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    HANNO PIU’ COGNOMI O PIU’ MILIONI? LE COGNATINE BORROMEO DI JOHN ELKANN SI METTONO IN AFFARI (COI MARITI)


     
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    Andrea Giacobino per Finanza e Mercati

    sorelle Borromeosorelle Borromeo sorelle Borromeosorelle Borromeo

    Due delle tre cognate di John Elkann, presidente della Giovanni Agnelli & C., Exor e Fiat, si mettono in affari con i rispettivi mariti: si tratta di Isabella e Matilde Borromeo Arese Taverna, principesse di Angera e sorelle di Lavinia, che ha sposato Elkann mentre loro sono mogli, rispettivamente, di Ugo Brachetti Peretti (presidente di Api, il gruppo petrolifero di famiglia) e del conte Antonius Hugo Von Fuerstenberg, figlio di Heinrisch e della principessa Maximiliane Windsch-Graetz.

    Tutte e tre le sorelle Borromeo sono figlie di Carlo (la quarta figlia è Beatrice, giornalista già di "Annozero" e oggi de "Il Fatto quotidiano") e azioniste al 33% ciascuna in nuda proprietà di Costarossa, società titolare dei vasti terreni agricoli in Lomellina dove sorge l'omonima azienda agricola che possiede oltre 1.400 capi di bestiame ed è il primo produttore di latte della Lombardia.

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    Isabella è diventata qualche settimana fa amministratore unico dell'azienda agricola Etruria, di cui possiede anche una quota e riceverà un compenso di 10.000 euro l'anno per lavorare nella proprietà del marito che ha lasciato la carica di consigliere assieme al presidente Rosario Coppa.

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    La tenuta, che ha un attivo fra terreni, macchine e casali di oltre 3,2 milioni avendo recentemente incorporato la confinante azienda agricola Marsiliana, produce olio e vino fra la Maremma e il Lazio. Matilde Borromeo, invece, è da poco diventata azionista con una piccola quota assieme al marito della newco German Italian Monegasque.

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    Costituita a Milano nello studio del notaio Nicola Rivani Farolfi, la società si occuperà di somministrare cibi e bevande, gestire bar, pizzerie, enoteche e ristoranti, ma sarò attiva anche nell'organizzazione di catering e intrattenimenti vari, dai disco pub ai cabaret.

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    Ante fusioni in Costarossa papà Carlo era socio accomandatario d'opera, privo di partecipazione al capitale e quale unico socio comandante figurava la Botavgicar, che aveva sempre come accomandatario Carlo, il quale era anche intestatario dell'usufrutto sull'intero capitale mentre soci accomandanti erano le tre figlie, ciascuna intestataria della nuda proprietà del 33,3%.

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    La stessa struttura era stata replicata in Immobiliare Alfard. Dopo le fusioni la nuova Costarossa, con un attivo di oltre 2 milioni di euro, vede Carlo socio accomandatario d'opera e titolare di usufrutto sull'intero capitale di 525 euro mentre le sue tre eredi hanno ciascuna la nuda proprietà del 33%.

    Papà Carlo resta saldamente in cabina di regia di tutti gli altri veicoli che custodiscono e valorizzano il vasto patrimonio immobiliare della dinastia che diede i natali a San Carlo Borromeo, patrono di Milano. Una delle società più significative dei Borromeo è la Piazza Sant'Ambrogio 10, di cui il conte Carlo è amministratore unico, che custodisce asset immobiliari del controvalore di 34,8 milioni, con un patrimonio netto di 24,4 milioni e che ha garantito un flusso proveniente dagli affitti di quasi 620mila euro.

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    Questo veicolo a sua volta controlla la Sequoia, alla quale sono intestati grandi terreni siti a Bornasco (Pavia) interessati da un progetto di sviluppo immobiliare. Carlo Borromeo è anche amministratore unico della Immobiliare Tre Cerchi dove gli attivi di mattono valgono 28,2 milioni e procurano entrate da locazioni per 704mila euro.

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