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    MA QUALE PATRIARCATO, LE DIMISSIONI DI ELEONORA EVI DA CO-PORTAVOCE DEI VERDI SEMBRANO UNA REAZIONE ALLA MAGGIORE VISIBILITA’ DI ANGELO BONELLI: “UN ESEMPIO DEL ‘PATRIARCATO’? SULLA LEGGE CONTRO LA CARNE COLTIVATA HO SEGUITO TUTTO IO, DAGLI EMENDAMENTI ALLE DICHIARAZIONI DI VOTO, POI BONELLI HA FATTO UN PICCOLO COMMENTO E DAL PARTITO, A LIVELLO COMUNICATIVO, È STATO RILANCIATO SOLO QUELLO” - E INFATTI LA SUA CAPOGRUPPO, LUANA ZANELLA, LA SPERNACCHIA, ACCUSANDOLA DI AVER USATO IL TERMINE “IN MODO STRUMENTALE”


     
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    1 - ELEONORA EVI "SONO DELUSA, LASCIO I VERDI PATRIARCATO ANCHE A SINISTRA"

    Estratto dell’articolo di Niccolò Carratelli per “la Stampa”

     

    Eleonora Evi Eleonora Evi

    Verdi di rabbia. Il partito ecologista squassato da un clamoroso scontro tra i due portavoce, Angelo Bonelli ed Eleonora Evi, con quest'ultima che annuncia le sue dimissioni accusando il collega di una gestione «personale e patriarcale».

    Lui si dice «dispiaciuto», ma bolla l'accusa come «assolutamente falsa», dettata da «divergenze politiche», ad esempio sulla scelta di allearsi con Sinistra italiana anche alle elezioni europee […]

     

    Un esempio del «patriarcato» alimentato da Bonelli?

    «Ne potrei fare molti altri, tanti piccoli episodi di bullismo […] Sulla legge contro la carne coltivata ho seguito tutto io, dagli emendamenti alle dichiarazioni di voto, poi lui ha fatto un piccolo commento e dal partito, a livello comunicativo, è stato rilanciato solo quello. Una costante differenza di trattamento tra noi […]».

     

    eleonora evi angelo bonelli eleonora evi angelo bonelli

    Due portavoce, un uomo e una donna, la parità di genere nello statuto del partito: solo in teoria?

    «Guardi, ho detto che non ci sto a fare la marionetta del pinkwashing, perché questa bella formula, si scontra sistematicamente con la realtà. Nel partito è tutto molto accentrato su Bonelli, il mio ruolo è stato sistematicamente annullato e mortificato».

     

    Perché ha deciso di andarsene proprio ora?

    «Solo perché oggi (ieri, ndr) scade il termine per il tesseramento del partito e io ho deciso di non rinnovare l'iscrizione. Resto nel gruppo parlamentare come indipendente, perché continuo a condividere le battaglie politiche […] Sono stata oscurata mediaticamente e messa in un angolo solo per aver espresso opinioni non allineate su varie questioni. Accolte a volte con fastidio, altre con paternalistica e vuota condiscendenza».

     

    Eleonora Evi Eleonora Evi

    Un conto è il dissenso politico, un altro è il patriarcato. La sua capogruppo, Luana Zanella, la accusa di aver usato il termine «in modo strumentale»…

    «Da parte mia nessuna intenzione di cavalcare l'onda che si è mossa nel Paese, ma il patriarcato esiste anche nella politica e non ha colore, è sia di destra che di sinistra. […] quando ho segnalato discriminazioni la risposta è stata il silenzio, Bonelli e gli altri dirigenti hanno fatto spallucce».

     

    Anche le colleghe donne?

    «Ho visto che alcune di loro hanno firmato un documento in cui mi attaccano: non mi sorprende. Ma ho ricevuto anche tanti messaggi di vicinanza […] Bonelli sa che non sono l'unica ad aver manifestato disagio, altre donne hanno lasciato i Verdi per le stesse ragioni, da ultima la co-portavoce del Lazio Simona Saraceno».

     

    Eleonora Evi angelo bonelli Eleonora Evi angelo bonelli

    Secondo Bonelli lei è un'ingrata: «L'abbiamo candidata in tre collegi per farla eleggere», ha ricordato.

    «Ma "l'abbiamo" chi? Perché io ero co-portavoce quanto lui, quindi sta ammettendo che le decisioni le prendeva lui. Tra l'altro, l'unico collegio uninominale blindato per i Verdi, dove si veniva eletti anche non superando la soglia di sbarramento, lo ha avuto Bonelli». […]

     

    2 - «DURANTE LA MATERNITÀ MI HANNO OSCURATA È IL PARTITO DI ANGELO»

    Estratto dell’articolo di Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”

     

    Eleonora Evi angelo bonelli Eleonora Evi angelo bonelli

    Eleonora Evi, lei si è dimessa accusando Bonelli di essere patriarcale.

    «Sì, ho spiegato che non farò la bella statuina per il partito personale di Angelo. Non posso avere un ruolo di contorno rispetto al leader uomo».

     

    […] Qual è stato l’ episodio che l’ha convinta allo strappo?

    «Più che un fatto particolare si tratta di una lunga serie di episodi».

     

    Può citarne qualcuno?

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    «Uno è capitato recentemente. Io ho lavorato sull’obbrobrioso disegno di legge del governo sulla carne coltivata. Ho fatto le dichiarazioni di voto, gli interventi. Insomma, me ne sono occupata molto e il mio partito ha preferito dare spazio e visibilità a un breve discorso di Bonelli invece di prendere in considerazione il mio lavoro. Ho dovuto fare un intervento pubblico per poter ricevere l’attenzione che mi spettava. Un piccolo esempio, se vogliamo anche stupido, che però è emblematico e si somma a tanti altri episodi».

     

    Tipo?

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    «Qualche tempo fa è stato diffuso sui social un post di Europa verde in cui si sottolineava come Bonelli fosse il leader più presente in Parlamento. In realtà la leader più presente ero io. Insomma, si è voluto ancora una volta dare più spazio ad Angelo. Quando l’ho fatto notare, è stato fatto un nuovo post con le foto di entrambi e con la scritta “I leader più presenti”. Ma come funziona? Se il leader più presente è un uomo merita un post tutto per sé, se invece si tratta di una donna, nel post dobbiamo essere per forza in due? E poi, quando ero in maternità, sono stata oscurata, perché pur continuando a lavorare ero meno presente in Aula. […]». […]

     

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