BORSA: MILANO PRENDE SLANCIO (+1%), SPINTA DA TIM
BOLLORE BERLUSCONI
(ANSA) - Piazza Affari prende slancio e sale dello 0,97% spinta da Tim, che guadagna del 3,3% dopo che, in un documento, il presidente del Pd Matteo Orfini ha parlato dell'opportunità dello scorporo della rete e di affiancare Cdp a Vivendi nell'azionariato. Sotto pressione, invece, Saipem (-3%) e Tenaris (-1,4%), che scontano un report di Goldman Sachs negativo sul settore.
Dopo giorni di perdite per le indicazioni della Bce in tema di coperture di npl, le banche tornano a salire. Solo Intesa è in terreno negativo (-0,5%), perché sconta il taglio della raccomandazione da parte di JpMorgan, mentre salgono Banco Bpm del 3,7%, Unicredit dell'1,8% e Ubi dell'1,7%. Cede lo 0,25% Mediaset, dopo il rally dei giorni scorsi sulle voci di un negoziato con Vivendi per un accordo. Fuori dal listino principale, corre Retelit (+6,8%), sulla scia delle notizie di un interesse di F2i a entrare nel capitale. Piatta Atlantia, nei giorni di adesione all'opa si Abertis, che sulla Borsa spagnola sale dello 0,17%.
TIM:ORFINI (PD) AUSPICA SOCIO ITALIANO CHE ACQUISTI IN BORSA
(ANSA) - Tim è terreno politico. Il presidente del Pd Matteo Orfini lo dice chiaramente e prende posizione sulla rivista Left Wing, tornando a chiedere la separazione della Rete e un intervento di un nuovo socio italiano, pubblico o privato, che potrebbe affiancare Vivendi diventando il socio di maggioranza di Tim rastrellando azioni in Borsa. Serve "una rete unica nazionale tecnologicamente avanzata" e le Authority potrebbero "disporre, se necessario, l'enucleazione di una società della rete, giuridicamente distinta all'interno del gruppo Tim, sul modello inglese di Openreach".
PIERSILVIO BERLUSCONI BOLLORE'
Lo sviluppo della rete "ha bisogno dell'impegno di Tim, della sua cassa e dei suoi investimenti" ammette Orfini che vorrebbe che il Governo impegnasse le sue "ingenti risorse" per "incoraggiare" i concorrenti "a rivedere le proprie strategie manageriali ed a razionalizzare gli investimenti, fino a metterli a fattore comune, nella prospettiva di una unificazione tecnica e possibilmente anche societaria (per esempio in forma di joint venture) delle diverse reti a banda larga, complementari con la rete Tim".
Ovvero l'ipotetica fusione con Open Fiber di cui si parlava quest'estate. In alternativa "tutelando ovviamente il valore dell'investimento di Vivendi si dovrebbe consentire al gruppo francese di rinunciare al fardello del controllo (ed all'obbligo conseguente di consolidamento del debito in bilancio) per concentrarsi al meglio sul progetto strategico di negoziare con Mediaset, su basi paritarie, la costituzione di una vera media company europea". "Un socio italiano, pubblico o privato, che acquisti in Borsa parte di quel 76% di capitale flottante - prosegue Orfini - tuttora molto frammentato e con i corsi azionari sottovalutati, potrebbe infatti affiancare Vivendi".
ORFINI
Vivendi potrebbe congelare i suoi diritti di voto ma "esiste infine l'ipotesi che Cassa Depositi e Prestiti, già fortemente impegnata nella partita attraverso Open Fiber, si proponga per rilevare, in tutto o in parte, la partecipazione di Vivendi, una volta superate con l'Antitrust eventuali riserve sul percorso di integrazione individuato" rilancia Orfini. "Dal punto di vista finanziario l'operazione avrebbe un costo minore, rispetto allo scorporo della rete e, considerando anche l'ipotesi che CDP possa rilevare la quota Enel in OF, si presterebbe a operazioni tecniche e societarie molto fluide, con il pregio di non gravare eccessivamente di debiti la costituenda nuova società pubblica della rete" suggerisce Orfini.
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Secondo Orfini bisogna "ricostituire, sia pure in modo graduale, una rete unica che funzioni come un monopolio naturale". Il coordinamento e controllo da parte di Vivendi poi "comporta la necessità di acquisire maggiore certezza e trasparenza, anche contabile, circa il piano industriale di potenziamento e di gestione della rete. La societarizzazione delle diverse attività all'interno del gruppo TIM potrebbe favorire questa trasparenza".
CALCIO E FICTION PROVE DI ACCORDO VIVENDI - MEDIASET /MA È BRACCIO DI FERRO SUI RISARCIMENTI PER PREMIUM SI LAVORA A UNA NETFLIX ITALIANA DEI CONTENUTI
Sara Bennewitz e Aldo Fontanarosa per La Repubblica
Un corposo risarcimento dai francesi di Vivendi in favore di Mediaset. Quindi un accordo a tre (Vivendi, Mediaset, Telecom Italia) sui contenuti per la tv, gli smartphone, i pc. Queste le coordinate della pace possibile tra il colosso francese dei media Vivendi e la famiglia Berlusconi.
Sono le 16:40 del pomeriggio quando il titolo Mediaset, dopo una giornata incolore, balza in positivo di oltre il 5%. Il salto a Piazza Affari è l' effetto diretto delle voci sul risarcimento che i francesi di Vivendi sarebbero ormai rassegnati a versare.
L' agenzia Bloomberg parla addirittura di un miliardo (tra contanti e azioni). La Reuters di una prima tranche da 250 milioni (cifra più realistica), da integrare in seconda battuta. Alla fine la Consob - la commissione della Borsa - chiede a Mediaset una presa di posizione. Da Cologno Monzese si limitano a confermare che i legali delle due parti stanno negoziando.
E la trattativa passa anche dai contenuti.
DE PUYFONTAINE BOLLORE
Serve una "casa comune" dove trasferire serie tv, film, diritti sportivi, show. Al momento questa casa comune, questa società si chiama Canal Plus Italia e riceverà il via libera del Cda di Telecom entro ottobre. Ha due soli inquilini: Telecom appunto, proprietaria dell' 80% del capitale, e la francese Canal Plus (società di Vivendi), con il restante 20.
Ma la porta verrà presto aperta a Mediaset, come terzo inquilino, decisivo per il suo possente magazzino di programmi.
La pace tra Mediaset e Vivendi cambierà radicalmente il volto di Canal Plus Italia (sede legale a Roma, capitale iniziale di 100 milioni) che oggi è costruito su misura degli interessi dei francesi. Gli oneri di Canal Plus Italia ricadranno su Telecom Italia (che ha in mano l' 80% delle azioni), mentre il bastone del comando va a Vivendi. Vivendi ha due soli consiglieri di amministrazione su 5. Ma il voto di uno dei due consiglieri di Vivendi è determinante per le decisioni chiave.
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Come l' approvazione del budget e del Piano industriale; la nomina dell' amministratore delegato e del direttore finanziario; gli acquisiti di diritti tv superiori ai 20 milioni di euro; l' avvio di produzioni superiori ai 10. Su questo assetto iniziale di Canal Plus Italia, la Consob indaga perché sospetta una comunicazione non corretta al mercato di informazioni privilegiate, oltre alla violazione dell' articolo 2391 del Codice civile e della «disciplina parti correlate». Ma sono soprattutto i legali di Mediaset (dello studio Erede)a fare presente che servirà una redistribuzione dei poteri, a tutela degli interessi del Biscione.
I legali di Mediaset, di Vivendi, della stessa Telecom ragionano anche sulla tecnologia che bisognerà privilegiare per diffondere i contenuti della nuova casa comune, soprattutto se a pagamento. Una Netflix italiana che veicoli le serie, i film o il calcio via Internet - si fa preferire perché in grado di dribblare le obiezioni delle nostre autorità di garanzia (AgCom e Antitrust).
I due colossi (Vivendi e Mediaset) sono in lite giudiziaria perché i francesi sono venuti meno all' impegno di comprare la pay-tv Mediaset Premium. E perché hanno poi rastrellato azioni della casa madre Mediaset (fino al 29,9% dei diritti di voto) approfittando questa l' accusa - del calo del titolo che loro stessi avevano innescato. Ora sono in molti a tifare perché la guerra finisca, anche in Borsa. Dove il titolo Mediaset è salito del 10% in due giorni con scambi record pari a un quinto del flottante e al 4,8% del capitale. Tifa per la pace anche Matteo Orfini.
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In documento per la rivista Left Wing, il presidente del Pd si augura che Vivendi e Mediaset «negozino su basi paritarie la costituzione di una vera media company europea». Nello stesso tempo, Orfini chiede che le reti di Telecom Italia e Open Fiber (Enel) confluiscano in una società comune, architrave dello sviluppo digitale del Paese.