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    LE DUE DONNE CINESI UCCISE DA GIANDAVIDE DE PAU SONO FANTASMI: NESSUNO È ANDATO A RECLAMARE I LORO CORPI E NON SI SA NEMMENO CHI SIANO. L’UNICA COSA CERTA È CHE SONO UNA 45ENNE E UNA 25ENNE, CHE VIVEVANO INSIEME NELL’APPARTAMENTO DI VIA RIBOTY, A ROMA – COME SONO FINITE A PROSTITUIRSI A PRATI? IL SISTEMA È COLLAUDATO: I GRUPPI CRIMINALI TOLGONO I DOCUMENTI, POI PASSA TUTTO IN MANO ALLE MAITRESSE. A ROMA SONO PIÙ DI 1500 PER 600 CASE D’APPUNTAMENTO…


     
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    1 - I VOLTI SUI SITI HARD, IL GIALLO DELL'AFFITTO LE VITTIME CINESI ANCORA SENZA NOME

    R.Fr. per il “Corriere della Sera”

     

    IL CASO DEL SERIAL KILLER DI PRATI A ROMA IL CASO DEL SERIAL KILLER DI PRATI A ROMA

    La macabra conta dei fendenti che hanno ucciso le prostitute cinesi, ma anche la rilevazione dettagliata delle loro impronte digitali, oltre al prelievo del dna, per capire una volta per tutte chi siano due delle tre vittime di Giandavide De Pau.

     

    Accertamenti che saranno svolti nelle autopsie di domani, anche se la Squadra mobile è comunque già a un passo dall'identificazione delle due donne pugnalate a morte in via Augusto Riboty. A quattro giorni dalla mattanza di Prati, con chi indaga che è rimasto sempre prudente, considerando un azzardo basarsi solo sulle foto pubblicate su siti e chat a luci rosse, conoscere le generalità e la storia della maîtresse del primo piano e della sua «protetta» più giovane potrebbe essere questione di ore.

     

    GIANDAVIDE DE PAU GIANDAVIDE DE PAU

    Una 45enne e una 25enne, che vivevano insieme proprio nell'appartamento con le finestre che si affacciano su un cortile interno, intestato a una romana ma affittato tramite un'agenzia. Non alla più grande delle due donne, ma a un'altra persona, forse anche lei cinese, e non si capisce ancora se con un regolare contratto oppure no. Fino a oggi tuttavia sono rimaste praticamente invisibili, sia per chi viveva accanto a loro, sia perché nessuno si è presentato a riconoscerle. Niente parenti, nessun amico.

     

    rilievi della scientifica in via augusto riboty, dopo l omicidio delle due cinesi 4 rilievi della scientifica in via augusto riboty, dopo l omicidio delle due cinesi 4

    L'esame delle impronte avrebbe già dato qualche risposta che sarà ora integrata dall'esame autoptico. La maîtresse risiedeva da una decina d'anni in quel palazzo, era stata lei stessa una prostituta già identificata dalle forze dell'ordine nel corso dei loro controlli. Alcuni commercianti la ricordano mentre rientrava a casa con la spesa, qualcuno perché frequentava vicino un centro estetico. Pagava in contanti, a volte con la carta di credito.

     

    Gli investigatori hanno acquisito i telefonini trovati in casa, sia il suo sia quello della ragazza: apparecchi usati anche per gestire gli incontri con i clienti. C'è riserbo su quello che potrebbe accadere nei prossimi giorni anche perché dal triplice omicidio potrebbero ora scattare nuove tranche d'indagine, proprio sullo sfruttamento e il favoreggiamento della prostituzione, come anche sull'immigrazione clandestina e lo spaccio di droga. E per questo nei giorni scorsi sono stati interrogati numerosi cinesi e sudamericani.

     

    GIANDAVIDE DE PAU GIANDAVIDE DE PAU

    Diversa, anche se non di molto però, la storia della ragazza che viveva con la maîtresse: avrebbe cominciato a frequentare quel posto da meno tempo, forse qualche mese e non si esclude stesse per lasciare il posto a una coetanea, seguendo la regola - di mercato e di sicurezza, per non finire nei guai con la giustizia - delle organizzazioni che gestiscono questo genere di attività, case di appuntamenti e finti centri massaggi. Solo pochi giorni prima del triplice delitto, ad esempio, è stata pubblicizzata su internet l'apertura di un locale analogo nel palazzo accanto, a conferma che il settore degli incontri hot attorno a piazzale Clodio è piuttosto attivo.

     

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    2 - TRATTA DELLE SCHIAVE CINESI 1500 DONNE PRIGIONIERE IN 600 CASE E 80 CENTRI RELAX

    Luca Monaco per “la Repubblica - Edizione Roma”

     

    Non solo giovanissime, ma anche donne di mezza età, come la prima vittima di Giandavide De Pau, le 1.500 prostitute cinesi che esercitano a Roma. Non a caso. Appena atterrano in città i referenti delle organizzazioni della tratta delle schiave del sesso sottraggono loro i documenti e le affidano alle maîtresse che gestiscono i circa 80 centri massaggi e le 600 case d'appuntamento aperte in città.

     

    MARTA CASTANO LA TRANS COLOMBIANA UCCISA A PRATI A COLTELLATE MARTA CASTANO LA TRANS COLOMBIANA UCCISA A PRATI A COLTELLATE

    A queste due tipologie di struttura che garantiscono l'offerta di sesso a pagamento per gli italiani, si aggiungono i circa 10 club privati, luoghi esclusivi, dedicati prevalentemente alla clientela cinese, di alto livello, e nei quali gli italiani possono entrare solo su invito.

     

    È un universo chiuso e sconosciuto quello della prostituzione cinese a Roma. Che è stato scandagliato negli ultimi due anni da Francesco Carchedi, sociologo della Sapienza. La ricerca " Recluse in casa" è partita studiando oltre 6mila annunci su 20 portali che pubblicano quotidianamente inserzioni per il sesso a pagamento in città.

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    Le due vittime di De Pau come sono finite a vendersi nell'appartamento al primo piano di via Riboty? Perché dopo cinque giorni nessuno è andato a reclamare i loro corpi, all'obitorio del Gemelli?

     

    « Appena arrivano in Italia - spiega Carchedi - i referenti dei gruppi criminali tolgono loro i documenti proprio per non renderle riconoscibili in caso di eventuali problemi » .

    Tutto è molto discreto, ma le case d'appuntamento e i centri massaggi hanno un funzionamento diverso.

     

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    « Nel primo caso - aggiunge Carchedi - sono le organizzazioni a gestire gli annunci online, specie per quelli con le foto, che sono spesso patinate e fake » . Per l'offerta di basso livello l'annuncio è solo testuale » . Alle chiamate non rispondono quasi mai le stesse ragazze, ma le maîtresse o le persone legate alle organizzazioni « che ricevono le telefonate, con un'utenza italiana, anche dall'estero».

     

    Sono schiave, « ma non vengono maltrattate quasi mai - aggiunge il sociologo - stipulano con la maîtresse un contratto scritto, preciso: in genere il 70 per cento del prezzo delle prestazioni resta alla ragazza, che non rimane mai nello stesso appartamento più di tre mesi».

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    La maîtresse premia chi ha il più alto gradimento da parte dei clienti, chi ne ha meno « non viene abbandonata in strada - dice Carchedi - ma spostata dall'organizzazione in un'altra città italiana, dove magari, con un pubblico diverso, può essere più richiesta » . Perché molte prostitute cinesi non sono più giovanissime? « Possono avere anche 50, 60 anni - aggiunge Carchedi - per la comunità cinese l'età della donna non è dirimente, spesso le donne separate o vedove scelgono di venire in Europa per garantirsi un futuro, visto che in Cina non avrebbero diritto alla pensione ».

     

    La maîtresse, il gancio tra le ragazze e l'organizzazione, ha sempre ragione: i casi di violenza sono limitati alle vittime che denunciano lo sfruttamento. La donna istruisce il comportamento delle escort che si vendono nei centri massaggi.

     

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    «Funzionano come tali, l'approccio con il cliente inizialmente è molto soft - ripete il sociologo - le ragazze per non destare sospetti tendono a offrire rapporti solo quando un cliente torna più volte » . Prima di essere spostate in un'altra struttura, in un altro appartamento fantasma all'altro capo della città.

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