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    “LE DIMISSIONI? NON CI PENSO PROPRIO”, GRAVINA PROVA A RESISTERE ALLE BORDATE DEI NEMICI (LOTITO E DE LAURENTIIS SU TUTTI) CHE HANNO BOLLATO LA RIFORMA VOLUTA DEL PRESIDENTE DELLA FEDERCALCIO PER LE ISCRIZIONI AI CAMPIONATI COME UNA SERIE DI "FORZATURE O INGIUSTE PENALIZZAZIONI" – L’ATTO DI ACCUSA CONTRO LA LEGA A (A VIA ROSELLINI C'È PURE CHI CHIEDE PIÙ SPAZIO AGLI STRANIERI) MENTRE MANCINI PRENDE TEMPO: “RIALZARE LA TESTA E LAVORARE PER IL FUTURO"


     
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    Da www.corrieredellosport.it

     

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    A oltre 48 ore dalla sconfitta contro la Macedonia del Nord che ha sancito l'eliminazione dell'Italia dai Mondiali di Qatar 2022, il Ct della Nazionale Roberto Mancini torna a parlare sui social. Il tecnico di Jesi dovrebbe incontrarsi con il numero uno della FIGC Gabriele Gravina per decidere se continuare l'avventura in azzurro o passare la mano. Intanto è partito il totonomi su chi potrebbe prendere il suo posto sulla panchina dell'Italia.

     

     

    Il Ct azzurro ha scritto ul lungo messaggio su Instagram nel quale si legge: "Il calcio a volte sa essere metafora spietata di vita. L'estate scorsa eravamo sul tetto d'Europa dopo aver portato a termine una delle imprese più belle della storia della Nazionale. Poche ore fa ci siamo risvegliati in uno dei punti più drammatici. Siamo passati dalla gioia totale ad una frustrante delusione.

     

     

    mancini gravina mancini gravina

    È davvero dura da accettare, ma accogliere anche le sconfitte nella vita fa parte di un sano percorso di crescita umana e sportiva. Prendiamoci del tempo per riflettere e capire con lucidità. L'unica mossa azzeccata ora è rialzare la testa e lavorare per il futuro. Grazie al pubblico di Palermo per il calore e grazie a tutti i tifosi che da sempre ci hanno trasmesso entusiasmo e affetto".

     

     

    GRAVINA SOTTO ACCUSA

    Matteo Pinci per “la Repubblica”

     

    gabriele gravina e roberto mancini gabriele gravina e roberto mancini

    Il gol di Trajkovski ha suonato per la Federcalcio come una sveglia fissata troppo presto. O troppo tardi. L'Europeo in estate ha fornito il tappeto ideale sotto cui nascondere quintali di polvere. Risalita a galla in una notte, insieme a tutti i problemi di un sistema già fuori dalla Champions, incapace di produrre un solo calciatore da top club europeo se non Jorginho, la Serie A ha scelto il presidente senza il voto delle tre grandi, da cui dipende il fatturato di tutto il movimento (o quasi).

     

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    La politica della prova di forza L'eliminazione dai Mondiali per opera della piccola Macedonia apre un processo al vertice del calcio italiano. Quattro anni fa Tavecchio fu costretto a dimettersi. Ora è il turno di Gravina. «Non ci penso proprio», dice lui. Alle prove di forza il presidente della Figc è abituato: ha vinto quella col governo per la ripresa del campionato dopo il lockdown nel 2020 e quella con l'antagonista Sibilia, suo rivale storico.

     

    Ha accumulato alleanze con Ceferin e Malagò e quindi cariche - è membro della Giunta Coni e dell'esecutivo Uefa - con stipendi correlati, in tutto 390 mila euro, grazie all'aumento dell'indennità da presidente che ha portato da 36 mila a 240 mila euro. L'effetto? Un consenso esteso, ma anche una convinta frangia di nemici: su tutti, Lotito e De Laurentiis. A cui il fallimento azzurro offre adesso un'occasione imperdibile. Lo strappo della Serie A Il primo colpo è partito nel pomeriggio di mercoledì, 24 ore prima che la Macedonia scaraventasse l'Italia all'inferno.

     

    lotito gravina lotito gravina

    Con il documento dell'assemblea della Lega Serie A che bollava la riforma Gravina per le iscrizioni ai campionati come una serie di "forzature o ingiuste penalizzazioni". Uno schiaffo messo nero su bianco. Gravina ha provato a dividere la responsabilità del fallimento con la Serie A, che non ha concesso di rinviare la giornata di campionato giocata domenica. Ma sventolare quella "mancanza di collaborazione" dopo uno dei peggiori fallimenti sportivi della storia è un autogol: in Portogallo si è giocato nel weeked. E anche in Macedonia.

     

    Piuttosto: perché è stato lasciato il ct Mancini libero di convocare per gli spareggi 33 calciatori, con la conseguenza di un ritiro ingestibile e una decina di scontenti a guastare l'umore della carovana? La politica degli stranieri Le radici del problema Italia però sono profonde.

     

    LOTITO DE LAURENTIIS LOTITO DE LAURENTIIS

    La Nazionale ha appena 60-70 calciatori eleggibili in Serie A. Il campionato è intasato di stranieri mediocri che però grazie al Decreto crescita costano il 25% in meno di un italiano. Nell'ultima assemblea la A ha avanzato persino la richiesta di allargare il numero di extracomunitari tesserabili, da 2 a 8. Ma da anni la Federcalcio assiste silente a società che riempiono le Primavere di stranieri utili solo per le plusvalenze e a ingrassare le tasche degli agenti.

     

    E non ha saputo intervenire nella formazione e tutela dei talenti, se non con gli inutili centri federali che reclutano ragazzi un giorno a settimana. L'agenda Gravina Per tre anni in Figc si sono dedicati solo alla politica finanziaria, rinviando progetti, programmi, agende. Ora si corre ai ripari, studiando una riforma che permetta di garantire l'impiego di giocatori formati in Italia nelle Primavere. E l'obbligo di destinare parte dei ricavi dei club nelle infrastrutture per le giovanili. Peccato non basti a riaprire una finestra sul Qatar.

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