#GinoPaoli ubriaco
sputtana la memoria di Little Tony
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— VelvetUnderground ? ?? ?? ?? ?? (@aldollaclasse) February 11, 2023
Nanni Delbecchi per “il Fatto quotidiano”
amadeus gino paoli morandi
Una dice non sono nuda, ma mi penso libera, uno canta e intanto sfascia il palco, un altro strappa la foto di un costume di carnevale, un altro ancora si cala le braghe e rivendica le mutande; uno va in platea e bacia sulla bocca quello di prima, un’altra dice l’Italia è un paese razzista (applausi), però sta migliorando (applausi), un’altra ancora davanti a una carrozzina vuota dice che ogni donna senza figli ha il complesso di non averli avuti (non volerli, no?)… Numeri nemmeno da teatro, magari.
Numeri da circo, nient’altro che numeri di un circo truccato da astronave, piccole pagliacciate truccate da eventi, il Bianco e l’Augusto con le barbe finte.
amadeus gino paoli morandi
Ma adesso, direbbe Mina, arriva lui. Giacca crema da anziano gangster, baffo spiovente da bandolero stanco, passo incerto, occhiale azzurro fumé. Lui: Gino Paoli. “Gino, Gino, evviva, è arrivato il maestro di tutti noi! Ti ricordi quando eravamo dei ragazzini alle prime armi quante cose ci hai insegnato?”. Lui, per sicurezza, si appoggia al pianoforte. “Certo che mi ricordo. Ah ah ah! Mi ricordo soprattutto quella volta che Little Tony al ritorno da una tournée scoprì che la ragazza con cui stava si era fatta tutti i suoi amici. Allora venne da me disperato e mi chiese Gino, cosa bisogna fare quando scopri che la tua donna ti ha fatto fesso? Venne da me a chiedermelo, capito?
Ah ah ah!”.
morandi paoli
Silenzio. Gelo in sala. Sapore di sale. Occhi sbarrati. Sorrisi emiparetici. Cos’era successo? Era passata la vita. La bastarda, infame, meravigliosa vita vera. In quel lampo della memoria c’era una goccia di vera vita, solo una goccia, ma basta una goccia di vita vera per sciogliere tutta la cartapesta del mondo, figuriamoci di Sanremo. “Gino, Gino, lasciamo perdere i tempi andati!” “Ma non ero il vostro maestro?” “Sì, sì, ma ora cantaci Il cielo in una stanza”. E lui, sempre appoggiato al pianoforte, la canta. La canta di malavoglia, di straforo, mezzo brillo e mezzo stonato; ma la canta davvero. La vita in una stanza. Grandioso.
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