c' è pace senza giustizia, non c' è giustizia senza pace». Babbo affettuoso e presente, ora deve affrontare questo macigno. La prossima settimana la moglie sarà interrogata e c' è da scommettere che lui sarà ancora lì, vicino a lei.

     

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